LA CASSA (E IL TRENINO) SONO ROBA MIA - RENZI VUOLE CAMBIARE IL VERTICE CDP UN ANNO PRIMA DELLA SCADENZA, E QUELLO DI FERROVIE UN ANNO DOPO LA NOMINA. MA NON HA MAI SPIEGATO PERCHÉ

Marco Panara per "Affari & Finanza - la Repubblica"

 

andrea guerra matteo renzi leopoldaandrea guerra matteo renzi leopolda

Matteo Renzi ha deciso di cambiare il vertice della Cassa Depositi e Prestiti un anno prima della scadenza e quello delle Ferrovie dello Stato un anno dopo la nomina, ma non ha ancora spiegato perché. Gli azionisti possono cambiare in ogni momento i manager che guidano le loro aziende, ma se l’azienda è quotata lo devono spiegare al mercato e se è pubblica lo devono spiegare ai cittadini. In assenza di un perché che non sia solo di facciata la percezione è nel caso dei privati di una scelta da padrone, nel caso dei pubblici di una scelta di potere.

 

MICHELE 
ELIA
MICHELE ELIA

Le stagioni delle nomine non hanno una gran tradizione nella nostra repubblica, le nomine fuori stagione ancora meno. Cominciamo dalla Cdp. Franco Bassanini è presidente della Cassa dal 2008, nominato dalle Fondazioni che sono azioniste per poco meno del 20%, Giovanni Gorno Tempini è amministratore delegato dal 2010, scelto dal Mef che è azionista per il restante 80. Nei cinque anni in cui hanno guidato insieme la Cdp, il patrimonio è salito da 13 a oltre 19 miliardi, gli utili sono stati complessivamente di oltre 11 miliardi e quelli distribuiti 3,7 miliardi (2,9 al Tesoro e 800 milioni alle fondazioni).

 

MARCELLO MESSORIMARCELLO MESSORI

Nello stesso periodo la Cassa ha immesso nel sistema, tra finanziamenti a enti pubblici interventi nelle infrastrutture e prestiti e capitale per le imprese, circa 73 miliardi. Potevano forse fare meglio, ma è difficile sostenere che il loro ciclo finisce in anticipo perché hanno fatto male. La ragione allora della prematura interruzione del loro mandato deve essere un’altra, e in assenza di spiegazioni ufficiali viene spontanea una domanda: cosa dovrebbero fare i loro successori (secondo le indiscrezioni Claudio Costamagna e Fabio Gallia, ma si parla anche di Simone Anichini per la carica di amministratore delegato) che i due uscenti non avrebbero fatto?

 

GORNO TEMPINI GORNO TEMPINI

La risposta non c’è, ovviamente, e l’ipotesi che per prima viene in mente riguarda Telecom. Le conseguenze di una privatizzazione infelice sulla vita dell’azienza, passati 19 anni, non le consentono ancora di trovare pace. Il suo destino, segnato da un azionariato perennemente instabile, si incrocia ora con l’urgenza di dotare il paese della banda larga e con le ombre francesi che si allungano sul suo controllo. Forse Andrea Guerra, consulente di Renzi in questa partita e il presidente in pectore Claudio Costamagna immaginano un ruolo di Cdp nel suo capitale, per stabilizzarlo definitivamente.

 

franco bassanini pier carlo padoanfranco bassanini pier carlo padoan

O forse immaginano qualcos’altro. Forse c’è di mezzo l’Ilva, forse altre aziende che stanno attraversando un periodo di difficoltà ma sono ritenute importanti dell’Italia e che è possibile con tempo e denaro risanare e rilanciare. Niente di male, proprio a questo scopo un consiglio di amministrazione straordinario della Cassa è stato convocato per martedì per decidere l’adesione a un nuovo Fondo Turnaround che dovrebbe essere lanciato nei prossimi mesi (paradossalmente potrebbe essere proprio il consiglio da cui partirà il turnaround della Cassa stessa). Si vuole fare della Cdp la Mediobanca del XXI secolo?

 

Il regolatore del frammentato e sempre traballante capitalismo italiano? O la nuova Iri, come temono alcuni? Qualunque cosa sia, il sapore è di una ridefinizione della politica industriale del paese, il ruolo dell’intervento pubblico e quello della Cdp. Un nuovo modello insomma. Tema alto, complesso, che non consente ambiguità né improvvisazione.

ILVAILVA

 

Perché il rilancio industriale del paese è una cosa importante, da affrontare pragmaticamente e senza pregiudizi. Liberando la strada dagli ostacoli per l’azione privata e non escludendo l’intervento pubblico dove il privato non arriva, o non arriva tempestivamente. All’interno di un disegno, di una visione, che dovrebbe esserci ed essere nota prima di muovere le pedine sulla scacchiera.

 

Claudio Costamagna Claudio Costamagna

Per le Fs la questione interpretativa è relativamente più semplice. La coppia nominata al vertice giusto un anno fa, Marcello Messori alla presidenza e Michele Elia amministratore delegato, non ha funzionato. Divergenze di vedute quasi su tutto, personalità opposte, da mesi operano da separati in casa. Non è la condizione ottimale con la quale portare un’azienda di quella complessità alla privatizzazione.

 

Con un problema di fondo assai difficile da risolvere: Fs è proprietaria della rete, costruita con i soldi dei cittadini, che ha un valore patrimoniale di 30 miliardi che non può essere remunerato dall’esercizio. Il dilemma allora è se privatizzarla, regalandola di fatto ai nuovi soci oppure scorporarla, riportandola direttamente nella proprietà dello stato lasciando a Fs (attraverso Rfi) la sua gestione. Ma questa scissione è assai complicata e non farla rischia di riprodurre nel futuro delle Fs e dell’Italia le stesse conseguenze (il ritardo negli investimenti soprattutto) che ha determinato l’aver lasciato la rete telefonica dentro la Telecom privatizzata.

 

TELECOM ITALIA jpegTELECOM ITALIA jpeg

Tutto questo comporta probabilmente una revisione del progetto di privatizzazione delle Fs, certamente un allungamento dei tempi. E richiede probabilmente una coppia di vertice più coesa e adatta alla missione, ma che tenga conto di che cosa sono le Ferrovie, delle migliaia di chilometri di rete da mantenere e le migliaia di treni da far viaggiare ogni giorno.

 

Mestieri che non si improvvisano. Il cambiamento del vertice delle Fs è l’implicita ammissione di un errore, purché nel correggerlo non si commetta l’errore opposto di non tener conto della complessità di quella macchina. Il cambiamento al vertice della Cdp è invece scommessa. Per valutare la quale bisognerebbe almeno conoscere la posta in gioco.

Ultimi Dagoreport

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…