PARMALAT-LACTALIS “DISOBBEDISCE” AL NOTAIO MARCHETTI - L'AD DI SORGENIA MANGONI DA' PICCHE A TERNA - ESSELUNGA NELLA CAPITALE PUNTA A SAN LORENZO - UN’ALTRA LAUREA AD HONOREM A MARPIONNE...

1. PARTERRE
Da "Il Sole 24 Ore"

PARMALAT «DISOBBEDISCE» AL NOTAIO MARCHETTI
Sarà infuocata, oggi, l'assemblea di Parmalat. Da tre anni, da quando sono saliti al comando i nuovi proprietari francesi di Lactalis, ogni appuntamento si trasforma in un ring. Prima la controversa operazione Lag, sospettata di essere servita ai francesi solo per mettere mani sul tesoretto di Parmalat; poi il continuo valzer di cda; quest'anno, infine, il casus belli è il nuovo statuto. Nei mesi scorsi Lactalis ha teso la mano alla Procura di Parma, che indaga su Lag, con la «auto-revoca» del cda (dimessosi in blocco). POi a sopresa l'affondo: una riforma dello statuto, da votare oggi, che riduce da 2 a 1 i consiglieri indipendenti (se il totale sarà di 7).

Un modo per congelarci, accusa il fondo Amber, l'azionista da due anni all'opposizione in cda. Con un solo consigliere non si possono convocare consigli, con 2 invece sì. Si agitano le minoranze: così si mette a tacere il mercato. Vero è che Parmalat, dal momento in cui Lactalis ha sborsato 3 miliardi per comprarsi l'azienda, ha smesso di essere una public company e che con l'84% i francesi hanno tutto il diritto di fare i padroni. Ma c'è modo e modo, dicono le minoranze, tanto che anche la Consob si è mossa.

Intanto emerge un particolare curioso: a marzo dell'anno scorso Parmalat aveva chiesto al notaio Carlo Marchetti la revisione dello statuto. Il notaio ha consegnato un documento che, con un passaggio inusuale al piano di sopra, è identico a quello proposto oggi da Lactalis. Cambia una cosa, però: nella bozza Marchetti gli indipendenti sono 2. I francesi hanno fatto orecchie da mercante (avvalorati da due pareri di professionisti, tra cui lo stesso Marchetti). (S.Fi.)


IL SALONE DEL MOBILE AIUTA IL PRIVATE EQUITY
Sarà un effetto del recente Salone del mobile a Milano, ma tra i gruppi finanziari e i private equity è tornato l'interesse per le aziende del design, soprattutto per quelle che stanno riuscendo ad imporsi nei mercati emergenti (Russia e Far East) e in quelli considerati maturi (come gli Stati Uniti) con una storia di crescita, trend difficile da individuare in un settore come quello dell'arredamento che ha accusato in modo pesante la crisi.

È così stata ceduta a Ergon, private equity che fa capo alla holding belga groupe Bruxelles Lambert, la maggioranza di Ipe: società italiana (con un giro d'affari di una quarantina di milioni e con un Mol di 8 milioni) attiva nelle soluzioni di arredo di lusso con il brand Visionnaire. Nell'azienda reinvestirà l'attuale azionista, cioè l'amministratore delegato Leopoldo Cavalli, mentre uscirà il fondo Alto Capital. L'operazione (seguita dagli advisor Lazard e Fineurop Soditic) sarebbe avvenuta sulla base di un valore d'impresa superiore agli 80 milioni. (C.Fe.)

2. MANGONI (SORGENIA) DICE «NO» A TERNA
Da "Il Sole 24 Ore"

Il suo nome era circolato per Enel, ma poi la proposta concreta arrivata ad Andrea Mangoni, ad di Sorgenia, era per la guida di Terna. Mangoni ci ha riflettuto qualche giorno, ma alla fine non se l'è sentita di lasciare l'azienda energetica alle prese con il rompicapo della ristrutturazione del debito, a metà del guado. Così, dopo Monica Mondardini, Mangoni è il secondo manager della scuderia della famiglia De Benedetti a decidere di non lasciare il gruppo. In Terna ora le voci danno in ballottaggio un candidato esterno, il dg di Cdp Matteo Del Fante, e un candidato interno, Gianni Armani, che guida Terna Rete Italia (A.Ol.)

3. SUSSURRI E GRIDA
Da ‘Il Corriere della Sera'

LA NUOVA UNIPOLSAI ADESSO APRE IL PORTO DI LOANO
(e.d.) Un po' surreale ieri nella Riviera di Ponente l'inaugurazione del nuovo pontile della Marina di Loano dove potranno ormeggiare superyacht dai 55 ai 77 metri. Sette i posti a disposizione per le imbarcazioni extralusso che si vanno ad aggiungere agli 855 del porticciolo già della famiglia Ligresti, un gioiello inaugurato nel 2012 e curato in particolare dal figlio di Salvatore, Paolo. Ma a fare gli onori di casa accanto al commodoro dello yacht club Marina di Loano c'erano i rappresentanti del gruppo Unipol: un effetto della fusione con Fondiaria-Sai che ha portato in casa Unipol le più disparate attività, dagli alberghi di Atahotels (il cui andamento è stato definito succintamente da Unipol «negativo») al porticciolo.

«Completare la nuova darsena - ha detto ieri il presidente Gian Luca Santi - ha rappresentato un grosso investimento ma con questa opera Marina di Loano entra nel segmento dei grandi yacht». La speranza è che l'offerta trovi buona risposta sul mercato: la nautica continua a soffrire di un difficile momento anche se - da fonte Federagenti - il portafoglio dei nuovi ordini dei cantieri che realizzano imbarcazioni oltre i 30 metri ha ripreso a crescere. Marina di Loano con i suoi 356 mila metri quadri di superficie e 330 mila metri quadri di specchio acqueo, un'elegantissima sede dello Yacht Club con suite per gli ospiti, i Ligresti avevano riposto grandi progetti. Non si sa quali siano ora i progetti di Unipol e quanto voglia il gruppo tenere il timone.

ESSELUNGA NELLA CAPITALE PUNTA A SAN LORENZO
(an. du.) La trattativa è a buon punto. Le prime carte sono state firmate siglando un accordo preliminare. Il contratto prevede che mister Esselunga, Bernardo Caprotti, acquisti una parte dell'ex area doganale del quartiere San Lorenzo a Roma (la proprietà è ora di Fintecna Immobiliare, controllata da Cassa Depositi e Prestiti). La riconversione del complesso immobiliare ex Monopoli e dei grandi piazzali antistanti prevede, del resto, la ricostruzione di edifici commerciali.

Una destinazione che si combina con la volontà di aprire il primo supermercato Esselunga sulla piazza romana. Un'idea che il brianzolo Caprotti ha più volte accarezzato, salvo, poi, desistere scoraggiato dal pensiero di scontrarsi con l'amministrazione capitolina e la relativa burocrazia. Il buon esito dell'accordo è subordinato, non a caso, all'ottenimento delle autorizzazioni a costruire. Esselunga da parte sua preferisce non esporsi e non conferma la trattativa.

UN'ALTRA LAUREA AD HONOREM NELLA COLLEZIONE DI MARCHIONNE
(b. car.) Dopo aver preso la laurea (studiando) in filosofia e in legge all'Università di Toronto e in economia e commercio a quella di Windsor, per Sergio Marchionne continuano a fioccare le lauree ad honorem negli Usa, in Canada e in Italia (ormai è arrivato a quota nove), tra cui quella in ingegneria assegnatagli dall' ateneo dello Stato del Michigan.

Adesso è in arrivo quella in legge che gli sarà conferita il 13 maggio dall'Università dell'Indiana a Kokomo. «Sergio Marchionne ha realizzato qualche cosa di incredibile nella storia dell'industria automobilistica americana - ha detto il presidente dell'ateneo Michael A. McRobbie -. Grazie alla sua forte leadership e al suo spirito imprenditoriale, Chrysler Group ha potuto rinascere, il gruppo è nuovamente protagonista nel mercato globale».

Un risultato che ha permesso di preservare e incentivare la crescita di posti di lavoro (2600 nuove assunzioni). Chrysler, sotto la guida di Marchionne, ha investito circa 1,5 miliardi di dollari nelle strutture di Komoko, dove si producono trasmissioni e blocchi motore, rendendo l'impianto il più importante del mondo.

PRYSMIAN TRA SUPEREURO E ACQUISIZIONI
«Potremmo essere pronti per fare operazioni importanti, ma per farlo serve anche una controparte che al momento non c'è». Il Ceo di Prysmian, Valerio Battista non eslude di poter crescere dopo l'acquisizione di Draka, ma il vero tema per lui è il supereuro che penalizza l'attività nonostante «le prime evidenze del 2014 stiamo mostrando un incremento dei volumi». In attesa del ricorso contro la maximulta Ue, invece, il gruppo presenterà a Bruxelles una fidejussione.

 

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