1. QUELLO CHE NON È RIUSCITO A DELLA VALLE, FAR FUORI BAZOLI, RIUSCIRÀ A IGNAZIO VISCO? 2. DUE MESI FA IL GOVERNATORE DI BANKITALIA, DA SEMPRE AVVERSARIO DI BAZOLI & GUZZETTI, CONVOCÒ SERGIO CHIAMPARINO, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE SANPAOLO (PRIMA SOCIA DI INTESA) PER COMUNICARGLI DI ELIMINARE IL ‘’DUALE’’, IL SISTEMA CHE PERMETTE ALL’“ARZILLO VECCHIETTO” DI SPADRONEGGIARE TRA I POTERI MARCI E STORTI ("CORRIERE") 3. L’OTTUAGENARIO BANCHIERE CATTOLICO NEMMENO QUESTA VOLTA SAREBBE INTENZIONATO A USCIRE DI SCENA TANTO FACILMENTE. TANT’È CHE BAZOLI, NELL’OTTICA DI PRENDERE TEMPO E RIMANDARE L’USCITA AL 2015, AVREBBE COMMISSIONATO ALLO STUDIO LEGALE PORTALE VISCONTI LA REVISIONE DELLO STATUTO DI INTESA (SMENTITA)

DAGOREPORT

Già qualcuno era pronto a scommettere che Giovanni Bazoli non avrebbe ottenuto la riconferma alla presidenza del consiglio di sorveglianza (cds) di Intesa Sanpaolo in occasione dell'assemblea dei soci dello scorso aprile. Che invece, contrariamente alle aspettative di questi "gufi" (ovviamente dal punto di vista del grande vecchio della finanza italiana), ha mantenuto la poltrona.

Figurarsi, dicono i suoi difensori: Bazoli negli anni Novanta riuscì a contrastare lo strapotere della Mediobanca di Enrico Cuccia sconfiggendolo prima nella battaglia per la Cariplo e poi - in estrema sintesi - sfilandogli addirittura la Comit! Sarebbe assurdo che, ai tempi nostri, non riuscisse a riottenere la conferma ai vertici del gruppo che lui stesso ha rilanciato nei primi anni Ottanta dal crac del Banco Ambrosiano.

E poco importa se non è più proprio un ragazzino e tra due giorni compirà la bellezza di 81 anni. E non pare significativo ai fini della nomina nemmeno il fatto che qualche maligno gli imputi alcune operazioni, come i finanziamenti alla Tassara di Romain Zaleski, che non hanno sempre fatto benissimo al bilancio di Intesa. Tra l'altro, nei mesi scorsi, lo stesso Bazoli è uscito vincitore dal confronto serrato con l'ex consigliere delegato della banca, Enrico Tomaso Cucchiani, sostituito dal delfino del banchiere ottuagenario, il "ragioniere" Carlo Messina.

Tuttavia, proprio in questi tempi, un nuovo ostacolo sembra impedire al banchiere di procedere spedito e indisturbato fino alla scadenza del proprio mandato in Intesa, nell'aprile del 2016. Si tratta della moral suasion della Banca d'Italia, da un po' di tempo a questa parte in pressing affinché le banche, soprattutto nell'ottica di ridurre i costi e quindi le poltrone, abbandonino la governance duale e tornino a quella tradizionale, basata su un solo consiglio di amministrazione. (I conti di Intesa, tra sportelli che perdono soldi e banche estere, non brillano particolarmente).

Un posizione evidente dal documento sull'"Analisi dei risultati e dei processi di autovalutazione" del mese di novembre pubblicato da Palazzo Koch, che a pagina 3 ribadiva un concetto già espresso da Bankitalia e cioè che, "pur non potendosi individuare una composizione ottimale dell'organo senza considerare le specificità delle singole realtà aziendali, presso alcune banche il numero medio di componenti dei board" appare "elevato, con potenziali riflessi negativi sulla funzionalità"; ragion per cui andrebbe riconsiderata "la numerosità dei membri del board e, ove opportuno", andrebbe ridotta "al fine di evitare composizioni pletoriche".

Negli ultimi mesi, contro il duale si sono schierate anche le principali Fondazioni socie, ossia Compagnia di San Paolo, Cariplo, Fondazione Cr Padova e Rovigo ed Ente Cr Firenze. Che, come anticipato dal "Sole 24 ore", hanno affidato un incarico a Georgeson per sondare i principali investitori sugli effetti che potrebbe destare sul mercato la modifica della governance.

Un tema che, del resto, a quanto risulta, sarebbe anche stato affrontato nel corso di un incontro di due mesi fa che il presidente di Compagnia di Sanpaolo, Sergio Chiamparino, e il segretario, Piero Gastaldo, avrebbero avuto proprio con Ignazio Visco in via Nazionale. L'ente torinese, primo socio di Intesa al 9,72%, nel caso in cui si tornasse alla governance tradizionale potrebbe arrivare a esprimere l'amministratore delegato della banca.

Ora, infatti, la Compagnia, in base ai patti non scritti stipulati all'epoca della maxi-fusione del 2007, sceglie il presidente del consiglio di gestione, mentre la Cariplo di Giuseppe Guzzetti ha modo di spingere di più sulla nomina del consigliere delegato (come del resto avvenne con la scelta di Cucchiani).

Lo stesso ex democristiano Guzzetti, tra l'altro, settantanove anni, ultimamente si sarebbe convinto a "tradire" lo storico amico Bazoli, avviando il dossier della revisione del duale che farebbe vacillare la poltrona dell'attuale presidente del cds di Intesa. Del resto è evidente che si sia trattato di un modello di governance buono a moltiplicare poltrone e prebende negli anni delle grandi fusioni ma ormai anacronistico anche perché troppo costoso (proprio ora A2a, tra le poche società che ancora hanno il duale, sta facendo un passo indietro).

Ma una volta incassato il tiro mancino dell'amico Guzzetti, il banchiere cattolico nemmeno questa volta sarebbe intenzionato a uscire di scena tanto facilmente. Tant'è che Bazoli, secondo quanto risulta a Dagospia, almeno nell'ottica di prendere tempo e rimandare l'uscita al 2015, avrebbe commissionato allo studio legale Portale Visconti la revisione dello Statuto di Intesa. Tuttavia, sia la banca, sia lo studio smentiscono che sia mai stato conferito un simile incarico.

 

GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANNASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA GAETANO CALTAGIRONE E GIOVANNI BAZOLI FOTO LA PRESSE ALESSANDRO PROFUMO ENRICO CUCCHIANI DAVID THORNE FOTO DA FLICKR AMBASCIATA USA CARLO MESSINA E FRANCESCO MICHELI ALLA PRIMA DELLA SCALA 2013IL FINANZIERE ROMAIN ZALESKIPALAZZO KOCHProfumo Presidente di Banca Mps insieme a Riffeser e Giuseppe Guzzetti il Presidente Acri la casi tutte le Fondazioni Bancarie Italiane Laura Boldrini e Sergio Chiamparino

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