castellucci

CASTELLUCCI DI CARTA: L'AD DI AUTOSTRADE E ATLANTIA (DA 17 ANNI AI VERTICI DELL'AZIENDA!) FINALMENTE SI FA INTERVISTARE E NON ESCLUDE L'INGRESSO DELLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI: TE CREDO, SE ARRIVA LO STATO AZIONISTA, LA SUA CONCESSIONE È BLINDATA - ECCO COME SPIEGA I PENOSI COMUNICATI-SCARICABARILE E IL DISASTRO COMUNICATIVO DOPO IL DISASTRO DEL PONTE MORANDI

 

Roberto Mania per la Repubblica

 

In questa intervista, la prima dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, il numero uno di Autostrade ripete le scuse per aver dato «la percezione di mancanza di vicinanza alle vittime», subito dopo la tragedia. Respinge l' idea che le condizioni previste dalla concessione siano troppo squilibrate a favore di Autostrade. Ricorda che l' eventuale processo di nazionalizzazione è «tutelato dai contratti e dalla Costituzione».

 

Castellucci, il giorno del crollo il suo gruppo ha dato la sensazione di non aver compreso l' entità del dramma. E di un' assenza di partecipazione rispetto alla tragedia delle vittime. Perché?

GIOVANNI CASTELLUCCI

«Sono state ore particolari in un periodo particolare dell' anno. Sicuramente - e l' ho già detto - non siamo riusciti a far sentire a Genova e all' intero Paese la nostra vicinanza. Ho già espresso, per questo, le mie scuse. Forse perché la nostra voce si è persa di fronte alla quantità di reazioni che questa gravissima tragedia ha suscitato.

 

Forse anche perché appena arrivati sul posto, ed io sono stato il primo ad arrivare tra coloro che non erano in turno quel giorno, la prima preoccupazione è stata di cooperare con il presidente della Regione e con il sindaco in una sorta di comitato di crisi per risolvere le prime urgenze: i soccorsi e la viabilità alternative».

 

E perché il lungo silenzio anche della famiglia Benetton che con il 30% controlla il gruppo?

«Gilberto Benetton mi ha personalmente trasmesso il cordoglio e la sofferenza della famiglia. Ma nella tragedia di Genova spetta ad Autostrade far sentire la voce e la vicinanza alla comunità».

 

La magistratura accerterà le responsabilità, ma lei ha pensato in questi giorni di dimettersi?

«La mia principale preoccupazione è far uscire Genova e la società Autostrade dall' emergenza a fianco delle istituzioni locali, con cui c' è un dialogo costruttivo».

FABIO CERCHIAI E GIOVANNI CASTELLUCCI

Quella che si prospetta è una battaglia legale dopo l' avvio delle procedure da parte del Governo per la revoca della concessione, ma anche una battaglia di comunicazione.

 

Perché l' altro ieri avete anticipato l' audizione del ministro Toninelli rendendo note le parti della convezione fino ad allora secretate? E perché avete omesso la proroga collegata ai lavori della Gronda?

«Intanto il corpus complessivo del contratto, degli atti aggiuntivi e degli allegati tecnici e finanziari era già stato consegnato alla commissione competente del Senato oltre un anno fa, affinché fosse consultabile da parte dei parlamentari della commissione. Dunque non era da tempo un "segreto di Stato". In ogni caso non c' è alcuna correlazione tra l' audizione del ministro e la nostra decisione di rendere pubblici i testi completi della convenzione, la gran parte dei quali era già stata pubblicata on line dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

 

Lo abbiamo fatto per rispondere a dubbi e sospetti. Sulla cosiddetta proroga della concessione era arrivato il via libera dalla Commissione di Bruxelles, ma ora è il ministero che può decidere di completare l' iter. Per questo non c' è ancora nulla da pubblicare».

castellucci e cerchiai

 

Dopo l' avvio della procedura di contestazione da parte del governo che potrebbe portare alla revoca della concessione, avete immaginato il gruppo Atlantia senza Autostrade?

«Autostrade fa parte del patrimonio storico di Atlantia di cui è l' asset più importante. Non ci sono allo stato altri scenari. E siamo fiduciosi di poter dimostrare la correttezza del nostro operato».

 

Si è parlato molto dell' ingresso di Cdp in Autostrade, è questo uno scenario possibile?

«Non c' è alcun progetto né alcun contatto. Posso dire, tuttavia, che la cooperazione con fondi di investimento istituzionali anche di matrice pubblica e con obiettivi di lungo termine fa parte del nostro dna. È il caso di Edf, nostro partner in Francia, di Cpp (primo fondo pensione canadese) in Sud America e di Bank of China attraverso Silk Road Fund in Autostrade per l' Italia».

 

È uno scenario possibile anche quello della nazionalizzazione?

«Molti ne hanno parlato evidenziando l' incoerenza di un ritorno al passato, che sarebbe in totale controtendenza nel mondo occidentale. Mi limito ad osservare che sono i contratti e la Costituzione a chiarire quali sono le condizioni per una eventuale nazionalizzazione».

giovanni castellucci

 

L' accusa che vi viene fatta è di aver gestito un bene pubblico guardando solo gli interessi privati, i profitti e i dividendi degli azionisti.

«Questo è un tema centrale su cui è bene fare chiarezza. Ci sono troppe informazioni, dati, numeri che circolano a volte in maniera incompleta o tralasciando le cose importanti. Autostrade privatizzata è una società radicalmente migliore rispetto a quella pubblica, da qualunque parte la si guardi: investimenti, qualità dei servizi, sicurezza, efficienza, viabilità.

 

Fino ad arrivare alle risorse devolute allo Stato. Prima della privatizzazione Autostrade investiva in media 120 milioni l' anno. Dopo la privatizzazione abbiamo tenuto un ritmo sei volte superiore, circa 750 milioni annui di investimenti l' anno. La mortalità si è ridotta del 75 % grazie a tutti gli interventi, dall' asfalto drenante su tutta la rete ai sistemi di controllo della velocità. Autostrade pubblica versava allo Stato 900 milioni circa l' anno, inclusi i dividendi. Ora da privati ne versiamo circa 1,4 miliardi».

 

i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova

Eppure secondo il governo, e non solo, è una concessione squilibrata a favore del privato.

«Non si può dimenticare che la società fu privatizzata nel 1999 a un valore complessivo di otto miliardi di euro, oltre quattro volte il valore di libro, in base a una gara internazionale. Commisurato a quell' investimento, il rendimento è stato in linea con il mercato.

Un rendimento, non dimentichiamolo, che termina nel 2038. E rispetto al presunto squilibrio della concessione ritengo che il via libera della Commissione europea alla proroga, dopo un' istruttoria di oltre un anno focalizzata su eventuali condizioni di privilegio per il concessionario, dimostri esattamente il contrario».

 

Ma la concessione stabilisce un tasso di remunerazione del capitale investito di oltre il 6,85% netto, superiore al 10 % lordo. Le sembra un trattamento di mercato?

«C' è un grande fraintendimento, che a volte sembra creato ad arte. Il numero a cui lei fa riferimento è il rendimento fissato nel 2012 quando i Btp garantivano un rendimento netto del 5%, al culmine della crisi. E si riferisce solo a investimenti richiesti dopo il 2008, ad oggi ancora in fase autorizzativa. Quindi è un rendimento applicato solo marginalmente e già rivisto per il prossimo quinquennio fortemente al ribasso, in base alle direttive Cipe e grazie alla riduzione degli spread. Ma ripeto, sono le modalità standard di calcolo del rendimento del capitale per tutte le utility».

 

E le pare ragionevole che i pedaggi crescano più dell' inflazione?

«Non è così. Il meccanismo prevede una crescita pari al 70 % dell' inflazione, salvo le remunerazioni previste per gli investimenti addizionali richiesti dallo Stato a valle della privatizzazione».

gilberto benetton

 

Dunque è colpa dello Stato se aumentano i pedaggi?

«Non è una colpa: è lo Stato che ci ha chiesto interventi ulteriori, che noi abbiamo realizzato per adeguare la nostra rete ad un traffico che negli anni è cresciuto.

Investimenti fortemente richiesti dai territori per migliorare la competitività. E comunque, nonostante i forti investimenti, le tariffe italiane restano ampiamente inferiori alla media europea».

 

campagna pubblicitaria autostrade per l italia

Ma voi ricostruirete il ponte o lo farà un altro soggetto pubblico? Metterete solo i soldi? Lei sta parlando con il governo italiano o con il ministro dei Trasporti?

«La ricostruzione è stata delegata al Commissario straordinario con cui abbiamo rapporti quotidiani e costruttivi. Quanto al ministro dei Trasporti, il rapporto principale è la procedura di contestazione a cui risponderemo nei prossimi giorni. Noi rimaniamo a disposizione di tutte le istituzioni e auspichiamo che si crei un clima costruttivo con tutti».

 

Rifarete il ponte con la collaborazione di Fincantieri?

«Stiamo andando avanti con il nostro progetto coinvolgendo i migliori progettisti ed esecutori, interni ed esterni. Confermiamo che in otto mesi dalla disponibilità delle aree si può ricostruire. Ma ogni altro contributo qualificato è ben accetto e lo valuteremo, con grande attenzione».

 

 

crollo ponte morandi genova foto lapresse 2crollo ponte morandi genova foto lapresse 1ponte morandi

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO