MONTE DEI PACCHI DI STATO - LA NAZIONALIZZAZIONE CONVIENE ALLA FONDAZIONE GUIDATA DALLA MANSI MA ANCHE ALLA SOCIETA' DI MARCO BASSILICHI, GRANDE AMICO DEL PREMIER RENZIE

Giorgio Meletti per ‘Il Fatto Quotidiano'

Per Alessandro Profumo - presidente del Monte dei Paschi di Siena impegnato in un tentativo non scontato di salvataggio delle terza banca italiana - il nemico numero uno è il partito trasversale della nazionalizzazione. Ne è leader non dichiarato Antonella Mansi, presidente della Fondazione Mps. A fine 2013, come azionista dominante della banca, ha bloccato l'aumento di capitale da 3 miliardi con cui Profumo dovrebbe restituire gran parte dei 4 miliardi di prestito statale noto come Monti Bond. Il presidente ci riproverà tra un paio di mesi, in mezzo a difficoltà crescenti.

Se non ce la facesse scatterebbe il diktat dell'Unione europea: conversione in azioni dei Monti Bond. Lo Stato acquisirebbe il 70-80 per cento del capitale (a seconda dei prezzi di conversione). Qui scatta l'equivoco in cui sono caduti anche osservatori ideologicamente distanti come Beppe Grillo e il leader di Fare Michele Boldrin, entrambi convinti che la nazionalizzazione strapperebbe la banca alla politica locale. In realtà i danti causa della Fondazione sanno che proprio la nazionalizzazione è l'unica via di salvezza: meglio l'Mps statale - soprattutto ora che a Palazzo Chigi c'è un amico - che un azionariato diffuso che lascerebbe tutto il potere a un management poco attento alla "senesità".

PER CAPIRE IL PECULIARE campanilismo della nazionalizzazione bisogna ricordarsi il nome di una società, la Bassilichi, che ha sede a Monteriggioni, a pochi chilometri da Siena. E poi fare un salto indietro al 1 settembre dell'anno scorso, quando Matteo Renzi si esibisce alla Festa del Pd di Genova. Dice il futuro premier: "Adesso vi svelo un particolare, ieri mi ha mandato un messaggino il sindaco di Siena Valentini, ‘Matteo, allora vado a dritto sulle nomine, okay?'. E io gli ho risposto, Bruno ma che c'entro io con le nomine del Monte Paschi".

Infliggendo a Bruno Valentini una figura barbina, Renzi ha abilmente coperto l'evidenza: il sindaco di Siena, dopo un lungo braccio di ferro sul nome di Franco Pizzetti, stava portando alla presidenza della Fondazione il nome caro al mondo renziano, Antonella Mansi. Nessuno ha mai spiegato da dove spuntasse quella vicepresidente della Confindustria dallo scarno curriculum imprenditoriale. Ma le cose si fanno più chiare se ricordiamo che Valentini prima di Siena è stato sindaco di Monteriggioni e Mansi era membro del cda della Bassilichi.

Marco Bassilichi è il capo, e vanta un sistema di relazioni incardinato sulla salda amicizia con Renzi. Prima di esplorare la ragnatela, dobbiamo però sapere che la sua azienda, attiva nei servizi bancari, dipende totalmente dal principale cliente, il Monte dei Paschi. Il bilancio 2012 si è chiuso con un pesante calo dei ricavi, a quota 224 milioni, perché Fabrizio Viola, mandato da Bankitalia a salvare il salvabile di Mps a inizio anno, ha tagliato il tagliabile, riducendo di 24 milioni le commesse a Bassilichi.

Così nel luglio 2013 propone a Mps il grande contratto di esternalizzazione concluso poi a fine anno: la società di Monteriggioni gestirà un pezzo del cosiddetto back-office di Mps, cioè la burocrazia che sta dietro gli sportelli, accollandosi 1066 dipendenti. L'operazione vale per Bassilichi il raddoppio del fatturato e dei dipendenti, ma la serrata trattativa autunnale con Viola , parallela al braccio di ferro tra Man-si e Profumo sull'aumento di capitale, gli ha concesso margini deludenti. Tra l'altro il contratto è stato ottenuto attraverso una nuova società, la Fruendo, dominata al 60 per cento dalla multinazionale Accenture.

IL caso Bassilichi è esemplare degli interessi che girano attorno a Mps. Se la banca venisse nazionalizzata, per i Bassilichi e i loro cari sarebbe una svolta. Si passerebbe dalle cornate con Profumo e Viola alla geometrica potenza delle amicizie politico-finanziarie. Basti pensare che, contrariamente ai miti sugli imprenditori innovativi, l'azienda è di fatto del Monte dei Paschi. Marco è presidente , suo fratello Leonardo è amministratore delegato, comandano ma con i numerosi fratelli mettono insieme solo il 23,5 per cento delle azioni.

Il 60 per cento del capitale è espresso proprio dal principale cliente, direttamente (12 per cento) e attraverso la controllata MP Venture (19 per cento), la partecipata Sici Sgr (16 per cento) e la Finanziaria Senese di Sviluppo (13 per cento), controllata dalla Fondazione Monte dei Paschi, cioè dall'amica Mansi. Per trovare un soggetto significativo riconducibile ai presunti proprietari bisogna arrivare alla finanziaria Navigator, che possiede il 5,5 per cento della Bassilichi e ha le sue azioni a sua volta divise in tre parti uguali tra Marco, Leonardo Bassilichi e l'onorevole e professore Gregorio Gitti, deputato di Scelta Civica nonché genero del presidente di Intesa San-paolo Giovanni Bazoli. Gitti è anche consigliere della Bassilichi, mentre Mansi si è dimessa poco dopo la nomina alla Fondazione.

Marco Bassilichi è talmente amico di Renzi che nel 2008 l'allora assessore e candidato sindaco di Firenze Graziano Cioni, volendo punire l'amica Sonia Innocenti, dipendente della Bassilichi che l'ha tradito politicamente, chiama l'amico Matteo, presidente della Provincia: "Quando tu vedi Marco Bassilichi tu gli dici anche te qualcosa...". Il giorno dopo Renzi lo richiama: "Ascolta due cose al volo: alla Sonia quel messaggio che mi avevi detto ieri gliel'ho fatto dare in modo molto brutale". Sempre veloce, in a hurry.

Bassilichi è anche azionista e presidente della Editoriale Fiorentina, che pubblica il dorso di cronaca locale del Corriere della Sera. La sua partecipazione al potere toscano risale al progetto di acquistare nel 2007 il Siena Calcio, da sempre una dépendance del Monte dei Paschi, in cordata con Riccardo Fusi, in seguito arrestato per la bancarotta della sua Baldassini Tognozzi Pontello, grande amico e sodale di Denis Verdini, l'uomo di B. che detta a Renzi gli articoli delle leggi elettorali.

 

MPS SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENAProfumo Alessandro Antonella Mansi MANSI E PROFUMOMPS LINGRESSO DI ROCCA SALIMBENI SEDE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Ultimi Dagoreport

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)