“UNITÀ” DI INTENTI BELLICOSI - LA NEO-AZIONISTA MARIA CLAUDIA IOANNUCCI, EX LEGALE DI LAVITOLA, PROMETTE QUERELE AL “FATTO” MENTRE I REDATTORI DELL’UNITÀ VOGLIONO BUTTARLA FUORI E CHIEDONO LA TESTA DELL’AD FABRIZIO MELI

Alessandra Arachi per ‘Il Corriere della Sera'

Il caso è esploso per un articolo sul Fatto Quotidiano, il 29 dicembre scorso. E all'Unità i giornalisti sono saliti sulle barricate. Non intendono scendere. Non per adesso. Prima vogliono capire perché Maria Claudia Ioannucci sia finita fra i soci del loro giornale, il quotidiano fondato da Antonio Gramsci.

Lo ha scritto il Fatto Quotidiano, il sindacato dei giornalisti non era stato informato di nulla. Non che Maria Claudia Ioannucci avesse raccolto il 13,98 per cento delle quote dell'Unità con la sua società Partecipazioni Editoriali Integrate, srl. È stata vicepresidente dei senatori di Forza Italia dal 2001 al 2006, l'avvocato Ioannucci. Di più: è stata anche il legale del faccendiere Valter Lavitola.

«Non possiamo permettere che l'assetto societario del nostro giornale storico venga sporcato da una figura estranea alle nostre ideologie», dicono i membri del comitato di redazione del giornale che hanno in mano un pacchetto di cinque giorni di sciopero per delega dalla redazione. Sciopero che ieri è stato congelato in attesa di un incontro fissato per il 7 gennaio con l'editore, Matteo Fago. Ma gli animi dentro la redazione restano bollenti.

Maria Claudia Ioannucci ieri ha smentito qualsiasi rapporto con Valter Lavitola che non sia di puro e semplice lavoro. «È stato un mio cliente e l'assioma che vede legato un avvocato con la persona che difende non è corretto», ha scritto l'avvocato Iaonnucci in una nota senza però rispondere alle accuse del Fatto Quotidiano sui documenti che la vedono in rapporti di affari e anche di raccomandazioni (a Berlusconi) con Lavitola.

Il giornale ha messo l'accento sugli affari panamensi e citato, tra le altre, una data di un appuntamento, il 21 agosto 2011, quando Ricardo Martinelli, il presidente di Panama «corrotto» da Lavitola per l'appalto di Finmeccanica, va a Villa Certosa a trovare Silvio Berlusconi, accompagnato proprio da Maria Claudia Ioannucci. C'è poi la lettera che Lavitola scrisse a Silvio Berlusconi durante la sua latitanza e c'è un passo dove il faccendiere ricorda al Cavaliere: «Lei mi ha promesso di collocare la Ioannucci nel cda dell'Eni....».

Nella sua nota di ieri Maria Claudia Ioannucci ha scritto soltanto: «Sono entrata nel capitale dell'Unità perché ogni giornale in difficoltà o che rischia di morire significa una ferita per la democrazia. L'iniziativa è nata dalla volontà di salvare un pezzo di democrazia, persino per il Fatto Quotidiano lo avrei fatto». E annuncia di avere già querelato il giornale diretto da Antonio Padellaro. Come anche promette di farlo il cdr del quotidiano fondato da Antonio Gramsci.

Sarebbe stato l'amministratore delegato dell'Unità, Fabrizio Meli, a cedere direttamente le quote all'avvocato Ioannucci, a fine ottobre dello scorso anno. «Non è ammissibile che un'operazione di questo tipo avvenga senza comunicare nulla alla redazione», contestano i tre membri del comitato di redazione del quotidiano fondato da Antonio Gramsci.

Poi aggiungono: «Nell'incontro del 7 gennaio abbiamo intenzione di chiedere all'editore la rimozione dell'amministratore delegato e l'estromissione dall'assetto societario di una donna che dal 2001 al 2006 era vicepresidente dei senatori di Forza Italia, anni in cui Silvio Berlusconi si votava le leggi ad personam. Questo non è ammissibile, il nostro giornale ha un'identità fondata su valori molto precisi. In febbraio verranno celebrati i novant'anni della nascita del giornale: come si potrà conciliare una simile presenza?».

 

unita Padellaro e Travaglio MARIA CLAUDIA IOANNUCCIVALTER LAVITOLA MENTRE SI IMBARCA ALLAEROPORTO DI BUENOS AIRES jpegRicardo MartinelliFABRIZIO MELI

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