MARCHIONNE COME RENZI SE NE FREGA DEI SINDACATI - L'AD DI FCA, CON UN DIAVOLO PER CAPELLO, ATTRAVERSA L'OCEANO E SCAVALCA I SINDACATI PER PARLARE CON GLI OPERAI DI MASERATI. E CONVINCERLI A NON SCIOPERARE (AGLI AMERICANI NON PIACE) - SBLOCCATA LA RIASSUNZIONE DEI 500 CASSINTEGRATI

1-BLITZ DI MARCHIONNE SCAVALCA IL SINDACATO E PARLA AGLI OPERAI MASERATI

Paolo Griseri per ‘La Repubblica’

MARCHIONNE - ELKANN  MARCHIONNE - ELKANN

 

Sergio Marchionne tratta direttamente con gli operai di Grugliasco e sblocca l’assunzione di 500 cassintegrati di Mirafiori alla Maserati. Nella notte l’ad del Lingotto lascia improvvisamente gli Stati Uniti e con un blitz si presenta alle 11 nello stabilimento di Grugliasco. Pochissimi, tra gli stessi dirigenti di vertice del Lingotto, sanno della trasferta decisa all’ultimo momento.

 

Marchionne riunisce circa 200 tra capi e delegati sindacali. Si dice preoccupato per il fatto che le notizie degli scioperi circolino in America e proietta un filmato in cui riceve il plauso dell’ex leader del sindacato americano Bob King. Poi spiega che «senza garanzie non è possibile fare investimenti», e sblocca la riassunzione dei 500 cassintegrati di Mirafiori.
 

maserati grugliasco elkann e marchionnemaserati grugliasco elkann e marchionne

All’incontro non vengono invitati i delegati della Fiom («Un caso di apartheid sindacale », dice l’ex sindacalista Giorgio Airaudo) e la scelta non manca di suscitare polemiche: «Se Marchionne era arrabbiato per il nostro sciopero sarebbe stato più utile dircelo in faccia», commentavano i delegati della Cgil.

 

Susanna Camusso giudica comunque «positivo il fatto che sia stato superato un blocco che sapeva tanto di ritorsione ». Il riferimento di Camusso è al fatto che Marchionne avesse bloccato le assunzioni perché arrabbiato per lo sciopero della Fiom e anche per il blocco degli straordinari annunciato dai sindacati che hanno sempre firmato accordi con l’azienda.
 

Anche i sindacati del sì infatti (Fim, Uilm, Fismic e Ugl) sono rimasti a loro volta spiazzati dalla mossa di Marchionne e chiedono «un incontro per chiarire quel che è stato detto ai delegati negli stabilimenti».
 

john elkann e sergio marchionne consegnano la lancia thema presidenziale a giorgio napolitano john elkann e sergio marchionne consegnano la lancia thema presidenziale a giorgio napolitano

Le sigle chiedono anche di «riprendere il negoziato interrotto sul contratto aziendale ». Nella trattativa si dovrà discutere anche degli aumenti aziendali: «Vogliamo che riguardino anche i cassintegrati», dicevano ieri i delegati della Maserati all’ad. In serata Marchionne è tornato negli Stati Uniti.
 

L’incidente del blocco degli straordinari e delle assunzioni sembra chiuso. Anche perché, deve aver fatto notare qualcuno all’ad, ridurre la produzione quando il mercato tira rischia di essere autolesionista.
( p. g.)

 

2. NEGLI USA GLI SCIOPERI SPAVENTANO – L’AD INFURIATO RIATTRAVERSA L’OCEANO

Paolo Griseri per ‘La Repubblica’

 

Alfiero, delegato della Fim, racconta che «alle 11 del mattino hanno chiamato dal personale dicendo che il dottor Galante ci voleva incontrare. Siamo saliti e ci siamo trovati insieme ad altre 200 persone in una sala in cui erano stati radunati i capi e i rappresentanti dei sindacati. E, soprattutto, di fianco a Galante c’era Sergio Marchionne che ha cominciato subito a parlare».

 

Così ieri mattina alla Maserati di Grugliasco Luigi Galante, responsabile del manufacturing degli stabilimenti europei del Lingotto, ha fatto da uomo dello specchio per l’amministratore delegato. «Marchionne era molto arrabbiato », conferma Alfiero. Ed effettivamente per saltare su un aereo in America, attraversare l’Atlantico e precipitarsi alla Maserati di corso Allamano, Grugliasco, Torino, l’arrabbiatura doveva essere molto forte. Mario racconta che Marchionne «era incazzato per lo sciopero di un’ora organizzato dalla
Fiom lunedì scorso.

 

Ha detto che questa cosa si è saputa anche in America e che non è stata positiva per la nostra immagine. Ha detto: “In America non è così”. Ha ricordato i tanti sacrifici che sono stati fatti e gli investimenti per rimettere in vita la nostra fabbrica che era ormai sull’orlo del fallimento. Ci ha detto: “Non vi voleva comprare nessuno”. E poi ci ha chiesto garanzie, ha detto che non si possono fare investimenti senza garanzie».
 

MARCHIONNE MONTEZEMOLO YAKI ELKANN MARCHIONNE MONTEZEMOLO YAKI ELKANN

Un intervento, quello di Marchionne, che ricalca i toni della sua lettera aperta ai dipendenti. Ma perché trasformare un’agitazione di un’ora che ha causato la perdita di 11 vetture, in una specie di dramma aziendale? «Ha fatto apparire lo sciopero di un’ora come fosse l’attentato di Sarajevo», aveva scritto tre giorni fa l’ex manager del Lingotto Riccardo Ruggieri. Ma dopo il discorso ai dipendenti di Grugliasco tutto è più chiaro. Alla vigilia della fusione con Chrysler, l’ad sta facendo il giro dei luoghi che contano nella comunità finanziaria americana.

 

MARCHIONNE phpThumb generated thumbnail jpegMARCHIONNE phpThumb generated thumbnail jpeg

E, come ha dichiarato a Bloomberg, il suo obiettivo è che nella
nuova Fca «gli investitori Usa abbiano un peso maggiore». Se però rimbalza oltreoceano la notizia di problemi con i sindacati italiani nelle fabbriche che producono, ecco che i potenziali investitori si possono spaventare. «Il mondo ci guarda», aveva scritto Marchionne nella lettera di qualche giorno fa ai dipendenti. Così anche uno sciopero di un’ora dichiarato da Pino Viola, storico delegato della Fiom di Grugliasco, può finire per spaventare i lupi di Wall Street.
 

Susanna Camusso Susanna Camusso

Questo spiega il blitz transoceanico di Marchionne e la sua scelta di scavalcare non solo i sindacati ma anche le strutture aziendali che partecipano alle trattative (e che ieri pare fossero convinte che l’ad fosse negli Usa). Marchionne salta i corpi intermedi, tratta i sindacati come i leader politici, di questi tempi, trattano i partiti. Vuole il rapporto diretto con il popolo dei dipendenti.

 

Così, intorno alle 12 di ieri, nella sala riunioni dello stabilimento di Grugliasco, tocca direttamente a Mario, il delegato, rispondere a chi governa i 300.000 operai e impiegati Fiat in tutto il mondo.
 

Mario, che cosa gli ha risposto? «Mi sono alzato in piedi, ho chiesto la parola e ho detto che nessuno di noi si è risparmiato in questi mesi. Ho spiegato che ci sono persone che hanno fatto cinque giorni di ferie lo scorso anno. Ho aggiunto che non si capisce come mai non si riesca a mettersi d’accordo sull’aumento di stipendio: i sindacati propongono 300 euro la Fiat 250, non si può trovare una via di mezzo? Marchionne allora mi ha interrotto.

LA FACCIA DELLA CAMUSSO MENTRE PARLA FORNEROLA FACCIA DELLA CAMUSSO MENTRE PARLA FORNERO

 

Ha detto: “Non abbiamo i soldi per concedere quel che chiedete”. Ma io credo che si possa trovare una soluzione». Poi arriva il punto più spinoso, quello del rientro dei cassintegrati: «Ho detto a Marchionne che se la Fiat chiede il rispetto degli impegni, anche noi lo pretendiamo da lei. Noi abbiamo fatto un sacrificio rinunciando ai sabati di straordinario e firmando in cambio un sistema di turni che serva a far rientrare al lavoro 500 cassintegrati da Mirafiori. La Fiat quell’impegno lo ha firmato nei giorni scorsi. Perché dopo se lo è rimangiato? Allora Marchionne ha ripetuto che sono necessarie garanzie per far funzionare gli impianti a pieno ritmo. Poi si è rivolto a Galante e gli ha detto: “Che cosa dici Luigi? Da lunedì prossimo li facciamo entrare questi 500? “».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….