giulia salvatore ligresti

L'ASCESA E LA CADUTA DEI LIGRESTI NEL DIARIO DI GIULIA, CHE RICOSTRUISCE LA FINE DI FONSAI. L'ADVISOR DI FAMIGLIA DICEVA: ''NON SOLO PER NAGEL SIETE GIÀ MORTI, MA VI HA GIÀ FATTO IL FUNERALE CON UNIPOL'' - LA FAMIGLIA HA SPOLPATO LA SOCIETÀ, MA È STATA MEDIOBANCA, PAGATA DA UNIPOL, AD AFFOSSARLA - ISVAP, CONSOB, ADVISOR: I RUOLI OPACHI

Claudio Laugeri per www.lastampa.it

 

MEMORIALE DI GIULIA LIGRESTIMEMORIALE DI GIULIA LIGRESTI

Stile asciutto, asettico, poco più di una cronologia, come la stessa autrice indica nel frontespizio. È il diario di Giulia Ligresti, dove la figlia del più noto immobiliarista Salvatore ricostruisce gli ultimi due anni di Fonsai. Ascesa e caduta finanziaria di una famiglia tra le più chiacchierate d’Italia. Papà Salvatore e l’altra figlia Jonella sono imputati a Torino in un processo per reati che vanno dal falso in bilancio, alle false comunicazioni sociali, all’aggiotaggio. Il pm Marco Gianoglio ha ricostruito tutta la vicenda, compreso il «diario di Giulia». Il 9 febbraio concluderà la requisitoria, con le richieste di condanna.

 

SENZA VELI 

JONELLA 
LIGRESTI
JONELLA LIGRESTI

Giulia cerca materiale. Scava nella memoria. Annota date. Resoconta riunioni riservate. Ricorda retroscena, telefonate, chiacchierate nei corridoi. Assembla il puzzle dei movimenti bancari, delle offerte per risollevare il gruppo assicurativo. Cita anche i rilievi Isvap e Consob, che hanno spinto sull’acceleratore del rinnovamento.

 

GERONZI PONZELLINI E LIGRESTI GERONZI PONZELLINI E LIGRESTI

Trentasette pagine dove Giulia parla di sé in terza persona, come per dare oggettività alle proprie parole. Poche volte si lascia andare a considerazioni, come quando evidenzia i comportamento degli avvocati che assistevano la famiglia nel momento della ricapitalizzazione. Il momento più difficile, quello dove la famiglia rischiava di perdere tutto. È il nodo della questione.

 

COPERTINA DE IL MONDO CON SALVATORE LIGRESTI COPERTINA DE IL MONDO CON SALVATORE LIGRESTI

La gestione Ligresti di Fonsai è stata un colabrodo, come tenere aperto un rubinetto su una vasca bucata. Alla fine, Consob arriva a ipotizzare una ricapitalizzazione da un miliardo e 100 milioni. Papà Salvatore cerca in tutti i modi contenere la ricapitalizzazione, punta a fermare la bilancia sui 790 milioni. Niente da fare.

 

Le nomine 

ligresti big ligresti big

Il diario di Giulia parte dal 4 marzo 2011, con la «risposta di Consob al quesito Groupama su esenzione Opa: parere negativo.L’operazione avrebbe reso indipendente Fonsai da Mediobanca». E via via con «Unicredit che impone 3 consiglieri (il 2 agosto) e 2 manager». Pochi giorni dopo, proprio da uno di questi manager arriva il suggerimento per un aumento di capitale. L’inizio della fine (finanziaria) dei Ligresti.

 

LIGRESTI CON LE FIGLIELIGRESTI CON LE FIGLIE

Più che una sensazione. E’ un advisor di Premafin a parlare ai «4L» (la famiglia Ligresti): «Non solo per Nagel (Alberto, manager Mediobanca, ndr) siete già morti, ma vi ha già fatto il funerale con Unipol». Una profezia, a giudicare da com’è andata due anni dopo, con un ulteriore aumento di capitale e la diluizione delle quote Ligresti, assieme al ridimensionamento del loro patrimonio immobiliare.

Giulia Ligresti Giulia Ligresti

 

Attribuisce alla «memoria di Jonella Ligresti, qualche mese prima, Isvap aveva informalmente concesso due anni a Erbetta (amministratore Fonsai, ndr) per il ripristino delle Riserve. Poi invece pone delle scadenze ravvicinate...». Il racconto riporta anche le speranze dei Ligresti di risollevare le sorti aziendali e familiari. Come quando in una riunione Salvatore «si alza esce e scompare, probabilmente dopo aver fatto o ricevuto una telefonata. Poi, dopo circa 2 ore, telefona ai figli dicendo che era felicissimo e li aveva salvati. SL convoca quindi i 3 figli e comunica» un incontro in Mediobanca che gli era parso risolutivo. Sbagliava.

CUCCIA LIGRESTICUCCIA LIGRESTI

 

Le manovre 

Ma l’imbonimento dei Ligresti sarebbe andato avanti ancora a lungo. Passando dal «papello» più volte citato dalla famiglia: «garantiscono ai 4L i medesimi risultati economici netti di cui al contratto del 1211, come integrato dall’accordo con Unicredit del medesimo 12/1, e pertanto anche il salvataggio di Imco e Sinergia.

 

IL PAPELLO TRA NAGEL E LIGRESTI IL PAPELLO TRA NAGEL E LIGRESTI

Nel dettaglio: i 45 mln sarebbero arrivati dal recesso e da un eventuale ulteriore intervento di Mediobanca o Unipol e comunque venivano loro garantiti. Per J (Jonella, ndr) il quantum relativo al patto di non concorrenza del contratto del 12/1 e un posto in CDA della società risultante dalla fusione. Per Giulia una consulenza nella Compagnie Monegasque de Banque e per Paolo la conferma della dirigenza nella società svizzera Srp del gruppo Fonsai.

 

Per SL (Salvatore Ligresti, ndr) una consulenza da Hines Italia, pagata da Unicredit. Ognuno di tali corrispettivi avrebbe avuto una durata di 5 anni per un valore di 3,5 mln per ogni componente della famiglia. Inoltre, garantivano ai 4L per cinque anni il mantenimento degli uffici occupati fino ad allora, foresterie di Milano e Roma, segreterie, autovetture, autisti». 

 

ALBERTO NAGEL E SALVATORE LIGRESTIALBERTO NAGEL E SALVATORE LIGRESTI

La realtà è stata ben diversa: partecipazione di Ligresti «diluita» dal doppio aumento di capitale in previsione della fusione con Unipol. Travolgendo i piccoli investitori, che dopo la prima iniezione di fondi avevano finito le risorse. Un «danno collaterale» della guerra fra titani finanziari. Con l’Isvap (Istituto di vigilanza sulle assicurazioni) che ha aperto gli occhi troppo tardi. «Perché l’Isvap ha attaccato subito la “governance”? E perché il verbale di contestazioni a Fonsai è arrivato soltanto dopo il primo aumento di capitale? Che cosa sarebbe accaduto se Isvap fosse intervenuto prima?» ha chiesto il pm Gianoglio in aula.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...