di maio buffagni profumo

I CINQUE STELLE SGANCIANO BOMBE PURE SU LEONARDO-FINMECCANICA - PRIMA GLI STRATTONI AI VERTICI DI CASSA DEPOSITI E PRESTITI, POI LE CRITICHE PREVENTIVE ALLE NOMINE IN SAIPEM, ORA LE STILETTATE IN VISTA DEL RINNOVO DEL COLLEGIO SINDACALE DI LEONARDO. È SEMPRE IL DEPUTATO BUFFAGNI AD ATTACCARE: ‘MANOVRE SOTTERRANEE, SOTTERFUGI DI UN SISTEMA IN DECADENZA’. TANTO CHE L’AZIENDA È COSTRETTA A DIRAMARE UN COMUNICATO (ECCOLO)

1. PUBBLICAZIONE LISTE DEI CANDIDATI PER LA NOMINA DEL COLLEGIO SINDACALE

Comunicato Stampa di Leonardo

 

alessandro profumo

 Con riferimento all’Assemblea degli Azionisti di Leonardo, convocata in sede Ordinaria in data 10 e 15 maggio 2018 (rispettivamente in prima e seconda convocazione) per deliberare, tra l’altro, in ordine alla nomina del Collegio Sindacale per il triennio 2018-2020, si rende noto che le liste dei candidati, depositate da un gruppo di società di gestione del risparmio e investitori istituzionali (complessivamente titolari dell’1,731% circa del capitale sociale di Leonardo) e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (titolare del 30,204% circa del capitale sociale di Leonardo), sono a disposizione del pubblico, corredate dalla documentazione e dalle informazioni richieste dalla disciplina vigente, presso la sede sociale in Roma, Piazza Monte Grappa n. 4, presso Borsa Italiana S.p.A., sul sito internet della Società (www.leonardocompany.com, sezione Corporate Governance/Assemblea 2018), nonché sul sito internet del meccanismo di stoccaggio autorizzato eMarket Storage (www.emarketstorage.com).

 

Si rende noto altresì che l’azionista Ministero dell’Economia e delle Finanze, con riferimento al punto 4 all’ordine del giorno dell’Assemblea, ha comunicato l’intenzione di presentare e votare in Assemblea la seguente proposta di determinazione dei compensi per i membri del Collegio Sindacale: 80.000 euro annui lordi per il Presidente; 70.000 euro annui lordi per ciascun altro Sindaco effettivo.

 

 

2. LEONARDO-FINMECCANICA, SAIPEM E CDP. TUTTI GLI ULTIMI SBUFFI A 5 STELLE DI BUFFAGNI E DI MAIO

Michele Arnese per www.startmag.it

 

 

Prima gli strattoni ai vertici di Cassa depositi e prestiti, poi le critiche preventive alle nomine in Saipem, ora le stilettate in vista del rinnovo del collegio sindacale di Leonardo, l’ex Finmeccanica.

 

BUFFAGNI DI MAIO

Non conosce soste l’attivismo del Movimento 5 Stelle: il primo partito dopo le elezioni del 4 marzo non ha ancora messo piede in un governo e già si profonde in critiche, suggerimenti e auspici inediti in fatti nomine.

 

IL CASO LEONARDO

Emblematico l’ultimo caso, quello del collegio sindacale di Leonardo, il gruppo presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’ad, Alessandro Profumo. Non sono i primi e gli unici rilievi sull’ex Finmeccanica da parte del Movimento 5 Stelle: anche nel programma elettorale dei Pentastellati erano presenti sottolineature critiche. Ma andiamo con ordine.

 

GLI SBUFFI DI BUFFAGNI

Anche nel caso di Leonardo è il deputato M5S, Stefano Buffagni, la punta di lancia dei Pentastellati: “Le manovre sotterranee di formazione della lista da presentare entro oggi asseriscono più a sotterfugi di un sistema in decadenza che non ai principi di trasparenza, lealta’ ed interesse pubblico”, ha scritto ieri il parlamentare lombardo che per conto dei vertici M5s segue le partecipate e le controllate del Tesoro.

RICCARDO FRACCARO - LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - STEFANO BUFFAGNI - ALFONSO BONAFEDE - PIETRO DETTORI - ALESSANDRO DI BATTISTA

 

I RILIEVI SU LEONARDO

La premessa? “Leonardo è un’azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Il suo maggiore azionista è il ministero dell’Economia, che possiede una quota di circa il 30%. All’assemblea di approvazione del bilancio tra poche settimane scade il collegio sindacale, organo di vigilanza”. Da qui le critiche alle “manovre sotterranee di formazione della lista da presentare entro oggi asseriscono più a sotterfugi di un sistema in decadenza che non ai principi di trasparenza, lealtà ed interesse pubblico”. Senza ulteriori chiarimenti, per la verità. Salvo auspicare “un segnale di cambiamento, sempre nell’interesse del bene pubblico e degli interessi nazionali, portando novità ed innovazione con un processo di cambiamento che permetta al futuro sostenibile di permeare Leonardo e tutte le realtà di stato nel pieno rispetto della volontà popolare”, ha aggiunto Buffagni.

