ex ilva acciaierie d italia taranto adolfo urso

A CHI L’ACCIAIO? NON A NOI – I COMMISSARI DI ACCIAIERIE D’ITALIA HANNO PRESENTATO AL MINISTRO DEL MADE IN ITALY, ADOLFO URSO, LE OFFERTE PER L’EX ILVA, CHE FINIRÀ IN MANI STRANIERE: IL  CONSORZIO AZERO DI BAKU STEEL METTE SUL PIATTO OLTRE UN MILIARDO DI EURO (600 MILIONI PIÙ LA VALORIZZAZIONE DEL MAGAZZINO A CIRCA 500 MILIONI) CONTRO I 600 MILIONI DEGLI INDIANI DI JINDAL STEEL, CHE PERÒ HANNO MAGGIORE ESPERIENZA NEL SETTORE – OGGI IL VERTICE A PALAZZO CHIGI, MA LA DECISIONE FINALE POTREBBE SLITTARE – IL NODO DEL RUOLO FUTURO DELLO STATO: URSO VORREBBE CHE INVITALIA RILEVASSE IL 20%, GIORGETTI È CONTRARIO…

Estratto dell’articolo di Paolo Bricco e Carmine Fotina per “Il Sole 24 Ore”

 

stabilimenti ex ilva a taranto

Impresa e ambiente. Nuovo passaggio - senza però l’accelerazione attesa - per il destino dell’ex Ilva, con il governo Meloni che sarà chiamato nei prossimi giorni a decidere - ponderando bene una scelta così strategica - a chi dare quel che resta della maggiore acciaieria europea. E, poi, parziale ricostituzione del tesoretto con cui realizzare le bonifiche ambientali.

 

Ieri sera i commissari di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria hanno presentato ad Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy, le proposte del consorzio azero imperniato su Baku Steel, degli indiani di Jindal Steel International e del fondo americano Bedrock Industries.

 

adolfo urso giorgia meloni question time alla camera

[…]  Questa mattina a Palazzo Chigi si terrà il tavolo allargato con i diversi esponenti del governo italiano, con i commissari e con i vertici di Invitalia che, di nuovo, tornerà ad avere un ruolo cruciale, nella costruzione di una road map verso la normalità per una acciaieria che, dalle 12 milioni di tonnellate prodotte nel 2006 con la proprietà dei Riva, l’anno scorso è planata a una produzione di due milioni.

 

[…]  Il governo è chiamato a ricostituire almeno in parte la dote prelevata dal “patrimonio destinato” confiscato alla famiglia Riva e utilizzato per la continuità operativa di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria. Con vari provvedimenti normativi sono stati dirottati a questo scopo potenzialmente fino a 550 milioni. Il ministero delle Imprese e del made in Italy, che ritiene che per le bonifiche programmate ci sia una sufficiente copertura fino almeno fino al primo quadrimestre del 2026, ha comunque intenzione di intervenire con un emendamento in commissione Industria al Senat  […]

 

Baku Steel

Tornando al problema della società ex Ilva, proprio perché Taranto è strategica, non è appunto escluso che ci voglia ancora qualche giorno di riflessione prima di arrivare, per il governo Meloni, a una scelta definitiva. Soprattutto perché l’intero processo decisionale – spiegano fonti vicine al dossier - va costruito in maniera inappuntabile.

 

Il consorzio azero – dato per favorito fin dal primo giro di offerte - offre più soldi cash ma ha meno esperienza nella gestione di sistemi complessi, da subito ha garantito un numero maggiore di addetti ma con il rischio di non supportarlo nella finanza di impresa.

 

Gli indiani di Jindal, che sono molto combattivi e convinti di avere un ottimo piano industriale e una elevata expertise nella riduzione dell’impatto ambientale, si sono detti disponibili ad aumentare gli investimenti di un buon 30% e il personale mantenuto in attività di un buon 20%, ritoccando minimamente la parte liquida dell’offerta.

 

acciaierie d italia 1

In ogni caso si pone un problema di presenza dello Stato italiano, chiesta dagli azeri. Ilva nasce Italsider, quindi pubblica. E, come tale, è stata fino alla privatizzazione del 1995. Il commissariamento, successivo alle inchieste giudiziarie, è stato una statalizzazione.

 

Quando con la prima asta ha vinto Arcelor Mittal, si è creata la stranissima condizione di uno Stato presente tramite la Invitalia di Domenico Arcuri che ha messo molti soldi, aveva una governance di controllo congiunto ma lasciava agli indiani l’esercizio del potere, senza vincoli concreti.

 

Ora si sperimenta la condizione, non priva di criticità, di un governo sovranista che, dopo la non felice gestione privata di Arcelor Mittal sotto Lucia Morselli, manda in amministrazione straordinaria la società per poi compiere di nuovo la sua privatizzazione, ma si sente chiedere di mantenere un presidio pubblico nel capitale.

 

GIORGIA MELONI ADOLFO URSO - MEME BY EMILIANO CARLI

Il governo Meloni ha al suo interno posizioni sfumate. Se il ministero delle imprese e del made in Italy chiede alla Invitalia di Bernardo Mattarella di rilevare una quota di minoranza, non inferiore al 20%, il ministero dell’Economia, che deve generare una posta di bilancio di almeno 200 milioni di euro per sottoscrivere questo capitale, è più guardingo. […]

LUCIA MORSELLI ex ilva di taranto

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