angela merkel bazooka

VOLETE SAPERE PERCHÉ L’ECONOMIA TEDESCA SARÀ LA PRIMA A RIPARTIRE? – I SOLDI DEL GOVERNO SONO ARRIVATI IN 36 ORE DIRETTAMENTE SUL CONTO CORRENTE, SENZA MODULI DA COMPILARE O COMPLICAZIONI BUROCRATICHE – IN PIÙ, LA MERKEL NON SI È MESSA A DARE SUSSIDI A PIOGGIA COME CONTE E GUALTIERI, MA HA APPROVATO UN PIANO DI SVILUPPO VERO PER LE AZIENDE E NON SOLO. TOTALE DEL GIOCHINO: 353 MILIARDI DI AIUTI E 819 DI GARANZIE…

 

 

 

Tonia Mastrobuoni per “Affari & Finanza – la Repubblica”

 

la garibaldina - enoteca a berlino

"A me è andata bene. I soldi sono arrivati in 36 ore sul conto corrente. Ed essendo il mio negozio un' enoteca, ho potuto tenere aperto. Ho deciso io di ridurre l' orario, ma il fatturato è calato ad aprile e a maggio più o meno del 10-15%: niente di preoccupante. E non le dico la gioia di poter stare molto di più con i miei figli». Gianluca Borelli è romano, e da quasi dieci anni è proprietario di una piccola enoteca nel quartiere berlinese di Charlottenburg, "La Garibaldina".

 

Andreas Geisel

Ormai nella capitale quasi tutti i negozianti hanno tirato su la saracinesca, dal 2 giugno il Comune darà il via libera alle feste e ai piccoli concerti, e persino le palestre e le "kneipen", le birrerie, potranno riaprire, anche se il bancone resterà bandito ai clienti. «Altrimenti - ha spiegato il senatore agli Interni, Andreas Geisel - non si riescono a rispettare le distanze minime». E quelle, per un altro mese, continueranno a valere per tutta la Germania: 1,5 metri, all' aperto o al chiuso.

 

URSULA VON DER LEYEN ANGELA MERKEL

Borelli conferma una tendenza che si rileva ovunque nel Paese, e non solo a Berlino. Gli "aiuti immediati" che il governo ha stanziato a fine marzo, sono arrivati nel giro di pochissimi giorni nelle tasche di autonomi, piccoli imprenditori, artisti. Borelli ha fatto richiesta per 5.000 euro, ma nel pacchetto «più ambizioso della storia della Repubblica», come lo ha presentato il governo Merkel, erano previsti fino a 9.000 euro per imprese con meno di cinque dipendenti, fino a 15.000 per quelle con meno di 15. Aiuti che, combinati con il divieto di sfratto e la possibilità di dilazionare il pagamento degli affitti, hanno consentito a musicisti e gestori di discoteche, ad artisti e negozianti di superare un periodo atroce.

 

giuseppe conte angela merkel

Complessivamente la Germania ha stanziato 353,3 miliardi di aiuti e 819,7 miliardi di garanzie in tempi record, polverizzando il pareggio di bilancio religiosamente coltivato per sette anni: 156 miliardi saranno spesi in disavanzo. Un piano da quasi 1.200 miliardi che Berlino ha cominciato a pompare da fine marzo nella sua economia, piombata come il resto del mondo nel doloroso letargo da coronavirus. Ma è chiaro che quel multiplo di soldi, rispetto a ciò che la Francia o l' Italia o la Spagna hanno potuto mettere sul piatto, potrebbe consentire al Paese di Angela Merkel di ripartire a razzo. Secondo l' Ifo, che prevede una recessione del 6,6% nel 2020, l' anno prossimo potrebbe essere quello di un rilancio poderoso. Gli economisti di Monaco stimano nel 2021 un recupero dell' economia tedesca del 10,2%.

angela merkel incazzata

 

A marzo il lockdown in Germania è scattato da metà mese. Eppure, rispetto a febbraio, la differenza nel fatturato si è fatta sentire in molti settori. Il crollo negli acquisti di biciclette e libri è stato quasi del 19%, la contrazione nei prodotti per la casa è stata di oltre il 17%, nel settore dell' abbigliamento quasi del 53% secondo le elaborazioni di Statista.

Eppure, Joachim Pianka non se la sente di lamentarsi. Contrariamente a Borelli, ha dovuto chiudere il suo negozio di abbigliamento per oltre un mese. Il suo "Fein und Ripp" si affaccia su una delle principali arterie di Kreuzberg ed è un trionfo di colori autunnali.

 

ANGELA MERKEL LARS FELD

Le bretelle vivaci, le camice alla coreana, le gonne plissettate o i pantaloni di velluto sembrano saltati fuori da un set d' epoca di Martin Scorsese. Pianka ammette di essersi persino goduto la chiusura del negozio, tra il 16 marzo e il 25 aprile. «Berlino era bellissima, c' era quell' atmosfera tipica di quando ci sono 15 centimetri di neve, una calma incredibile ». Molti clienti abituali hanno continuato a comprare i suoi prodotti online, «e appena abbiamo riaperto, sono immediatamente tornati a trovarci». Il suo fatturato è crollato di un quinto a marzo, e ad aprile la contrazione ha toccato punte del 40-50%, ma lui non si è mai davvero preoccupato. Anche Pianka ha fatto una richiesta di aiuti finanziari che sono arrivati «a strettissimo giro». E grazie alla Kurzarbeit, alla cassa integrazione tedesca, ha anche evitato di licenziare i suoi impiegati: insieme ai suoi due figli sono tornati tutti a lavorare dal 25 aprile. «Per me il lockdown è stato quasi come una lunga vacanza», sorride.

angela merkel starnutisce 2

 

L' orario ridotto tedesco è stato un sollievo non soltanto per Pianka, ma per tutta la Germania. Tra marzo e maggio oltre 750mila aziende l' hanno chiesto, scongiurando un' ondata di disoccupazione enorme. Oltre 10 milioni di tedeschi hanno visto la loro settimana lavorativa accorciata, a fronte di uno stipendio pagato al 67% per i lavoratori con figli, del 60% per chi non ne ha. E il tasso di disoccupazione è salito poco: ad aprile i disoccupati in più erano 308.000, il tasso medio ha raggiunto il 5,8%. Non male per un Paese in lockdown.

 

angela merkel starnutisce

Peraltro, il governo non si è limitato a erogare i sussidi alle piccole imprese o a varare la cassa integrazione per proteggere i lavoratori, ha anche approvato o un ambizioso piano per aiutare le aziende medie e grandi. Dal cilindro del ministro delle Finanze Olaf Scholz è saltato fuori un pacchetto da 400 miliardi di garanzie, altri 100 miliardi di rifinanziamenti a programmi 1L' autostrada A12 Brandeburgo-Francoforte sull' Oder con il traffico di Tir incolonnati verso la Polonia subito prima della frontiera lo scorso 20 maggio.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO