FIAT FANTASY – ‘DICE MARCHIONNE CHE NON SARÀ UN NUOVO CAPITOLO, MA UN NUOVO LIBRO. UN NUOVO MODELLO, MAI?’ - L'IMPULLOVERATO LANCIA UN PIANO FARAONICO, CON TANTE SLIDE, INVESTIMENTI MILIARDARI E STIME DI VENDITE SUPER. E OGGI IN BORSA FIAT CROLLA (-8%)

1. Maurizio Crippa per "Il Foglio" - Dice Marchionne che non sarà un nuovo capitolo, ma un nuovo libro. Un nuovo modello, mai?

2. LE SLIDE DI MARCHIONNE E IL RENZISMO DI FIAT
Salvatore Cannavò per "il Fatto Quotidiano"


Che tra Sergio Marchionne e Matteo Renzi ci sia un feeling lo si capisce dal modo in cui lanciano programmi e progetti. Ieri, a Detroit, l'amministratore della nuova Fiat, la Fca, che da oggi vedrà il nuovo marchio apposto sugli stabilimenti del gruppo, ha presentato la propria "road map". Giorno delle grandi occasioni, tutti i manager schierati, i capi "brand" chiamati a definire le strategie di ogni singolo marchio per una kermesse iniziata alle 15 ora italiana e ancora in corso mentre scriviamo.

Tante slide, investimenti miliardari, modelli che si sovrappongono ad altri, stime di vendita eccezionali da qui al 2018. La strategia ruota attorno a una operazione di immagine che rilancia il glorioso marchio Alfa per cui si spenderanno 5 miliardi di euro in quattro anni con nuovi otto modelli e un obiettivo di vendita di 400 mila vetture nel 2018, il quintuplo di oggi. Ma, a sfornare utili per l'azienda e a trainare le previsioni di vendita, sarà il marchio Jeep la cui produzione dovrà più che raddoppiare e che rappresenterà la metà delle maggiori auto prodotte.

Il marchio Fiat, invece, sarà su piazza con una serie di modelli la maggior parte dei quali ancora non precisati. L'Europa, poi, resta la ruota di scorta con una previsione di vendite importante in paesi come Asia e America latina. In serata è stato Richard Palmer, il direttore finanziario del gruppo, ha fare i conti sugli investimenti: 55 miliardi dal 2014 al 2018. E prevede ben 132 miliardi di utili. Cifre da capogiro anche per le vendite: 7 milioni di auto, a livello globale, nel 2018.

"Oggi è il primo giorno di una nuova vita per Fiat Chrysler Automobiles - ha detto Marchionne - Non apriamo un nuovo capitolo, cominciamo a scrivere un nuovo libro". Nel "libro" sono contabilizzate sei milioni di vetture prodotte nel 2018, una quota che permetterebbe alla Fca di essere tra le prime 6 o 7 case mondiali. Lo stesso obiettivo, però, era stato annunciato già nel 2010 e doveva essere raggiunto nel 2014.

Quel progetto si chiamava "Fabbrica Italia" e si è concluso con meno di 4 milioni di auto prodotte, compresi i veicoli industriali, e con un terzo della forza lavoro italiana in cassa integrazione. Ora si ricomincia e non c'è che da sperare in una riuscita positiva.

Nella quantità di diapositive e immagini presentate a stampa, analisti e sindacati - presente una delegazione italiana ma soprattutto il "capo" del sindacato Usa, Bob King - spicca, per storia e immaginario, il rilancio dell'Alfa Romeo. Il marchio del biscione lancerà 8 nuovi modelli fra il quarto trimestre 2015 e il 2018. Gli investimenti sono stimati in 5 miliardi di euro.

Il responsabile del marchio, Harald Wester, ha stimato in 400 mila le vetture vendute nel 2018 a fronte delle 74 mila delle del 2013. L'unica cosa chiara, però, è che nel quarto trimestre 2015 ci sarà il lancio di una vettura del segmento medio mentre tra il 2016 e il 2018 seguiranno: due compatte, un'altra media, un'ammiraglia, due Suv e una "specialty". Obiettivo: "Tornare alle nostre radici".

Per quanto riguarda la Fiat, l'obiettivo di vendita nel 2018 è di 1,9 milioni nel mondo dal-l'1,5 attuale. Come? Raddoppiando le vendite nell'area nordamericana (Nafta) dalle 50 mila odierne, incrementando quelle asiatiche da 70 a 300 mila stimando come stabili quelle in Europa, Medio Oriente e Africa (area Emea) a 700 mila. Aumento previsto, invece, in America latina da 700 a 800 mila: "L'obiettivo è uno, rimanere al top in Brasile", ha detto l'ad.

Il balzo della Fiat dovrebbe essere garantito da otto nuovi modelli, sempre fra il 2014 e il 2018: una 500X (una sorta di grande Suv), una berlina compatta e un'altra "Specialty" non precisata. Poi, dal 2016, una compatta due volumi, una station wagon compatta e una vettura di segmento B. Nel 2017 uscirà una Cuv (Cross utility vehicle) mentre nel 2018 ci sarà una nuova Panda. Sei nuovi modelli, invece, per Maserati: la coupé Alfieri, il suv Levante, le berline Ghibli e Quattroporte, l'Alfieri Cabrio e una nuova Granturismo.

Vendite moltiplicate per cinque, da 15 a 75 mila e ricavi a oltre 6 miliardi di euro contro gli 1,7 miliardi del 2013. Nel marchio di pregio Marchionne ha ribadito che "la Ferrari non si vende" anche se vale circa 4,5 miliardi. Ci sarà un tetto ai volumi delle auto prodotte a 7 mila vetture l'anno per mantenere l'esclusività del marchio. Infine, la strategia Jeep, quella cruciale.

