A PANAMA SI CAMBIA CANALE - IL CONSORZIO ITALO-SPAGNOLO (CON SALINI-IMPREGILO) SOSPENDE I LAVORI PER L’AMPLIAMENTO DEL CANALE DI PANAMA DOPO IL MANCATO ACCORDO SUGLI EXTRA COSTI. E ORA SI RISCHIA UN ARBITRATO LUNGO E COSTOSISSIMO

Da "Radiocor"

1-PANAMA: QUIJANO, CONSORZIO SACYR-IMPREGILO HA SOSPESO LAVORI CANTIERE CANALE

Il consorzio incaricato dell'ampliamento del Canale di Panama ha sospeso i lavori nel cantiere. Lo ha annunciato l'amministratore dell'infrastruttura, Jorge Quijano, confermando a sua volta la rottura delle negoziazioni sugli extra-costi con il consorzio Gupc, guidato dalla spagnola Sacyr e composto anche dall'italiana Salini Impregilo. "In questo istante" il consorzio Gupc (Gruppo unito per il Canale) "ha gia' sospeso i lavori. Hanno messo sul tavolo la minaccia e oggi l'hanno eseguita" ha aggiunto Quijano.

2-L'AUTORITA': ESIGIAMO CHE I LAVORI RIPRENDANO IMMEDIATAMENTE

L'amministratore del Canale di Panama afferma che "la posizione inflessibile" del Gupc ha impedito la conclusione di un accordo sul tema dei sovra costi stimati dal consorzio a 1,6 miliardi di dollari (1,2 mld euro), a fronte di un contratto iniziale che aveva fissato 3,2 miliardi di dollari (2,36 mld euro). "Noi esigiamo che i lavori riprendano immediatamente - ha detto Quijano aggiungendo che una proposta di annullamento del contratto emesso dall'Autorita' del canale di Panama era ancora sul tavolo. Stamane il general contractor spagnolo ha annunciato che l'Acp aveva rotto le trattative, ma Sacyr affermava di voler tuttavia continuare "a cercare una soluzione di finanziamento per concludere il progetto e i lavori nel 2015". Il consorzio aveva gia' minacciato a fine dicembre di sospendere i lavori nell'arco di tre settimane nel caso non venissero riconosciute le richieste di copertura degli extra-costi, dovuti secondo il Gupc a problemi imprevisti di carattere geologico sorti nel cantiere.


3- A RISCHIO 10MILA POSTI DI LAVORO

Colpo di scena nel negoziato che vede contrapposti le Autorità del Canale di Panama e il consorzio Gupc guidato dalla spagnola Sacyr e dall'italiana Salini Impregilo. Nella tarda serata di ieri sembrava già predisposto l'impianto d'accordo fra le parti e i legali erano ancora all'opera per definire gli ultimi dettagli.

Alla fine di una giornata di intense trattative l'armonia apparente é però saltata. L'Acp (Autorita del Canale di Panama) «ha rifiutato ogni tipo di proposta da parte del GUPC (Grupo Unidos por el Canal guidato da Sacyr e composto da Salini-Impregilo, dalla belga Jan de Nul e dalla panamense Cusa) per trovare un accordo per il cofinanziamento degli extracosti».


Lo rende noto un comunicato aggiungendo che «dopo la rottura delle trattative, il consorzio unanimemente ha espresso sconcerto e rammarico per una decisione illogica e dettata da un atteggiamento rigido che danneggerà il Canale, il Paese e i panamensi, oltre a creare un danno per il commercio internazionale e per tutti quei Paesi, come gli Stati Uniti, dove sono stati fatti ingenti investimenti in previsione dell'allargamento del commercio mondiale».

L'improvvisa rottura apre ad una serie di implicazioni immediate. Secondo una stima del consorzio, in primo luogo, vi è il «rischio immediato» di perdita di posti di lavoro per 10.000 lavoratori, con un impatto stimato su circa 40/50.000 persone, oltre all'impossibilità immediata di Gupc di pagare subappaltatori domestici e di altri paesi e «miliardi di dollari di perdite in termini di ricavi per Panama e conseguente impatto in termini di mancata crescita economica, generati dal ritardo nel completamento del Canale, che l'assicuratore Zurich ha stimato in almeno 3-5 anni in mancanza di un accordo». Inoltre, secondo i general contractor, si avviano «anni di arbitrato e contenziosi giudiziari che lasceranno un'ombra su Acp e sul Canale», a cui si sommano impatti negativi in termini economici sui porti, sulle Autorita' portuali e sulle imprese che a livello mondiale hanno fatto investimenti basandosi sulla previsione di espansione del Canale nel 2015.

Il consorzio GUPC é ancora alla ricerca di una soluzione di finanziamento per completare il progetto e lavori nel 2015. Lo si legge in una nota di Sacyr, capofila delle aziende impegnate nei lavori. Le imprese invitano quindi l'Autorità ad abbandonare la sua posizione «ingiustificatamente rigida» e ad «unirsi al consorzio nello sforzo per raggiungere una soluzione che permetta di terminare il progetto come previsto dal contratto e dalle leggi applicabili».

Il mancato accordo, indica una nota del consorzio Gupc, vedrebbe allontanarsi di qualche anno la messa in opera del nuovo Canale in grado di far transitare le navi Post-Panamax di maggiori dimensioni rispetto alle attuali e con capacità di carico triple (12.000 contro 4.000 container) e, di conseguenza, un mancato introito stimabile in 2 miliardi di dollari l'anno solo per il Canale di Panama. «A nulla sono serviti gli innumerevoli richiami al buon senso giunti all'amministratore delegato di Acp, Jorge Luis Quijano, da parte dell'Unione Europea, con l'intervento del commissario Antonio Tajani a sostegno delle imprese coinvolte, e dei governi spagnoli e italiano», affermano nella nota i general contractor. «A vuoto é andata anche la spinta esercitata sul manager pubblico locale da parte del presidente di Panama, Ricardo Martinelli, che si era spinto alla vigilia dello scadere dei termini a prevedere un accordo in tempi brevi tra Acp e Gupc». Una mossa che ai più - si legge ancora nella nota - era sembrato un ultimo invito a non perdere altro tempo e, soprattutto, a desistere da spericolate «opzioni B» che Quijano ha più volte minacciato di attuare per estromettere Gupc dai lavori del Canale, peraltro giunti a un passo dalla conclusione (contano oggi su un avanzamento al 70%).

 

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