evasori evasione fiscale giuseppe conte

NESSUN RISTORO PER L'EVASORE - IL DECRETO NON LO DICE IN MODO BRUTALE, MA LO LASCIA CAPIRE: IL CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO SPETTA A CONDIZIONE CHE L’AMMONTARE DEL FATTURATO DI APRILE 2020 SIA INFERIORE AI DUE TERZI RISPETTO AD APRILE 2019. UN -66% SULL'ANNO PRECEDENTE. E IN UN PAESE CHE SI SOSTIENE IN LARGA PARTE SUL NON DICHIARATO NON È SCONTATO RIUSCIRE A DIMOSTRARE IL CALO DEL GIRO D’AFFARI PER AVER ACCESSO AL SOSTEGNO A FONDO PERDUTO

 

Giuliano Balestreri per https://it.businessinsider.com/

 

evasione fiscale 2

Niente fondo ristoro per gli evasori fiscali. Il decreto non lo dice in modo brutale, ma lo lascia capire con grande chiarezza quando si legge che il “contributo a fondo perduto spetta a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019”. Tradotto: il fatturato dichiarato deve essere inferiore al 66% di quello d’anno precedente. E in un Paese che si sostiene in larga parte sull’evasione fiscale non è scontato riuscire a dimostrare il calo del giro d’affari per aver accesso ai fondi perduti. Un circolo vizioso che alimenta le polemiche e le proteste di piazza, ma che ha radici profonde.

 

A cristallizzare la situazione è il “rapporto sui risultati conseguiti in materia di misura di contrasto all’evasione fiscale e contributiva” allegato alla Nadef 2020, dal quale emerge come imprese e lavoratori autonomi drenino alla casse del fisco tricolore oltre 30 miliardi di euro l’anno: un terzo dell’evasione totale. Peggio, il tax gap ammonta al 68,8%. In sostanza significa che all’Erario manca quasi il 70% dell’incasso dovuto in un regime di perfetto adempimento da parte dei contribuenti. Una vera e propria Caporetto del Fisco, anche perché ormai la stima del tax gap pubblicata dal ministero dell’Economia riguarda oltre il 93% delle imposte, come a dire che la mappatura è quasi completa.

 

Leggi anche Fisco, lavoratori autonomi e imprese evadono il 70% delle tasse

evasione fiscale 1

Ma se manca quasi il 70% del dovuto, vuol dire che il fatturato dichiarato è all’incirca il 30% di quello reale. Di conseguenza un’azienda che chiedesse il ristoro della quota “dichiarata” rischierebbe con le restrizioni in arrivo di arrivare a perdere – all’incirca – quel 70% di “nero” che faceva. Ed ecco perché le proteste verso la stretta governativa sono sempre più intense.

 

“Un po’ di nero lo faccio, non sono certo un santo – racconta un ristoratore milanese -, ma ormai quasi tutti i miei clienti pagano con carta di credito o bancomat e grazie a un affitto ragionevole e a un buon fatturato dichiarato con il decreto ristoro posso stare tranquilli per un po’. Certo mi manca la gioia di lavorare e stare in mezzo alla gente, ma quella tornerà. I problemi veri li avranno quelli dichiaravano al fisco la metà di quello che guadagnavano”.

eggi anche Il flop della fattura elettronica: recuperato solo un miliardo di euro dall’evasione dell’Iva

 

Nel complesso, nel triennio 2015-2017, l’ultimo per il quale si dispone di un quadro completo delle valutazioni, si osserva un gap medio complessivo pari a circa 107,2miliardi di euro, di cui 95,9 miliardi di mancate entrate tributarie e 11,3miliardi di mancate entrate contributive. Il tax gap viene stimato sulla base della misurazione dell’economia non osservata, per la parte relativa al “sommerso” che viene stimata dall’Istat in circa 195 miliardi di euro l’anno. Di conseguenza, l’ammanco viene calcolato per l’Irpef (distinguendo tra lavoratori autonomi, imprese e lavoratori dipendenti irregolari, ndr), l’Ires, l’Iva, l’Irap, la cedolare secca sulle locazioni, il canone Rai, le accise sui prodotti energetici, l’Imu e la Tasi sui fabbricati diversi dall’abitazione principale e le addizionali locali Irpef.

IL RISTORO - VIGNETTA SU ITALIA OGGI

 

A conferma dei dati raccolti dal ministero dell’Economia, è arrivato anche uno studio di Itinerari Previdenziali da cui emerge come a fronte di 60.359.546 di residenti in Italia, i contribuenti dichiaranti sono stati 41.372.851. Peggio, i paganti, quelli che hanno versato almeno uno euro, sono stati 31.155.444. Numeri che mettono di fronte a una cruda verità: il 48,38% dei residenti non genera alcun reddito. E d’altra parte solo così si spiega come mai l’82% dei possessori di uno dei 57 milioni di immobili intestati a persone fisiche in Italia sia pensionato o lavoratore dipendente. Gli unici che non possono scappare dal fisco e che finiscono per essere tartassati. Con buona pace di quanti protestano per il decreto ristoro.

 

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO