MARPIONNE MARKETING - LA FIAT 500 È STATA “UNA CAVOLATA” CLAMOROSA? BENE, ORA CI RIPROVA CON LA GIULIETTA ALFA ROMEO RISTILIZZATA CHIAMANDOLA DODGE DART - DOPO AVER INFINOCCHIATO GLI ITALIANI, DA TERMINE IMERESE A MIRAFIORI, ORA IL NEO BARBUDOS RIFILA AGLI AMERICANI LA STORIELLA DELLA CITTÀ CHE RITORNA DALL’INFERNO: NUOVA SEDE A DETROIT PER LA CHRYSLER - ALLE ELEZIONI PRESIDENZIALI NON MANCA MOLTO ED OBAMA, CHE NELLA ZONA DI DETROIT CONTA MOLTI ELETTORI, HA BISOGNO DI NUOVI POSTI DI LAVORO…

DAGOREPORT
- Dice il Wall Street Journal che Marchionne fuma Marlboro. Niente MS, niente Nazionali senza filtro. Insomma, è un americano vero, e si appresta ad aggredire, con la nuova Dodge Dart della Chrysler, un mercato di fascia media presidiato da Toyota e Honda. Cosa ha fatto il mago Marpionne? Ha preso un auto della Fiat, in realtà una Giulietta Alfa Romeo, l'ha allargata un po', l'ha allungata quanto basta e si appresta a produrla in almeno sei versioni diverse. Per questo restyling si sarebbe speso la bellezza di un miliardo di dollari. Mica spiccioli.

Alle elezioni presidenziali non manca molto ed Obama, che nella zona di Detroit conta molti elettori, ha bisogno di nuovi posti di lavoro e auto più economiche ed ecologicamente corrette. La Fiat 500 è stata un flop clamoroso. Ora si riprova con la Giulietta. Tra pochi mesi si volta. Auguri al Romeo di Auburn Hills. Puf, puf.

2- MARPIONNE CERCA CASA A DETROIT PER LA CHRYSLER E RIVENDE AGLI AMERICANI LA STORIELLA DELLA CITTÀ CHE RITORNA DALL'INFERNO
Paolo Griseri per "la Repubblica"

Che sia il Dime Gilbert Building, al 719 di Grinswold avenue, o un altro dei tanti grattacieli abbandonati del cuore della città, è certo che Chrysler sta cercando casa nel centro di Detroit, la parte più decandente, affascinante e abbandonata della capitale dei motori. Lo fa perché tuffarsi nel recupero del liberty, tornare a rendere vivibile il suo cuore distrutto dalle tante crisi delle quattro ruote, è un modo per far sapere che si ama questa fetta di America, si punta sull´orgoglio della Detroit che «è andata all´inferno ed è ritornata».

«Abbiamo cercato spesso di unire la nostra iniziativa commerciale con le aspettative del territorio in cui operiamo - spiega Marchionne ricordando - il messaggio commerciale con cui venne lanciata la nuova 500 nel 2007». Il lungo spot che legava la storia dell´azienda di Torino a quella dell´intera nazione aveva rappresentato il culmine del feeling tra l´ad italo-canadese e l´Italia. Anche allora il manager aveva puntato sull´orgoglio di chi, come la Fiat, era arrivato sull´orlo del fallimento e si era ripreso.

«La differenza - confessa Marchionne - è che l´effetto dello spot della 500 durò in Italia poche settimane mentre lo spot di Eminem per il superbowl sulla rinascita di Detroit viene ricordato ancora adesso qui in America». Considerazione delicata quando si riapre la discussione sulla sede del quartier generale della nuova società che nascerà dalla fusione tra Torino e Detroit. E´ un fatto che questa sponda dell´Atlantico sembra più disposta ad accettare la narrazione del manager di quanto non avvenga nella cinica Europa.

E´ anche un fatto che, per quanto grave sia stata la crisi Fiat dell´inizio degli anni Duemila, non ha prodotto gli effetti devastanti della crisi Chrysler di fine decennio. Insomma, l´inferno degli operai di Detroit sembra essere stato più duro di quello dei loro colleghi di Mirafiori. Così l´idea di ripopolare un pezzo del centro di Detroit, quello che in realtà è stato abbandonato dalla classe media fin dai tempi della rivolta dei neri del 1967, è un modo per legarsi con forza al territorio in una parte del mondo dove i fallimenti e i successi commerciali sono uno dei metri di misura dello stato d´animo di un popolo.

Lo slogan Imported from Detroit, che campeggia sul quartier generale di Auburn Hills, 30 chilometri dal centro cittadino, è stato il motto della rinascita, dell´orgoglio della città. «Ora - scrive il Detroit News - Marchionne sta cercando di modificarlo in Imported to Detroit». Fin da questa estate l´ad aveva in mente di «fare qualcosa di importante per questa città, che dia il segno che siamo impegnati insieme per risalire la china». In queste settimane si sta passando dal progetto alla sua applicazione.

Chrysler sta cercando un luogo di rappresentanza nel centro dove trasferire un centinaio di impiegati. Operazione non facile in un´area dove pochi sono disposti a trasferirsi per la mancanza di negozi e comodità. Una possibilità è nel palazzo che il finanziere Dan Gilbert sta ripopolando nel cuore del quartiere finanziario. Un palazzo liberty del 1919, costruito negli anni del boom di Detroit, quando la città costruiva la più grande stazione ferroviaria del mondo, ora abbandonata.

Ma in alternativa al Gilbert Dime si stanno studiando altre possibilità per trovare un luogo su cui piantare la bandiera della Chrysler. Un segno, un simbolo. Che vada anche nella direzione voluta dal sindaco di Detroit, l´ex cestista Dave Bing, fautore del ripopolamento del centro come prima passo per la rinascita. Marchionne insomma ha accettato la sfida di Detroit non solo sul piano dell´industria dell´auto.

Oggi l´ad del Lingotto è il presidente della United Way of Southeastern Michigan, la più importante associazione umanitaria del territorio. E nelle interviste alla stampa locale garantisce che «la qualità della vita di Detroit è largamente sottovalutata». Sarebbe improprio da queste vicende trarre conclusioni frettolose sulla scelta futura del quartier generale di Fiat Chrysler. Una scelta «difficile», ha detto Marchionne, che non potrà certo dipendere solo da considerazioni locali. E´ un fatto che il feeling dell´ad con la città dei motori americana è in questo momento molto forte. E viceversa.

 

SERGIO MARCHIONNE VERSIONE 'BARBUDO'SERGIO MARCHIONNE CON LA BARBAMARCHIONNE obama marchionne DETROITfiat cinquecentoGiulietta Alfa RomeoFABBRICA CHRYSLER DI TOLUCA IN MESSICO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”