bollore recchi

IN ATTESA DELLA PACE CON BERLUSCONI, BOLLORE’ VA AVANTI CON LA PAY TV EUROPEA - TUTTO PRONTO PER L’ACCORDO FRA TIM E “CANAL+”: L’OPERAZIONE VALE 100 MILIONI: 80 ITALIANI E 20 FRANCESI - AMOS GENISH INDICATO COME CAPO DELL’AZIENDA TELEFONICA, MA NON HA ANCORA IL PERMESSO DI LAVORO

 

Federico De Rosa per il Corriere della Sera

 

 

BOLLORE CANALBOLLORE CANAL

La joint venture tra Tim e Canal+ inizia a prendere forma. Poco dopo Ferragosto le due società hanno posto le basi dell' alleanza concordando un «term sheet», ovvero lo schema dell' intesa, in cui sono stati definiti ruoli, pesi e poteri dei due soci. Il documento è datato 17 agosto e porta la firma (in digitale, probabilmente era in vacanza) del presidente e ceo di Tim, Arnaud de Puyfontaine, che è anche ceo di Vivendi, a cui fa capo Canal+. Il documento non è stato ancora sottoposto al board di Tim, a cui dovrà trasmetterlo il Comitato controllo e rischi che deve prima esaminarlo.

 

L' accordo per la joint-venture, che potrebbe chiamarsi Canale+, assegna a Tim un ruolo strategico sia in termini di governance sia dal punto di vista finanziario. Il gruppo telefonico avrà l' 80% del capitale e i francesi il restante 20%. Quote che nel documento si riflettono anche sugli investimenti: vengono indicati impegni fino a 100 milioni, di cui 80 milioni in capo al gruppo telefonico.

 

TIMTIM

Quanto alla governance, Tim avrà il diritto di nominare l' amministratore delegato, il direttore generale e il direttore finanziario, mentre ai francesi spetta l' indicazione del responsabile dei contenuti. Si tratta della base su cui costruire il progetto industriale della pay-tv paneuropea a cui punta Vincent Bolloré, che però è stato fermato da a un lato dal governo, attraverso l' istruttoria sulla golden power, e dall' altra dall' AgCom con la richiesta a Vivendi di recedere dalla scalata a Mediaset.

 

silvio mediaset berlusconisilvio mediaset berlusconi

A far da contorno ci sono poi la richiesta danni da 3 miliardi presentata dal gruppo televisivo di Cologno, l' inchiesta della magistratura per sospetto insider trading e quella della Consob sul controllo effettivo di Tim da parte di Vivendi. Un « accerchiamento» provocato dalle (audaci) mosse di Bolloré che prima è arrivato a controllare il gruppo telefonico e poi a rilevare il 29,9% di Mediaset senza aver mai chiarito fino in fondo la sua strategia sui media in Italia.

 

Amos Genish con moglieAmos Genish con moglie

Sul mercato sta circolando la voce che Bolloré vorrebbe trovare un entente cordiale con Mediaset offrendole di entrare nella joint-venture. Resta il fatto che, qualunque siano le intenzioni di Bolloré, entro il 13 settembre Vivendi deve trovare un accordo con l' AgCom per ridurre il peso in Mediaset, incompatibile con la normativa italiana sui media. Pochi giorni dopo potrebbe arrivare anche la decisione del comitato per il «golden power» costituito a Palazzo Chigi. Ieri era in programma una nuova riunione del comitato che la scorsa settimana ha deciso di prendere tempo fino al 19 settembre per pronunciarsi.

giuseppe recchigiuseppe recchi

 

Entro la fine del mese dovrebbe arrivare invece il nome del nuovo ceo di Tim. Dopo una breve valutazione, il comitato nomine la scorsa settimana ha deciso di formalizzare l' incarico a Egon Zehnder, che aveva già preparato una lista preliminare. Sul mercato c' è la sensazione che alla fine il comitato nomine potrebbe convergere su una scelta interna tra il vicepresidente Giuseppe Recchi e il consigliere ed ex presidente di Tim, Franco Bernabè.

 

Franco BernabeFranco Bernabè

Sta di fatto che Bolloré ha comunque già indicato Amos Genish come capoazienda di Tim e il manager israeliano, ex responsabile dei piani di convergenza per Vivendi, in attesa di un permesso di lavoro che tarda ad arrivare, sta già esercitando questo ruolo convocando riunioni e incontri con i top manager. Resta da capire quali deleghe riceverà il nuovo ceo. Quelle lasciate da Flavio Cattaneo sono state rilevate da De Puyfontaine, eccetto quelle sulla rete che per motivi di sicurezza sono andate al vicepresidente Recchi.

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)