L'obiettivo è 1,9 milioni di vetture rispetto alle 730 mila del 2013. In totale gli stabilimenti passeranno da 4 a 10 e saranno collocati in sei paesi tra cui l'Italia con Melfi che ne produrrà 200 mila l'anno. La Jeep è pensata per l'America latina (+50%) e l'Asia-Pacifico (+45%) ma anche Europa (+35%) e Nafta (+10%). Il marchio Chrysler, invece, passerà dalle 350 mila vetture del 2013 a 800 mila nel 2018.

Soddisfatta la Fim-Cisl che vede consolidate le prospettive degli stabilimenti italiani: Mirafiori e Grugliasco, con la Maserati, Cassino con l'Alfa e Melfi con la Jeep: "Grazie agli accordi - dice il segretario Beppe Farina - oggi si parla di futuro". Lo fece anche Fabbrica Italia.


3. MILIARDI, MODELLI: I PIANI FANTASIA DEL LINGOTTO
Il "Fatto Quotidiano" pubblica un'anticipazione di "American Dream" di Marco Cobianchi, in libreria da oggi

Cosmopolita e poliglotta, lavoro-dipendente e meticoloso, spaventosamente ambizioso e ancora di più tenace. La vita privata viene sempre "dopo" e pretende che sia lo stesso anche per i suoi manager, costretti non solo a trascorrere un weekend al mese chiusi in riunione con lui, ma anche a vedersi le partite dell'Italia ai Mondiali del 2006 e 2010 a casa sua, in Svizzera.

L'iperattivismo di Sergio Marchionne lo si nota soprattutto dalla frequenza con cui presenta i suoi piani industriali. Alla Fiat, infatti, non si sono mai prodotte tante slide come con lui. Tra il 2004 e il 2013 la società presenta ben otto piani. L'inchiostro non fa in tempo ad asciugarsi che subito ne arriva uno nuovo. Tuttavia, ogni volta che ne presenta uno, nessuno si accorge che le promesse che contiene sono scritte sulla sabbia poiché pochi mesi prima ne aveva già presentato un altro e pochi mesi dopo ne avrebbe illustrato un terzo. Tutti diversi.

Nel primo piano industriale, quello dell'agosto 2004, dal titolo The New Fiat Group: A Commitment to Execution, Marchionne promette il lancio di dieci modelli in tre anni. Passa un anno e ne garantisce 17 nei successivi quattro anni, più 13 restyling insaporiti da 9,55 miliardi di investimenti per l'auto. Alla presentazione del terzo piano (novembre 2006), vengono invitati, per la prima volta, anche operai e impiegati. I miliardi da investire salgono a 16 e i modelli scendono a 15.

Inoltre, per il marchio Alfa, promette cinque nuovi modelli: ne arriveranno due e "mezzo" perché dell'8C Competizione verranno prodotti appena 500 esemplari. Il quarto piano, quello del 2009, riguarda soprattutto le attività americane della Chrysler e, sempre nell'anno, sotto Natale, Marchionne presenta lo spettacolare "Piano per l'Italia": 30 nuovi modelli in 24 mesi e 8 miliardi di euro di investimenti nell'Auto .

Ma è ancora niente: quattro mesi dopo illustra "il più straordinario piano industriale che il nostro paese abbia mai avuto", l'indimenticabile "Fabbrica Italia", che provocherà la spaccatura tra i sindacati, il referendum di Pomigliano e l'uscita della Fiom dalle fabbriche Fiat. Quel piano prevede 20 miliardi di investimenti per triplicare la produzione italiana di auto e arrivare a vendere, insieme a Chrysler, ben 6 milioni di vetture nel mondo con addirittura 47 novità da lanciare sul mercato.

Dopo appena 14 mesi, "Fabbrica Italia" viene ritirato e Marchionne ripiega su un ben più modesto piano industriale (il settimo) che prevede il lancio di due Suv, peraltro mai visti. Con l'ottavo piano (30 ottobre 2012), si abbassano i target di vendita: da 6 milioni di auto si scende a 4,6, massimo 4,8, e i modelli da lanciare calano a 30. Sui miliardi di investimenti Marchionne preferisce soprassedere.

A forza di programmare lo sviluppo della Fiat, Marchionne ne ha realizzato il declino. Ha mantenuto circa il 50 per cento delle promesse fatte nei suoi otto piani industriali e delle 64 nuove auto che voleva lanciare ne ha realizzate 33. Voleva produrre 6 milioni di vetture nel mondo, ma nel 2012 ne ha costruite, calcolando anche Chrysler e i camion Iveco, solo 4,4 milioni.

Nel frattempo, nell'arco del 2013, in Europa sono state immatricolate 11.850.905 auto, di cui 724.283 vetture del gruppo Fiat, pari a una quota di mercato del 6,1 per cento. Ma questa percentuale comprende anche i veicoli venduti dalla Fiat in Italia, pari a 374.217 unità. Se si esclude il mercato interno, la quota Fiat nel resto d'Europa è di appena il 3,3 per cento. Per soddisfare la domanda del vecchio continente sarebbe sufficiente la fabbrica polacca di Tychy, che da sola produce quasi 800.000 auto l'anno.

 

 

 

SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN ASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN FOTO LA PRESSE JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE ED EMILIO BOTIN FOTO LAPRESSE IL NUOVO LOGO DI FIAT CHRYSLER AUTOMOBILESMARCO COBIANCHI AMERICAN DREAMLogo "Fiat"FIAT mirafioriPOMIGLIANO - FIATANDREA AGNELLI, MARCHIONNE, ELKANN

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