IL LATO NASCOSTO DELLA MELA - LA GUERRA CON SAMSUNG COSTRINGE APPLE A SVELARE I SUOI SEGRETI, TANTO GELOSAMENTE CUSTODITI NEGLI ANNI - L’AZIENDA HA MOSTRATO I MODELLI MAI USCITI DI IPHONE E IPAD, PER DIMOSTRARE IL PLAGIO DI CUI ACCUSA LA RIVALE COREANA – LA SAMSUNG ACCUSA APPLE DI AVER COPIATO LA SONY - LA POSTA IN GIOCO È ALTISSIMA: SE VINCESSE LA SOCIETÀ DI CUPERTINO, POTREBBE ESSERE ORDINATA LA MESSA AL BANDO DI MOLTI PRODOTTI SAMSUNG…

Massimo Gaggi per "Corriere.it"

Il magico «design» dei prodotti Apple che ipnotizza i consumatori hi-tech di mezzo mondo? Nasce su un tavolo da cucina nel quartier generale di Cupertino, attorno al quale i progettisti discutono, scambiandosi idee e disegni dei nuovi apparecchi che sono allo studio. Lo ha raccontato l'altro giorno a giudici e giuria del processo intentato dall'azienda della Silicon Valley contro la coreana Samsung, il designer della Apple Chris Stringer, prima di passare la parola al vicepresidente Phil Schiller. Il quale ha ripercorso le tappe della nascita dell'iPhone e dell'iPad, raccontando dettagli inediti, spiegando il modo di operare del «product team» e fornendo per la prima volta i dati di quanto la società ha speso per pubblicizzare l'iPhone (647 milioni di dollari nei soli Stati Uniti) e l'iPad (457 milioni).

Apple, che ha sempre avuto il culto della segretezza - quasi un ossessione per il fondatore Steve Jobs, arrivato a licenziare i dipendenti sorpresi a non proteggere con un codice di sicurezza i contenuti del loro iPhone - sta mostrando in questi giorni aspetti del suo lavoro e immagini dei prodotti, fin qui protetti da una ferrea regola di riservatezza.

Quasi uno «choc culturale» per l'azienda e un'esperienza mozzafiato per i ragazzi fanatici del «design» dell'azienda di Steve Jobs, che non hanno creduto ai loro occhi quando Apple ha consegnato al tribunale di San Josè i disegni di ben 100 prototipi inediti dei suoi prodotti più celebri. Tutte le aziende proteggono i loro segreti industriali, ma a Cupertino questo concetto era stato interiorizzato fino al punto di vendere senza imbarazzo, anzi con orgogliosa ironia, delle t-shirt su cui c'era scritto: «Ho visitato il campus della Apple ma questo è tutto quello che posso dire». E senza imbarazzo anni fa Jon Ruinstein, allora vicepresidente responsabile per l'iPod, spiegò: «In azienda siamo divisi per cellule, come le organizzazioni terroriste: ognuno sa solo quello che deve conoscere per il suo lavoro».

Ma ora la decisione di trascinare la Samsung in tribunale con l'accusa di aver messo sul mercato prodotti copiati dall'iPhone e dall'iPad costringe la Apple ad aprirsi ad uno scrutinio che certo è poco gradito, ma al quale non può sottrarsi. Sviluppo sgradevole, ma la posta in gioco è alta: il gigante della Silicon Valley, che accusa tra l'altro Samsung di vendere un cellulare - l'F700, copiato dall'iPhone - chiede un risarcimento di 2,5 miliardi di dollari e, se vincerà la causa, probabilmente chiederà la messa al bando di diversi prodotti dell'azienda coreana dal mercato Usa.

In questi giorni i dirigenti del gruppo californiano hanno cercato di limitare i danni rifiutandosi di rispondere a domande come quelle sull'aspetto esteriore dell'iPhone 5 che dovrebbe essere messo sul mercato ad ottobre. Per il resto, però, non hanno mancato di fornire un gran numero di dettagli inediti che dovrebbero servire a sostenere la tesi del plagio di cui si sarebbe reso responsabile il gigante coreano dell'elettronica. Uno scontro durissimo nel quale Samsung è stata addirittura accusata di aver cercato di corrompere il tribunale. La società asiatica ha reagito con una controdenuncia nella quale accusa Apple di aver copiato l'iPhone da Jony, un progetto della Sony rimasto sulla carta.

Una vicenda che ha provocato anche un duro scontro tra l'azienda e il giudice Koh, che aveva vietato alla Samsung di esibire in aula i disegni del Jony. Gli avvocati dell'azienda sotto processo non li hanno presentati in tribunale, ma li hanno dati alla stampa, mandando su tutte le furie il giudice responsabile del caso.

Oggi si riprende con nuove testimonianze, tra le quali quella di Susan Kare, una designer ora solo consulente di Cupertino che, però, ha lavorato per decenni con Steve Jobs che l'aveva nominata direttore creativo della NeXT: l'azienda da lui fondata quando, nel 1985, fu costretto da un «golpe» finanziario interno ad abbandonare la sua creatura.

Emergeranno altri pezzi della storia segreta della Apple: dettagli curiosi - ad esempio il fatto che il 78 per cento dei clienti iPhone compra anche una custodia - o imbarazzanti, come quelli sulle indagini di mercato. Jobs ha sempre sostenuto che Apple non aveva bisogno di sondare i consumatori perché questi ultimi non sapevano cosa volevano: ci pensava la sua azienda a rispondere ai loro desideri prima ancora che loro riuscissero a esprimerli. Ma adesso si scopre che le cose non stavano esattamente così: Schiller ha spiegato che indagini di mercato e sondaggi sulla soddisfazione dei clienti se ne facevano, eccome. E, ovviamente, erano considerati anche questi segreti aziendali.

 

apple Uno dei progetti di iPad mai realizzato dalla casa di Cupertino APPLE CAMPUS APPLE VS SAMSUNG apple Un iPhone e un iPod touch che sono rimasti dei prototipi APPLE VS SAMSUNG apple steve jobs phil schiller scott forstall APPLESTEVE JOBS DA RAGAZZO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…