MONTANI-E RUSSE PER CARIGE – IN ARRIVO NUOVE RETTIFICHE SUI CREDITI PER IL 2013 E NEL 2014 LA NASCITA DEL BANCONE - LE FORBICI DEL NEO AD GENOVESE PASSERANNO PER 100 FILIALI SU 700

Carlotta Scozzari per Dagospia

E' passato appena poco più di un mese dalla nomina di Piero Montani alla guida di Carige. Non molto tempo, ma ai dipendenti e alle prime linee deve essere bastato per capire che la musica è cambiata. Sono lontani i tempi in cui, sotto la guida dell'ex presidente Giovanni Berneschi, l'istituto di credito ligure continuava a man bassa a comprare sportelli, muovendosi controcorrente rispetto alla maggior parte delle altre banche.

Ancora giugno del 2010, quando i venti di crisi soffiavano ormai da un po' sull'economia, Carige aveva rilevato 22 filiali dal Monte dei Paschi di Siena. Banca, quest'ultima, con la quale - ironia della sorte - il gruppo genovese condivide ora la necessità di ripatrimonializzare, in un momento certamente non semplice per una operazione di questo tipo.

La Banca d'Italia, al termine della sua ultima ispezione, come emerso dal verbale dello scorso settembre, ha ribadito la necessità di un rafforzamento patrimoniale da almeno 800 milioni (per ora ne sarebbero stati recuperati soltanto un centinaio con la cessione della controllata del risparmio gestito), oltre che quella di una forte discontinuità nella gestione, cosa che non ha fatto che accelerare l'uscita di Berneschi, già da luglio in aperto dissidio con la Fondazione prima azionista con quasi il 47% del capitale.

Nei propri rilievi, l'Authority di Palazzo Koch aveva promesso che avrebbe tenuto sotto stretta osservazione il bilancio del 2013, che è poi il motivo per cui l'ad Montani si aspetta da un momento all'altro una nuova visita a Genova degli ispettori. E' per questo forse che l'ex numero uno della Popolare di Milano, nato proprio nella città della Lanterna 59 anni fa, si sta già portando avanti con il lavoro.

Poiché il suo obiettivo dovrebbe essere quello di fare coincidere le "grandi pulizie" con l'esercizio 2013, c'è da scommettere che anche sul quarto trimestre peseranno nuove e massicce svalutazioni sui crediti. A confermare che la fase del credito allegro e spensierato dell'ultimo decennio, fortemente criticata da Bankitalia, è solo un ricordo lontano.

In ogni caso, il tempo stringe, e l'idea del nuovo ad genovese è quella di fare coincidere l'approvazione del bilancio con la presentazione del nuovo piano industriale, così da fare partire l'aumento di capitale nei primi mesi del 2014 (in teoria l'operazione si sarebbe già dovuta chiudere entro il 2013 ma sembra esserci una certa tolleranza da parte di Bankitalia, con la quale Montani ha un buon feeling).

Di ufficiale non c'è ancora nulla, ma, secondo quanto risulta a Dagospia, Montani, conosciuto per essere un risanatore, starebbe pensando di dare vita a un "bancone" fondendo all'interno di Carige le controllate Cassa risparmio di Savona, Cassa di risparmio di Carrara e Carige Italia, ossia le filiali al di fuori della Liguria che Berneschi, facendo male i conti, aveva sperato potessero portare dei benefici (soprattutto di cosmesi contabile) al bilancio.

Se così fosse, tra l'altro, bisognerebbe capire se Berneschi, consigliere di Carisa e vicepresidente di Cr Carrara (che sono poi le poltrone che gli consentono di restare vicepresidente dell'Abi), dal momento che gli organi delle due controllate sparirebbero in questo riassetto generale, continuerebbe a mantenere l'ufficio che gli è stato dato di recente nel palazzo di Carige di fronte alla sede centrale, a cui sembra debbano anche aggiungersi la dotazione di due autisti e una segretaria.

In parallelo con il "bancone", Montani starebbe pensando di chiudere un centinaio di filiali sulle quasi 700 totali del gruppo. Novità dovrebbero arrivare anche dal fronte delle prime linee: secondo indiscrezioni, il nuovo ad avrebbe già selezionato tre o quattro persone fidate da inserire e starebbe scegliendo (con l'aiuto di una società di consulenza esterna) alcuni dipendenti da fare crescere all'interno del gruppo.

In tale contesto, sembrano farsi sempre più limitati gli spazi dell'ex direttore generale dell'era Berneschi, Ennio La Monica, da poco declassato a lavorare "a disposizione dell'ad". Così come sembrano esserlo quelli di quei due o tre dirigenti che in passato avevano lavorato fianco a fianco con Berneschi.

 

piero MontaniBANCA CARIGE E LA NUOVA BANCA CARIGE ITALIA CARIGEberneschi giovanni x PALAZZO KOCH

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