LA GRANDE IPOCRISIA VA IN FUMO – LA MAGLIE: ‘’LO STATO REPRESSORE È UNO STATO SPACCIATORE, CHE GUADAGNA DALLA VENDITA DEL TABACCO 15 MILIARDI DI EURO ALL’ANNO, INFINITAMENTE DI PIÙ DI QUANTO SPENDA IN DANNI ALLA SALUTE ATTRIBUITI AL FUMO’’

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

maria giovanna maglie con artumaria giovanna maglie con artu

 

Caro Dago, che palle questo Paese, che noia lo Stato etico che dalle brume di Bruxelles a quelle del cervello dei ministri di PittiBullo ci asfissia. Il bello è che sono sempre gli stessi figuri, in piazza a svegliare l’Italia con unioni civili e rispetto per la diversità, ma poi lingua a terra a coprire culi e piselli delle statue più belle del mondo; sempre gli stessi a imporre divieto su divieto, proibizione ridicola su proibizione ridicola, occultando criminalmente un conflitto di interessi più grande di qualunque cancro si possa piazzare su un pacchetto di sigarette, ovvero che lo Stato repressore è uno Stato spacciatore, e che guadagna dalla vendita del tabacco circa 15 miliardi di euro all’anno, ovvero infinitamente di più di quanto spenda in danni alla salute attribuiti al fumo, e che non ha alcuna intenzione di rinunciare a un centesimo di quel guadagna.  Ecco, è la volta buona.

 

Tu oggi riporti correttamente le nuove direttive in vigore da domani 2 febbraio, che si accompagnano a giustificate denunce e allarmi dei medici specialistici, ai quali non si può chiedere di essere loro ad associare l’allarme per la salute alla contraddizione dello Stato. Ma resta il fatto che questo elemento viene colpevolmente ignorato da tutti i media compunti e partecipi della crociata di Nostra Signora delle Mutande al Mondo, Beatrice Lorenzin.

sigarettesigarette

 

E resta ugualmente sottaciuto il ridicolo contenuto nelle direttive. Sarà vietato fumare in automobile se sul veicolo sono presenti minori di 18 anni o donne in stato di gravidanza? Ve lo immaginate il vigile o la pattuglia all’inseguimento del/la maleducato/a  che fuma col bambino in macchina? Prossimo obiettivo le case, visto che anche l’automobile è una proprietà privata? 

 

Se qualcuno è così coglione da fumare nei bagni della  scuola  o nel cortile di un ospedale, verranno istituite squadre di sorveglianza speciale? Con quali forze dell’ordine, visto che non ce ne sono per il disbrigo dei guai seri e correnti?

isis sigarette terroristiisis sigarette terroristi

 

Sarà anche vietato buttare le cicche per terra, e non perché, ancora una volta, sia un gesto di suprema inciviltà , e da tutti questi comportamenti dovrebbero dissuaderci sane pratiche di educazione civica per esempio nelle scuole, ma perché ci sono nei mozziconi i veleni della sigaretta concentrati.

 

Il pacchetto da dieci o la sigarettina agli aromi, l’elettronica con pochissima nicotina servivano a fumare di meno, a controllarsi, a fumare leggero? Anche qui giù proibizioni, multe, alla fine il mitico pacchetto da dieci demonizzato e proibito, sarà che ci si guadagna di meno.

panino sigaretta carnepanino sigaretta carne

 

Non è solo il disprezzo per l’individuo e la libertà perfino di ammazzarsi, visto che è pagata preventivamente e a caro prezzo. E’ che l’ossequio cieco allo Stato etico, argomento di facile potere o presunto tale che affascina i governanti meno che mediocri che ci affliggono, si accompagna alla furbizia malefica di certi talebani del Nord Europa che dietro l’ansia di controllo e omologazione celano l’apertura di strada  alle multinazionali di casa con  prodotti di qualità inferiore ai nostri, dal tabacco ( ci lavorano trecentomila persone in italia)  al cibo al vino , e ti saluto made in Italy.                   

 

Già, grazie alla colpevole insipienza di  tre governi italiani e di due Parlamenti europei, il brand di denominazione è perduto, e vai col prosciutto cinese indistinguibile da quello di Parma. E’ solo l’inizio,  ci destinano a vivere senza nessun marchio né identità né scelta. Niente più etichette sul vino e sul cibo cosiddetto spazzatura.

 

carne e sigarettecarne e sigarette

Non fanno bene, sono gli umani vizi, sono parte integrante della ricerca della felicità che ognuno persegue come e dove vuole; un governo coscienzioso deve certo spiegarne i rischi alla popolazione senza dimenticare che sono anche motore dell'economia, volume di esportazioni, posti di lavoro, cultura, tradizione, e soldi a palate per il fisco.

 

Preparatevi a seratine casalinghe dell’orrore: sul vostro tavolino del salotto ci sono un pacchetto di sigarette con sopra un corpo dilaniato da un gigantesco cancro alla gola, una bottiglia di vino senza etichetta ma con un lungo predicozzo sui danni dell'alcol, una scatola di cioccolatini altrettanto anonima, patatine in sacchetto di plastica bianco.

 

sigaretta post sessosigaretta post sesso

Non dico che sia una ipotesi di domani mattina qui in Italia tranne che per le sigarette, ma è possibile, anzi probabile, quando alle libertà dell'individuo si sostituiscono governi dirigisti, illiberali, e pure composti di fessi, perché sembrano ignorare le conseguenze economiche catastrofiche di simili iniziative.

 

Irlanda, Inghilterra, Australia, Indonesia, Cile  lo stanno già progettando, e una zelante Lorenzin la sua sortita appena può la fa. Dice Erik Bloomquist, analista di Bloomberg: “E' molto probabile che l'impacchettamento anonimo si estenda ad altre categorie, soprattutto alcool e cibo spazzatura. Una volta che sarà in vigore il piano per i pacchetti di sigarette, sarà troppo tardi per protestare, varrà il precedente già sancito”.

 

barack obama con sigarettabarack obama con sigaretta

Le industrie lo sanno benissimo, già nel 2012 i produttori della Mars avevano scritto al Dipartimento di Salute inglese, mettendo sull'avviso da decisioni drastiche sulle sigarette e sulle possibili conseguenze per tutto il resto di un'industria enorme. Sarebbero conseguenze catastrofiche , spiegavano, crollo di investimenti, perdite di posti di lavoro a milioni.

 

La pensano allo stesso modo alla Marques, che rappresenta industrie come la Unilever: il tabacco è il punto focale del negoziato. Aggiungono che verrebbe meno per tutte le industrie la spinta alla concorrenza, all'emulazione, al miglioramento del prodotto, insomma una corsa verso il basso; rivendicano giustificatamente la violazione dei diritti di proprietà intellettuale. 

 

E' la stessa preoccupazione che dichiara Antonio Romano, presidente Inarea, tra i massimi esperti di brand identity per imprese e gruppi. "La perdita di identità - dice - è il rischio più grande per ogni essere umano e per qualsiasi soggetto. L'identità è definita da quasi tutti i codici civili del mondo come l'unicità e l'irripetibilità del soggetto.

 

sigarette nella cabina di pilotaggiosigarette nella cabina di pilotaggio

Gli esseri umani si esprimono, comunicano, tendono a trasferire il principio identitario del loro nome e della loro firma a qualsiasi realtà. Grazie a quell'elemento identitario nasce il principio della riconoscibilità, che è fondamentale perché è l'elemento che ci porta a scegliere. Nel momento in cui una persona venisse privata del proprio nome e della propria firma è come se volessimo negare l'esistenza di quella persona".

 

In particolare, la neutralità chiesta per alcuni prodotti sulle confezioni, scatenerebbe controindicazioni a numerosi livelli: "Se un prodotto viene privato della propria identità - prosegue il presidente di Inarea - è come se si volesse interrompere la catena relazionale con chi utilizza quel prodotto. Ma sul piano della relazione, esiste un'altra indicazione pericolosa: poiché privo di identità, è riproducibile da chiunque".

riri gira uno spinello o una sigarettariri gira uno spinello o una sigaretta

 

"E' un rischio – spiega Claudio Bergonzi segretario generale di Indicam-Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione,- per i consumatori, per la filiera e per i produttori. Sul tabacco già oggi la criminalità organizzata prova a infiltrare la filiera con il materiale contraffatto, figuriamoci cosa può accadere con il pacchetto generico, e guai se questa decisione aprirà in alcuni Paesi europei la stessa strada anche per alcolici e cibi grassi".

 

tolta la sigaretta a james deantolta la sigaretta a james dean

Torniamo alla virile direttiva sul tabacco. La legge Sirchia aveva sicuramente introdotto una qualche civiltà di comportamento, ma niente di più, perché se il consumo è diminuito del 20 per cento, il richiamo del male tra gli adolescenti ha fatto tornare la sigaretta di moda già a undici anni, quindi aspettiamoci statistiche diverse in futuro.  L'alcool già impazza indiscriminatamente, figuratevi l'effetto dell'accesso al proibito senza  neanche controllo sulla qualità, schiacciando il piacere del gusto.

 

sinatra accende la sigaretta a jfksinatra accende la sigaretta a jfk

I danni all'economia sarebbero devastanti per una nazione come la nostra che produce tabacco, il migliore, vini, i migliori, e anche cioccolata, dolci e pasticceria. Pensate alla Nutella. Eppure, mentre si accaniscono sulle  libertà e sul lavoro, i governi non rinunciano ai lauti guadagni di tasse, more solito.

 

Per ogni pacchetto di sigarette venduto, per esempio un pacchetto da 5 euro, il guadagno dei tabaccai è pari al 10 per cento del prezzo di vendita, al fornitore vanno 70 centesimi di euro, mentre lo Stato incassa ben 2 euro e 90 centesimi di accisa più altri 90 di Iva, 3 euro e ottanta centesimi su ogni pacchetto da venti. Coerenza e buon esempio.??

 

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