IL LUPO DI ABU DHABI - HOGAN, UN DURO PER ALITALIA: “IO NON GIOCO PER PARTECIPARE. NO, IO SE GIOCO LO FACCIO PER VINCERE” – MONTEZEMOLO CHI? MAI CITATO IL PRESIDENTE - SERVIRANNO 3 ANNI PRIMA DI ARRIVARE A UN BILANCIO IN POSITIVO

Lucio Cillis per “la Repubblica

 

james hogan etihad 7james hogan etihad 7

Il numero uno di Etihad spiega la strategia per il rilancio della compagnia italiana. Aumenteranno le rotte e cresceranno gli standard di ospitalità per riportare il marchio a livello globale. La rete sarà mondiale: più collegamenti in America Latina e con l’Asia, Sky Team garantirà la presenza negli Usa. E in Italia saranno rafforzate le tratte con le grandi città.

 

E saranno potenziati anche gli scali di Malpensa e Linate. L’obiettivo del gruppo arabo è continuare a investire in Europa senza fare nuove acquisizioni ma cercando di conquistare i flussi turistici in aumento nei Paesi emergenti. Tra gli obiettivi tornare in breve tempo a fare assunzioni. “Il governo, le banche, i sindacati hanno capito la nostra volontà di crescere e di questo va dato loro atto”, sottolinea il ceo del vettore del Golfo. “Il primo passo è stato fatto, ora il lavoro sarà duro e occorre restare con i piedi per terra”.

 

james hogan etihad 6james hogan etihad 6

«Quando giochi a rugby sai che prima di entrare in campo devi prepararti al meglio, se vuoi vincere la partita». James Hogan, numero uno di Etihad, australiano doc, ex “avanti” sui campi di palla ovale, l’uomo che ha deciso di puntare su Alitalia, spiega perché si sia lanciato nella pericolosa mischia di una linea aerea quasi fallita, superando difficoltà che parevano insormontabili.

 

In una intervista esclusiva il manager parla dell’investimento in Alitalia. È appena tornato trafelato da Fiumicino in una giornata segnata dal solito caos del traffico di Roma, città che nonostante tutto Hogan definisce «straordinaria».

 

Allora mister Hogan, perché Alitalia? Ma chi ve lo ha fatto fare?

 

james hogan etihad 5james hogan etihad 5

«Ce lo ha fatto fare la certezza di poter mettere in pratica il nostro gioco in maniera pulita, sapendo che i risultati arrivano quando sei preparato e messo nella condizione di potertela giocare. Abbiamo avuto una prima partita, per chiudere l’accordo: è durata dodici mesi di trattative a volte molto aspre. E abbiamo messo in fila tutti i nodi che avremmo incontrato e abbiamo cercato di affrontarli al meglio.

 

Per vincere questa sfida avevamo bisogno di essere preparati e motivati. E noi lo siamo. It’s business. Lei sa che da ex giocatore di rugby non entro sul campo di gioco tanto per partecipare. No, perché se gioco lo faccio per vincere. Ma in questo caso se ce l’abbiamo fatta è stato grazie all’impegno e alla responsabilità di tutti, comprese la nostre controparti: il governo Renzi, il ministro dei Trasporti, le banche, i sindacati lo hanno compreso e va dato loro atto».

 

Quali problemi ha affrontato sul suo percorso italiano?

 

james hogan etihad 4james hogan etihad 4

«Nonostante tutti i suoi punti di forza, la vecchia compagnia non era profittevole. Cioè nelle condizioni in cui l’abbiamo trovata non sarebbe mai stata in grado di rialzarsi, di diventare una realtà capace di competere con le grandi. Il problema principale è stato quindi quello di creare le condizioni affinché il rilancio potesse avere una concreta possibilità di successo».

 

Quindi lei crede che oggi Alitalia possa sfidare a viso aperto gli altri big dei cieli?

 

«L’Italia merita un vettore capace di portare in giro per il mondo l’immagine che si è conquistata. Oggi per fortuna ci sono le condizioni per dire che Alitalia può essere questo vettore, che ce la può fare, grazie a un eccellente management team guidato da Silvano Cassano e con un cda di grande qualità. E forse qualche nervosismo che vedo circolare in Europa è proprio dovuto a questo».

SILVANO CASSANOSILVANO CASSANO

 

Detta così sembra una partita semplice da giocare. Anzi, in Italia molti già pensano che la questione Alitalia sia praticamente archiviata.

 

«No assolutamente. Per questo sono previsti tre anni per arrivare ad un bilancio in positivo. E anche le quotazioni del petrolio possono aiutare ma non sono decisive oggi. Il primo passo era quello di mettere Alitalia nelle migliori condizioni per proseguire il suo cammino e questo è stato fatto. Il lavoro per Alitalia sarà duro e occorre restare coi piedi per terra».

 

E degli esuberi cosa dice?