 

LE INDISCREZIONI SULLE ORIGINI DEGLI SBUFFI DI BUFFAGNI

beppe grillo con buffagni

Ma da dove nascono gli sbuffi di Buffagni? Ambienti del vertice pentastellato – secondo le indiscrezioni convergenti raccolte da fonti ministeriali e parlamentari – raccontano che esponenti M5S abbiano sondato chi al Mef compila o è a conoscenza delle liste per i rinnovi dei collegi sindacali delle aziende partecipate o controllate dal Tesoro. Obiettivo più o meno esplicito? Sottoporre nomi o candidature di professionisti non lontani dal Movimento. Ma dai dirigenti del ministero retto da Piercarlo Padoan è giunta questo tipo di risposta: ci sono procedure codificate con un ruolo preminente dei cacciatori di teste. Una risposta che avrebbe fatto imbufalire i Pentastellati: vogliono farci credere che le scelte sono sempre e solo tecniche, si bisbiglia tra i parlamentari del Movimento capeggiato da Di Maio.

 

L’ORDINE PENTASTELLATO

Quel che è certo è che non è una sortita personale di Buffagni slegata dai voleri del Movimento quella del deputato pentastellato vicino a Luigi Di Maio. Infatti proprio ieri sul Blog delle Stelle è stato pubblicato un post sulla stessa linea, sempre su Leonardo: “Il collegio sindacale rappresenta l’organo di controllo delle società e ha il compito di vigilare sull’attività degli amministratori e controllare che la gestione e l’amministrazione della società si svolgano nel rispetto della legge e dell’atto costitutivo. Si tratta di un organo fondamentale negli equilibri di un’azienda strategica come Leonardo – si legge sul Blog delle Stelle – che ha bisogno di un cambio ed una ventata di aria fresca poiché il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare”. Il Movimento poi sottolinea: “Le manovre sotterranee di formazione della lista da presentare entro oggi afferiscono più a sotterfugi di un sistema in decadenza che non ai principi di trasparenza, lealtà ed interesse pubblico”. Dunque? “È fondamentale invece dare un segnale di cambiamento, sempre nell’interesse del bene pubblico e degli interessi nazionali, portando novità ed innovazione con un processo di cambiamento che permetta al futuro sostenibile di permeare Leonardo e tutte le realtà di stato nel pieno rispetto della volontà popolare”, conclude la nota M5S.

DI MAIO TIM

 

TRA FINMECCANICA E F35

Le stilettata su Leonardo non è l’unica arrivata di recente dai Pentastellati. Certo, come sottolineato di recente da Business Insider Italia, nella versione finale del programma M5S sulla Difesa non compaiono più critiche e tagli agli F-35 che erano esplicitamente previsti (e votati dalla base pentastellata sulla piattaforma Rousseau) nella prima versione del programma dei Cinque Stelle. “Bisogna decidere – si leggeva nel quesito alla base della votazione su Rousseau – se tagliare i sistemi di armamenti prettamente offensivi, vedi F-35, destinando le risorse ad altri strumenti innovativi come la cyber security, o lasciare la programmazione come pianificata”. Quasi il 100% dei votanti scelse l’opzione di trasferimento delle risorse dagli armamenti alla cyber security (19.012 su 19.651 voti).

 

L’ANALISI SU DIFESA E DINTORNI

SAIPEM ESPLORAZIONE

Del trasferimento di risorse – tagliando gli F35 a favore della cyber security – non vi è traccia del programma Difesa definitivo che si può leggere sul sito del Movimento 5 Stelle. Una delle premesse del nuovo programma pubblicato è che “l’Italia spende oggi per la difesa 23 miliardi di euro l’anno, cioè 64 milioni al giorno, di cui oltre 5 miliardi l’anno in armamenti. Una spesa militare ingente nella media dei Paesi Nato (Stati Uniti esclusi) e in costante aumento, + 21% nelle ultime tre legislature”. I Pentastellati poi accusano: “La spesa militare italiana è uno degli aspetti più oscuri del programma di spesa dello Stato. Essa è suddivisa tra Ministero della Difesa, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero Economia e Finanze e Miur”.

 

IL RILIEVO A SORPRESA

GALLIA COSTAMAGNA PADOAN

C’è però un rilievo critico, indiretto, all’azione di Leonardo, la ex Finmeccanica, partecipata dal ministero dell’Economia: “Il Paese è dotato di una normativa che vigila e regolamenta la vendita di questi sistemi a ordinamenti che violano i diritti umani fondamentali, ma spesso abbiamo dovuto porre l’attenzione sui “raggiri” compiuti nel nome del profitto, da parte di aziende private autorizzate a vendere armi o di partecipate statali che godono di finanziamenti ministeriali mirati. Tutto ciò stride inesorabilmente con la dura realtà con la quale quotidianamente ci si confronta, ossia l’evidente carenza di idonei mezzi di protezione del personale militare, e adeguati mezzi di trasporto per le pattuglie in servizio nelle nostre città”.

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO