siae franceschini fedez

DOPO FEDEZ, PURE L'EUROPA SE LA PRENDE CON LA SIAE – BRUXELLES ACCUSA L’ITALIA DI IGNORARE LA NORMA SULLA CONCORRENZA PER I DIRITTI D’AUTORE: LA RACCOLTA DEI PROFITTI E’ ANCORA “IN VIA ESCLUSIVA” RISERVATA ALLA CONCESSIONARIA. IL RAPPER INVECE HA SCELTO LA RIVALE SOUNDREEF, E DA ALLORA ATTACCA IL MINISTRO FRANCESCHINI

 

 

Alberto Abburrà per la Stampa

 

IL PALAZZO DELLA COMMISSIONE EUROPEAIL PALAZZO DELLA COMMISSIONE EUROPEA

La decisione è presa. Dopo una lunga serie di contatti con il governo italiano la Commissione Ue ha deciso che non si può perdere altro tempo e per questo a settembre, salvo colpi di scena, aprirà una procedura di infrazione contro l' Italia sulla gestione dei diritti d' autore.

 

Il motivo è che nonostante la riforma voluta dal ministro Franceschini, la liberalizzazione del settore è «solo parziale»: resta il monopolio della Siae e la concorrenza tra i vari soggetti non è garantita. Come rivelano fonti concordanti, a Bruxelles l' orientamento non è giunto a cuor leggero perché c' è la consapevolezza che un passaggio di questo tipo possa avere forti ripercussioni politiche a Roma, oltre che in ambito artistico e musicale.

 

franceschini e mogliefranceschini e moglie

Tutto inizia nel 2014 quando attraverso la direttiva 26, la cosiddetta «direttiva Barnier», l' Europa chiede ai Paesi membri di uniformare le regole nazionali sulla raccolta e la gestione dei diritti d' autore. L' obiettivo è consentire agli artisti di poter scegliere a quale operatore affidare i propri interessi.

 

In Italia la situazione è particolarmente complessa per effetto della legge 633 del 1941 che istituisce il monopolio. Il governo inizia a studiare una riforma, ma intanto scoppiano le battaglie legali. Quando spuntano i primi operatori concorrenti, con l' italo-britannica Soundreef in testa, Siae li porta in tribunale per dissuadere artisti ed emittenti dal rivolgersi ad altri soggetti. Questi ultimi rispondono presentando esposti alla Commissione Ue e all' Antitrust per denunciare l' impossibilità di operare sul mercato.

 

GIGI DALESSIOGIGI DALESSIO

Così tra una querela e un ricorso, mentre in Europa i monopoli spariscono, quello italiano resiste. E sopravvive anche al decreto legislativo n.35 licenziato nel marzo 2017, tre anni dopo l' invito di Bruxelles. Nelle intenzioni il provvedimento avrebbe dovuto recepire le indicazioni europee, ma in pratica non risolve i problemi. Questo perché se da un lato la riforma apre all' ingresso di nuovi operatori dando la possibilità ai titolari dei diritti di affidarsi «a un organismo di gestione collettiva o a un' entità di gestione indipendente di loro scelta», dall' altro lascia nelle mani della Siae la raccolta di tali profitti poiché prevede che questa venga svolta «in via esclusiva».

 

fedez ferragnifedez ferragni

Il risultato è un cortocircuito che genera problemi di interpretazione, paralizza gli operatori del settore e scontenta gli artisti in uscita dal sistema tradizionale. Il primo esame della nuova gestione va in scena durante il Festival di Sanremo: molti dei cantanti sul palco (tra cui Gigi D' Alessio) decidono di non farsi rappresentare dalla Siae, ma gli organizzatori non possono saldare quanto dovuto in materia di diritti perché la legge li obbliga a operare con la società che detiene il monopolio.

 

Lo stesso problema fa infuriare Fedez. Dopo aver affidato i suoi diritti a Soundreef si vede negare i proventi di nove delle 20 tappe del suo tour estivo e in più occasioni accusa il ministro Franceschini di conflitto di interesse alludendo al ruolo della moglie. Oltre a essere consigliera comunale del Pd a Roma, Michela Di Biase lavora per la Fondazione Sorgente Group, l' ente culturale di una holding che, tra le altre cose, si occupa della gestione del patrimonio Siae.

 

dario franceschini e michela de biasedario franceschini e michela de biase

Secondo il rapper non proprio una casualità. La società degli autori si difende spiegando che i brani di Fedez «hanno tanti autori» e quindi opera «per rappresentarli tutti» assicurando che «lui avrà le sue quote». Il ministro invece parla di «calunnie» e minaccia querele. A confermare il clima non proprio sereno all' interno della maggioranza ci pensa un emendamento del deputato Pd Emiliano Minnucci che, a distanza di quattro mesi dall' ok alla riforma, oggi propone di superare questo discusso monopolio limitando l' esclusiva della Siae «ai soli segmenti di mercato dove la rete territoriale della società può offrire un valore aggiunto».

 

Tutti episodi che hanno scaldato il dibattito senza risolvere il problema. Ora ci proverà la Commissione.

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…