 

«Noi siamo abituati ad assumere, non a licenziare, e non è mai piacevole veder mandare a casa dei dipendenti, ma siamo stati costretti a chiedere un ridimensionamento per Alitalia perché altrimenti in pochi mesi vi sarebbe stata una nuova crisi, con conseguenze occupazionali peggiori. Ora starà ad Alitalia giocare la sua partita, sapendo che il suo piano industriale potrà aver successo solo a determinate condizioni e la dimensione corretta è una di quelle cruciali».

 

Che ruolo ha Alitalia nella strategia di Etihad?

 

montezemolo italia 90montezemolo italia 90

«Intanto Etihad ha una strategia unica, differente rispetto a tutti i suoi concorrenti. Abbiamo una crescita organica, lavoriamo molto col code sharing e investiamo anche in altre compagnie aeree. Operiamo in 105 città del mondo con oltre 100 aerei e abbiamo accordi con 47 vettori in sei continenti. In Europa siamo azionisti di minoranza di due importanti vettori: Air Berlin e Air Serbia e stiamo per finalizzare i nostri investimenti in Darwin e in Alitalia.

 

 Quando abbiamo guardato all’Italia abbiamo preso in considerazione prima di tutto i suoi punti di forza, il suo mercato, il terzo in Europa. Con Alitalia viaggiamo da Roma e Milano verso Abu Dhabi e lo faremo anche da Venezia, Bologna e Catania in direzione di un network molto ampio che si estende principalmente a Est dove l’economia si espande. Alitalia dal canto suo ha una forte presenza in Sud America così come Sky Team è solida nel Nord America».

 

Ci saranno ricadute positive per il sistema Italia?

 

«Per gli italiani è fondamentale avere una compagnia nazionale di qualità, che funzioni e di cui essere fieri. L’ultima parola l’avranno i clienti, che noi in Etihad preferiamo chiamare ospiti, ma sono certo che Alitalia riuscirà a essere competitiva, partendo dalla qualità del servizio. Tutto quello che oggi viene messo in pratica sui voli Alitalia dal 1 gennaio sarà via via elevato agli standard qualitativi di Etihad, i più alti nel mondo. Vi saranno poi benefici di sistema. Penso al Nord Italia, dove con Alitalia lavoreremo per sviluppare le attività negli scali di Malpensa e di Linate, e più in generale ad un aumento dei flussi turistici dalle economie emergenti, basti pensare ai 40 milioni di indiani che viaggiano regolarmente ».

james hogan di etihad a roma foto lapresse james hogan di etihad a roma foto lapresse

 

Se questo progetto avrà successo ci saranno delle ripercussioni positive anche sul fronte del lavoro? Lei crede che si tornerà ad assumere dipendenti?

 

«Sì, con una Alitalia riposizionata, ristrutturata e con un marchio competitivo a livello globale. Vorrei anche ricordare che in queste ultime settimane Etihad ha assunto 70 piloti e 100 tecnici italiani».

 

Cosa pensa della crisi che sta colpendo le grandi dei cieli europei schiacciate tra low cost e le tre big del Golfo ovvero voi, Emirates e Qatar?

 

«Penso che non vi sia sufficiente consapevolezza del fatto che il trasporto aereo è ormai un business globale. Ma ci tengo a precisare che rispetto alle altre compagnie del Golfo, Etihad si distingue perché in Europa ha investito e ha permesso di salvare decine di migliaia di posti di lavoro, diretti e nell’indotto».

ETIHADETIHAD

 

In Europa Lufthansa vi sta facendo una guerra senza quartiere.

 

«Le compagnie europee come Lufthansa, nate nel dopoguerra, oggi si lamentano dell’ingresso di nuovi competitor. Queste stesse compagnie ieri erano delle aziende di Stato che hanno usufruito di sovvenzioni ed ereditato infrastrutture. Lufthansa, in particolare, prima o poi dovrà sottoporsi ad un percorso di dura ristrutturazione come hanno fatto Iag e Alitalia nei mesi scorsi. Noi invece siamo partiti da zero 11 anni fa, abbiamo ricevuto un capitale di avvio ma poi abbiamo dovuto contare solo sulle nostre forze, costruendo un forte marchio e assumendo migliaia di persone».

 

Sta pensando di fare ancora shopping di compagnie? Air France, ad esempio, vola in cieli turbolenti...

 

LufthanasaLufthanasa

«No, assolutamente. In questo momento ci basta quel che abbiamo messo in cantiere con Alitalia che sono certo diventerà una storia di successo».

 

Un’ultima domanda: siete pronti a impegnarvi nella sponsorizzazione di eventi culturali e sportivi?

 

«Sì. Dove operiamo abbiamo sempre investito. Anche in Italia, come nel resto del mondo siamo pronti a sostenere cultura, sport ed eventi popolari. Il primo esempio è l’Expo di Milano dove insieme ad Alitalia avremo una importante partecipazione e che sosteniamo con un programma di comunicazione sui nostri voli».

 

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...