LETTA INCARICA TIZIO, CAIO E SEMPRONIO DI FARE I CONTI IN TASCA A TELECOM, PER REDIGERE UN RAPPORTO SULLO STATO DELLA BANDA LARGA IN ITALIA - OBIETTIVO: NON FARE SCONTI SUGLI INVESTIMENTI IN VISTA DI TELEFONICA

Sara Bennewitz per "la Repubblica"

Un trio di esperti per fare i conti in tasca alla Telecom e mettere l'agenda digitale italiana in regola con il resto d'Europa. L'iniziativa è stata annunciata ieri dal premier Enrico Letta a margine del convegno organizzato a Roma dal Financial Times.

Letta ha ribadito che la rete in banda larga dovrà essere realizzata nei termini previsti dalla Ue, a prescindere da chi sarà «il proprietario». Come a dire che indipendentemente dalla nazionalità, sia che si tratti di Telefonica o chiunque altro governerà sulla Telecom, Letta si assicurerà che non vengano «fatti sconti» sugli investimenti altrimenti «i poteri pubblici» terranno conto «dell'interesse generale del Paese da tutti i punti di vista».

Insomma, con o senza il decreto sulla golden power e la riforma della legge sull'Opa promossa dal presidente della Commissione industria del Senato Massimo Mucchetti, toccherà a tre esperti del settore fissare le regole. E in proposito Letta ha scelto Francesco Caio, autore per altro di un Rapporto sulla rete voluto dal ministro Romani, il professore francese Gerard Pogorel e il consulente americano Scott Marcus, già advisor della Federal Communication Commission Usa. «Faranno un'analisi della situazione attuale - ha precisato Letta - degli investimenti e dei piani di sviluppo dei principali gestori».

Immediata la risposta di Telecom, che ha partecipato all'iniziativa del Ft. «E' un'ottima idea - ha commentato l'ad di Telecom Marco Patuano - i tre esperti nominati sono di assoluto prestigio mondiale». Nessun «commissariamento » nè invasione di campo da parte del governo. Anzi Patuano ha offerto «massima collaborazione da parte di Telecom» che già autonomamente ha accelerato sugli investimenti, stanziando nel prossimo triennio 9 miliardi per la banda larga e le reti mobili di quarta generazione. Patuano non ha nemmeno escluso un coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti, nel caso in cui «in futuro ci fossero le condizioni».

Da parte sua la Cdp ha rinnovato il suo impegno, se richiesta, a investire sulla rete di Telecom. «Abbiamo sempre avuto una posizione molto chiara - ha detto l'ad di Cdp, Giovanni Gorno Tempini - riteniamo che le reti di nuova generazione siano un investimento infrastrutturale importante per il Paese e che quindi siano un punto di attenzione per chi investe in infrastrutture come noi».

Ma anche gli azionisti italiani di Telecom hanno confermato il loro impegno al fianco del gruppo. «E' importante che Telecom possa fare gli investimenti necessari - ha detto il presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro - quindi noi subordineremo la nostra uscita alla possibilità che questa non comprometta l'equilibrio della società e degli investimenti». Gros-Pietro ha però precisato che Intesa «non intende restare in Telco a lungo».

Intanto Assogestioni continua a lavorare a una lista da 7 membri da proporre entro lunedì prossimo in vista all'assemblea Telecom convocata per il 20 dicembre. Su richiesta dell'azionista Marco Fossati - che di Telecom ha il 5% e che si è detto disposto votare la lista Assogestioni - i soci dovranno decidere se revocare o meno l'attuale consiglio, e se del caso, nominare un nuovo board.

 

PATUANO Francesco Caio enrico letta ok GORNO TEMPINI bassanini

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?