UN ROTTAMATORE IN FINMECCANICA – MAURO MORETTI PREPARA IL PIANO INDUSTRIALE MA INTANTO DA’ UN TAGLIO NETTO COL PASSATO – NUOVI MANAGER DALLE FERROVIE, TUTTO CENTRALIZZATO E RIORDINO DELLE CONTROLLATE, CHE DIVENTANO DIVISIONI

Fabio Tamburini per “Corriere Economia - Corriere della Sera

 

mauro morettimauro moretti

Nel confronto con Matteo Renzi, il presidente del consiglio che lo ha nominato, la differenza più evidente è l’età: 39 anni contro i 61 anni di Mauro Moretti, l’amministratore delegato di Finmeccanica. Ma c’è un tratto distintivo comune: l’impegno nella rottamazione, che per Moretti significa cambiare identità a un gruppo definito, senza reticenze, «un grande malato».

 

Moretti lo ha detto subito con assoluta chiarezza e non perde occasione per ribadirlo con parole impietose, facendo la faccia feroce, come nelle audizioni al Senato e alla Camera tenute nell’ultima decina di giorni. Finora però non ha scoperto le carte, che giocherà per passare dalle dichiarazioni d’intenti ai fatti. Lo farà con il piano industriale in preparazione, a cui sta lavorando e che sarà pronto entro fine anno, con l’obiettivo di presentarlo a inizio gennaio. 

Giuseppe-GiordoGiuseppe-Giordo


CAMBI
Nel frattempo la scelta è stata di scatenarsi nei cambiamenti di organigramma, seminando il panico in una struttura abituata a sopravvivere ad ogni cambiamento di vertice senza troppi problemi. È saltato il direttore generale, Sergio De Luca, peraltro in carica soltanto dal gennaio 2014, e sono arrivati i fedelissimi, tutti ex delle Ferrovie dello Stato, di cui Moretti è stato amministratore delegato prima della nomina in Finmeccanica. I Moretti’s boys , così sono stati subito ribattezzati, hanno però occupato funzioni di staff, senza intaccare le prime linee delle attività di business . Tutte, o quasi, destabilizzate dalle dichiarazioni e dai comportamenti del rude Moretti, ma nessuna sostituita (per il momento). 
 

INCERTEZZE
Il risultato è che l’incertezza sul futuro regna sovrana, seminando preoccupazione e scarso entusiasmo verso la nuova gestione. Tanto da giustificare una citazione di Niccolò Machiavelli, molto ricordata nei corridoi del quartier generale di Finmeccanica in chiave critica nei confronti dell’amministratore delegato: «Li uomini si debbono o vezzeggiare o spegnere». Alternativa su cui, per il momento, Moretti ha sorvolato. Nel mirino, in particolare, ci sono gli amministratori delegati Daniele Romiti (Agusta Westland), Giuseppe Giordo (Alenia Aermacchi), Fabrizio Giulianini (Selex Se). Il primo, viene detto, si sta dimostrando in linea con Moretti mentre sugli altri due nessuno è pronto a scommettere, anche se non ci sono decisioni prese. 

daniele romitidaniele romiti


La rivoluzione Moretti è stata annunciata con dichiarazioni di fuoco negli interventi alla Camera e al Senato, parlando a braccio, senza lasciare documenti o interventi scritti. L’indebitamento, ha detto, crea «una situazione di difficoltà importante» perché il dato medio annuale risulta intorno a 5 miliardi di euro contro i 3,9 miliardi fotografati dal bilancio a fine dicembre 2013, contro un patrimonio netto di 3,6 miliardi. 


In prima battuta è sembrata una novità mentre, a ben guardare, proprio la necessità di ridurre l’esposizione verso le banche era la ragione delle dismissioni annunciate dal predecessore, Alessandro Pansa, e la tendenza alla riduzione dell’indebitamento a fine anno è dovuta non a giochi di prestigio ma al fatto che, per le caratteristiche di molti dei business di Finmeccanica, una parte significativa delle fatture viene incassata nell’ultimo quadrimestre. In più, come ha specificato lo stesso Moretti rispondendo ad una domanda di Massimo Mucchetti, senatore eletto nelle liste del Pd, Finmeccanica non dovrà fare ricorso ai mercati finanziari fino al 2017. La seconda emergenza dichiarata da Moretti è la necessità di ridurre in misura significativa le attività svolte perché, ha spiegato, «non c’è azienda che possa vivere con 500 linee di business ».

 

Fabrizio Giulianini Fabrizio Giulianini

E anche questo è esattamente quello che pensava il predecessore, convinto come lui che fosse necessario ridurre il perimetro di Finmeccanica, come da annunci ripetuti più volte, sia pure con maggior diplomazia e linguaggio meno colorito. Sotto questo aspetto Moretti ha dato fuoco alle polveri mettendo spalle al muro, per esempio, la gestione di Alenia Aermacchi. «Non si può produrre solo carpenteria metallica - ha detto - perché si è perdenti» nei confronti dei produttori coreani, cinesi, indiani, che hanno il vantaggio della manodopera a basso costo. 


L’attacco è frontale, come lo è la scelta di trasformare in divisioni le società controllate, trasferendo a Roma i loro quartieri generali. Tutti nel palazzo di piazza Montegrappa e tutti sotto controllo. Fine dell’era delle autonomie troppo spinte e fine di Finmeccanica come conglomerata. La necessità di un ruolo più centrale della holding espone però al rischio di svuotare le ex controllate riducendone le capacità di crescita. Un errore che potrebbe rivelarsi particolarmente grave in una fase, quella prossima, in cui faranno sempre più premio la crescita sui mercati esteri. 

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