DOPO L’IPHONE E L’IPAD, IL MONDO SARREBBE PRONTO ANCHE PER L’I-BANK - SECONDO UNO STUDIO INGLESE, 1 PERSONA SU 10 VORREBBE APPLE COME BANCA DI FIDUCIA - I MOTIVI? IL MARCHIO CHE ISPIRA FIDUCIA E CHE OFFRE SERVIZI SEMPLICI E AFFIDABILI - SI PUÒ FARE!: “CON CAPITALI SOSTANZIALMENTE ILLIMITATI, UNA CLIENTELA DANAROSA E ABILITÀ NEL LANCIO DI NUOVI PRODOTTI, APPLE DIVENTEREBBE UNA DELLE BANCHE PIÙ PROFITTEVOLI DEI NOSTRI TEMPI”…

Fabio Deotto per http://blog.panorama.it/economia/

Sareste pronti, un domani, ad affidare i vostri risparmi a Apple? E non parliamo di una nuova banca o di un conto speciale, ma della stessa Apple che pochi giorni fa si è trovata a decidere come spendere 100 miliardi di dollari che appesantivano le sue già floride casse. Se avete sollevato gli occhi al cielo, sappiate che c'è chi sul serio crede che Apple potrebbe essere una banca affidabile: una persona su dieci, per la precisione.

È quanto emerge da uno studio pubblicato dalla agenzia di strategic marketing e research consultancy KAE. Negli ultimi mesi, KAE ha condotto un sondaggio trasversale che ha interessato 5.000 tra cittadini britannici e americani, clienti Apple e non, ne è emersa una fiducia nei confronti del marchio Apple che travalica abbondantemente lo steccato dell'hi-tech e del mondo digitale nel suo complesso.

Il 10% degli intervistati ha dichiarato senza troppi tentennamenti che sarebbe pronto a scegliere l'azienda di Cupertino come banca di fiducia. Una percentuale pazzesca, se si considera che è più o meno la stessa percentuale che può vantare una banca di primo piano come la J.P. Morgan, negli Stati Uniti (si pensi anche che la prima banca d'Italia, Intesa San Paolo, ha una quota di mercato pari al 16%). Se poi il cerchio si restringe attorno ai soli clienti Apple, la percentuale sale addirittura al 43%.

Ancora più interessante è andare ad analizzare le ragioni che hanno spinto gli intervistati a esprimere una simile preferenza per la mela morsicata di Cupertino. Il 66% di chi crede che Apple possa diventare una buona banca ha fornito come motivazione primaria la fiducia che ripone nel marchio, mentre oltre il 50% è convinto che Apple fornirebbe un servizio affidabile e semplice, che renderebbe meno difficoltose le operazioni bancarie. Naturalmente, l'88% di questi entusiasti sono clienti Apple.

"La robusta relazione che Apple ha stretto con i suoi clienti è un risultato della sua abilità di ridefinire i termini di competizione all'interno di un'industria e di progettare esperienze ‘umane' emozionalmente ricche" ha dichiarato in proposito il CCO di KAE, Lee Powney.

La possibilità che Apple decida davvero di affondare i propri scarponi azzimati in un campo da guerra battutissimo come il settore bancario, in realtà, rimane piuttosto remota. Anche se, a conti fatti, secondo chi ha condotto la ricerca, Apple avrebbe le carte in regola per provarci: "Apple non avrebbe sostanziali limiti di capitale nel costruire un deposito di base" spiega David Rankin, Managing Director di KAE "Data la sua provata abilità nel cross-selling di nuovi prodotti, unita a una clientela danarosa e al fatto che i suoi punti vendita segnano vendite record, Apple non ci metterebbe molto a diventare una delle banche più profittevoli dei nostri tempi."

Ma se la prospettiva di una futura iBank è improbabile, non lo è invece che Apple decida di muovere un passo deciso sul fronte dei pagamenti mobile NFC, un mercato destinato a una crescita enorme che, stando alle ultime stime, potrebbe raggiungere i 670 miliardi di dollari (505 miliardi di euro) entro il 2015.

Certo, Apple fa bene a pensare in grande, ma è importante che tra dividendi e nuovi iPad, non smetta di prendersi cura dei prodotti che hanno reso storico il marchio. A detta di molti clienti, infatti, l'attenzione per la qualità del prodotto starebbe calando già da tempo.

 

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