MI MANDA MINCIONE - LE MANOVRE ANTI-BONOMI DEL FINANZIERE PLAYBOY SULLA POPOLARE DI MILANO - GLI 80 MILIONI DI ENASARCO E IL RUOLO DI LAMBERTO DINI

Vittoria Puledda per "Affari&Finanza - La Repubblica"

Elegante, misterioso, playboy e molto ricco (o quantomeno con fortissime disponibilità da investire, il che non è necessariamente la stessa cosa). Un poker di caratteristiche che si attagliano quasi allo stesso modo a Raffaele Mincione, ora azionista di rilievo - con il 7% - della Bpm. Le sue foto più diffuse lo ritraggono in smoking, con farfallino nero e a fianco di belle donne.

Gli si attribuiscono storie con Heather Mills, l'ex moglie di Paul Mc-Cartney e con Nina Wendelboe (ex di Philippe Junot); a Londra, ha condotto a lungo una vita da jet set. Il quarantottenne nato a Pomezia continua a dividersi tra la City - dove ha lavorato nelle principali banche d'affari - e Roma, ma proprio a Londra ha fatto uno dei colpi della sua vita di finanziere, con l'acquisto a prezzi da saldo (rispetto alla richiesta iniziale) di uno stabile a Knightsbridge, nel cuore più chic della città.

Una parte delle sue fortune (economiche) vengono fatte risalire ai bond russi, comprati quando valevano 8 (all'epoca della disfatta del rublo) e rivenduti a 128. Non è l'unico colpo gobbo, sempre nel campo della finanza distressed, come lo stesso Mincione ha raccontato all'Espresso poco più di un anno fa; sulla stampa specializzata si è parlato anche di operazioni sul petrolio.

Almeno in Italia i riflettori sull'uomo d'affari, che pure aveva già società attive a Roma, oltre che nei paradisi fiscali del Jersey e del Lussemburgo, si accendono quando acquista i diritti inoptati dell'aumento di capitale di Bpm, tra Natale e Capodanno 2011. Una quota di poco superiore all'8%, pagata grosso modo 60 milioni, narrano le cronache. Un investimento motivato dallo stesso Mincione, all'epoca, con il fatto che «Bpm è una banca con un solido Tier1 e una fortissima presenza in Lombardia: credo che con il nuovo management, con a capo Annunziata e Bonomi, la banca possa esprimere ancora più valore». Da allora sono passati poco più di due anni ma è come se fosse trascorsa un'era geologica.

L'origine dei capitali di Mincione continua a restare confusa, tanto da aver sollevato più di un'interrogazione parlamentare, dai senatori Anna Bonfrisco a Mario Ferrara, mentre il deputato Alberto Giorgetti stigmatizza come la partecipazione in Bpm «sia veicolata attraverso non meglio identificate società offshore». Qualcuno parla dei fondi di facoltose famiglie milanesi; più di recente e non senza qualche mal di pancia interno - è emerso almeno un finanziatore indiretto di Mincione: la Fondazione Enasarco.

L'Ente Nazionale di Assistenza per gli Agenti e Rappresentanti di Commercio, per investire le sue risorse infatti ha scelto tra l'altro di «sottoscrivere quote di un fondo obbligazionario che a sua volta ha investito in fondi di Mincione». Un'ottantina di milioni di euro, ricostruisce l'Ente, tuttavia senza avere rapporti diretti con lo stesso Mincione né soprattutto «aver mai partecipato alle scelte decisionali di investimento del suo fondo».

Sia come sia, anche la Consob ha voluto vederci chiaro sulla sua quota, scesa peraltro al 7%. E infatti a maggio era partita la richiesta di informazioni, sfociate nella dichiarazione riportata in chiaro anche sul sito, che fa risalire a Mincione stesso la proprietà delle quindici società in cui ha spacchettato il 7% (attraverso il Capital Investment trust regolato dalle leggi del Jersey, anche se la società controllante delle singole partecipazioni è la Time & Life sa, di cui è presidente Lamberto Dini).

Ma, sembra di capire, vista la struttura molto complessa è possibile che l'attenzione della Commissione resti alta. Del resto, nelle prossime settimane la tensione - e i motivi di attenzione intorno alla Popolare - saranno molteplici. Infatti Mincione, che per due anni e passa ha fatto il socio silente, è improvvisamente uscito allo scoperto, proponendosi nei fatti come l'anti-Bonomi, l'altro socio forte della Bpm.

L'asso nella manica del finanziere è stato Lamberto Dini, ma non è detto che non ci siano altri colpi di scena da qui al 21 dicembre, quando si terrà l'assemblea della banca, per eleggere un nuovo consiglio di sorveglianza che poi a sua volta sceglierà il consiglio di gestione (comprensivo di amministratore delegato).

Certo la situazione è esplosiva: da un lato infatti c'è una governance che ha cominciato a rinnovare solo nello spirito e niente nelle carte (lo Statuto è rimasto lo stesso che aveva dato vita al duale), dall'altro c'è una situazione quasi irreale, di due soci con pacchetti tra il 7% e l'8,6% in una struttura che continua a chiamarsi "popolare".

Per non parlare del socio industriale francese, il Credit Mutuel, che ha a sua volta il 6,8%. Inoltre c'è l'esigenza di dare un assetto ragionevolmente gestibile alla banca, che negli ultimi tempi è andato perso e che è deflagrato con le dimissioni di Piero Montani, andato via - non in punta di piedi - per trasferirsi a Genova alla guida della Carige. Da quel momento l'opera difficilissima di mediazione finora tentata per arrivare ad una riscrittura della governance ancora lontana dall'essere arrivata in porto - è saltata come un tappo di champagne, facendo esplodere la crisi: il consiglio di sorveglianza infatti non se l'è sentita di nominare un consiglio di gestione per tre anni (tempo minimo per qualsiasi nuovo amministratore delegato) alla luce del parere pro veritate presentato appunto da Mincione.

L'azionista infatti paventava «una spoliazione del diritto dei soci di poter, almeno ogni triennio, imprimere alla società l'indirizzo dagli stessi ritenuto opportuno». E a quel punto la soluzione adottata è stata andare di nuovo in assemblea. Tempo per presentare le liste c'è sino a fine novembre o ai primi di dicembre. Non moltissimo, quindi, per arrivare ad individuare nomi e schieramenti.

Sul campo infatti c'è Andrea Bonomi e la sua Investindustrial. Forte di un investimento rilevante nella banca e del fatto di averla gestita finora, ma allo stesso tempo per il momento incapace di trovare una soluzione condivisa con le altre forze sociali. A partire dai soci-dipendenti- pensionati, che forse non saranno più un blocco compatto come ai tempi dell'associazione Amici (ora formalmente sciolta e da poco sanzionata dalla Consob per patto parasociale non dichiarato) ma hanno ancora una forte influenza all'interno della banca. Da chiarire c'è anche il ruolo di Piero Lonardi, rappresentante storico degli azionisti non dipendenti della banca - ma non per questo necessariamente amico di Bonomi, anzi e infine lo stesso Mincione.

Lo Statuto della banca assegna alle varie liste in campo un numero decrescente di consiglieri di sorveglianza, a seconda ovviamente dei voti ottenuti. E poi riserva due posti in consiglio di sorveglianza ai rappresentanti degli investitori istituzionali, cioè a uno o più fondi.

Ma, altra ragione a complicare un quadro già confuso, un trust non è un fondo, dunque non può essere Mincione a presentare la lista che aspira ad avere i due posti in consiglio (l'altra volta la lista di Assogestioni non ce l'aveva fatta e i due posti erano andati all'altra lista degli istituzionali presentata da Investindustrial, anche se poi lo stesso Bonomi era stato eletto alla guida del cdg con i voti della lista di maggioranza presentata da Amici). Insomma, la vigilia è incandescente. Le prossime settimane promettono molti colpi di scena.

 

Raffaele MincioneLamberto Dini Lamberto Dini ANDREA BONOMI LA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANOlogo BPMHEATHER MILLSHEATHER MILLSgiuseppe vegas

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...