giuseppe conte davide casaleggio huawei

TAKE MY BREATH HUAWEI – MENTRE LONDRA HA CEDUTO A WASHINGTON, METTENDO AL BANDO DALLE FORNITURE DEL 5G IL COLOSSO CINESE, IL GOVERNO GIALLOROSSO POTREBBE FAR RIENTRARE HUAWEI DALLA FINESTRA, IN NOVE REGIONI ITALIANE, CON PRESCRIZIONI GENERICHE E RISCHIANDO DI SUBIRE L’IRA AMERICANA. L’ATTIVITÀ DEL “LOBBISTA TOP” CASALEGGIO HA FUNZIONATO?

Claudio Antonelli per “la Verità”

 

HUAWEI

Il contrario di quanto ha fatto la Gran Bretagna. Dove il colosso cinese è stato bandito dalle forniture a partire dalla fine dell'anno. La decisione è stata formalizzata un mese fa dal Consiglio di sicurezza nazionale sotto la presidenza di Boris Johnson per poi essere annunciata in Parlamento dal ministro Oliver Dowden.

 

BORIS JOHNSON USA UN TELEFONO HUAWEI

Di fatto rovescia il via libera, pur limitato, dato a Huawei nei mesi precedenti da Londra. E riallinea Johnson alla strategia Usa, su temi da guerra fredda come quello del 5G e quello dell'indipendenza di Hong Kong. In Europa l'approccio è sicuramente diverso.

MERKEL XI

 

La Germania si è mossa con uno stop and go e fondamentalmente cerca di allineare tutti gli altri partner prima di prendere una decisione definitiva.

 

Angela Merkel non vuole che alcun Paese membro dell'Ue abbracci per primo la Cina, ma nemmeno gli Usa. Vuole una decisione unanime. L'Italia invece si muove lontano dai microfoni e lontana dal prendere decisioni ufficiali e affida ai tecnici di Palazzo Chigi il compito di prenderne di grande sostanza. Come quella che sta per essere ufficializzata nel Consiglio dei ministri previsto, ma non ancora convocato, per oggi.

XI JINPING GIUSEPPE CONTE

 

Gli operatori italiani Vodafone, Fastweb e Tim negli ultimi mesi si sono confrontati con il comitato a cui hanno sottoposto i rispettivi piani sul 5G, con tanto di lista fornitori. Le richieste nascono dalla norma europea del tool box approvata a gennaio del 2020. Il documento rappresenta una serie di linee guida mirate a mettere in pratica piani di mitigazione rispetto agli scenari di rischio evidenziati nel risk assessment effettuato dagli Stati membri.

 

IL TWEET DI DEANNA LORRAINE SU CASALEGGIO LOBBISTA DI HUAWEI

Il toolbox ha quindi l'obiettivo di supportare i singoli Paesi nella definizione delle misure di sicurezza rispetto ai possibili rischi derivanti dall'impiego di tecnologie 5G, nell'ottica di armonizzare gli approcci a livello comunitario.

 

E trovare forse una sorta di equidistanza tra Usa e Cina. Una delle prescrizioni del libro bianco Ue sta nell'imporre agli operatori l'uso di più fornitori, soprattutto nel caso delle cosiddette reti core.

thomas miao con virginia raggi all'inaugurazione del nuovo ufficio huawei di roma

 

Cioè quelle su cui passano i dati più sensibili. A novembre dello scorso anno è stato chiesto a Tim e agli altri operatori minori di notificare le attività. Le informazioni giungono un po' alla volta e le pratiche vengono affrontate in maniera spezzettata.

 

A metà luglio il comitato si riunisce alla presenza del segretario generale della presidenza del Consiglio, Roberto Chieppa, e si pone il tema del rispetto del tool box Ue. In pratica, gli operatori si ritrovano ad ampliare la gamma dei fornitori per non dipendere mai da un solo player.

 

DAVIDE CASALEGGIO HUAWEI

Ad esempio, uno degli operatori come Tim dovrebbe utilizzare Nokia almeno in Friuli Venezia Giulia. Nel complesso, ciò che conta è che il comitato ha definito alla fine la lista. Oltre alla storica azienda di telefoni, ci sarà un'altra svedese, Ericsson, e pure la cinese Huawei. A quest' ultima andrebbero nove regioni su 20. Si va da Sardegna, Puglia, Basilicata, fino alla Calabria, Sicilia, Abruzzo ma anche Veneto, e Trentino Alto Adige.

 

Un mese fa un take di agenzia della Reuters, mai smentito dalla società guidata da Luigi Gubitosi, annunciava la decisione da parte di Tim di non convocare l'azienda di Ren Zhengfei per la gara core del 5G.

 

Tim avrebbe chiamato invece oltre a Ericsson anche Nokia e le americane Cisco, Mavenir e Affirmed newtorks.

 

luigi gubitosi foto di bacco

Cosa succederà dopo il parere del governo nelle aste non core e su quelle di maggiore importanza dei tre principali operatori è tutto da capire. Da un lato, va detto che l'esercizio del potere di specifiche prescrizioni o addirittura di veto da parte del governo nei confronti di singoli fornitori nasce nel decreto di marzo del 2019, ma si cristallizzerà solo solo dieci mesi dopo dalla data di entrata in vigore della legge effettiva, frutto a sua volta della conversione del decreto.

 

Il potere sui singoli contratti già autorizzati a quel punto potrebbe prevedere anche decisioni drastiche da applicare in maniera retroattiva. Dall'altro lato c'è però la realtà dei fatti e questa lascia intendere che una volta autorizzato (sebbene con prescrizioni generiche) un fornitore, visto il costo dei progetti di sviluppo, difficilmente la politica tornerà indietro.

 

xi jinping con il ceo di huawei ren zhengfei

Soprattutto in un Paese come l'Italia dove nulla è più definitivo del provvisorio. In pratica oggi (a meno che il cdm non slitti) Giuseppe Conte potrà vantarsi di aver fatto un grosso favore ai cinesi. La vedranno da un altro punto di vista gli americani, che hanno chiesto più volte e apertamente a Roma di fare scelte di fondo e soprattutto nette.

 

Tra i timori di Washington c'è che la tecnologia 5G cinese nei pressi di obiettivi sensibili possa attivare backdoor in grado di «aspirare» informazioni di rilievo. Basti pensare a tutte le basi militari a stelle e strisce che ci sono in Veneto. E poi, come sempre con questo governo, c'è il tema della trasparenza.

 

HUAWEI

Londra ha annunciato a tutti la propria scelta. La Germania affronta il tema come deve fare una democrazia parlamentare. Perché Palazzo Chigi deve mandare avanti la burocrazia, invitare Huawei dalla finestra sperando che nessuno se ne accorga? Perché le nostre scelte geopolitiche non sono chiare? Siamo di fronte a uno spartiacque. Dobbiamo stare attenti.

 

 

Ultimi Dagoreport

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...