MA PASSERA FIRMAVA I BILANCI A SUA INSAPUTA? - L’INCHIESTA DI BIELLA SU UNA PRESUNTA FRODE FISCALE DI BANCA INTESA (MINISTRO INDAGATO) NON SMETTE DI STUPIRE - LE MAIL DI UN MANAGER DI CARIPARMA CHE SEGNALAVA “UN’EVIDENTE ANOMALIA” - DA INTESA PARTIVANO SUGGERIMENTI SU COME AGGIRARE LE NORME FISCALI - NEL MIRINO DEL FISCO ANCHE UNA PARTITA DI GIRO CON BARCLAYS PER 300 MILIONI DI EURO…

Luigi Franco per il "Fatto quotidiano"

Guadagnare 67 milioni di euro all'estero in pochi mesi? Difficile per una banca, soprattutto se oltre confine non si ha nemmeno una filiale. Ma diventa possibile se si comprano obbligazioni straniere che attraverso complicati meccanismi finanziari consentono di aggirare il Fisco. Tutto legale? L'Agenzia delle entrate dice di no e per evitare una supermulta Banca Intesa ha pagato oltre 200 milioni di euro e l'ex amministratore delegato Corrado Passera, ora ministro dello Sviluppo, è finito sotto inchiesta penale a Biella.

I dubbi sulla regolarità di queste operazioni erano però molto diffusi anche ai piani alti degli istituti di credito. Qualche domanda se l'è fatta, e l'ha messa per iscritto, anche il responsabile dell'Ufficio Fiscale di Cariparma, l'istituto emiliano ceduto da Intesa al Credit agricole all'inizio del 2007. Tutti quei profitti rappresentano "un'evidente anomalia agli occhi di un verificatore dell'amministrazione finanziaria", scrive il dirigente bancario in una mail che l'Agenzia delle entrate ha allegato a un avviso di accertamento inviato lo scorso dicembre alla Banca Popolare Friuladria, dal 2007 controllata da Cariparma.

Il manager segnala che se l'affare andasse in porto la banca sarebbe costretta a "evidenziare nella dichiarazione dei redditi un ammontare di redditi prodotti all'estero di oltre 67 milioni, ovvero un valore pari a oltre il 50% del reddito presumibile dichiarato per l'anno 2007". Secondo l'Agenzia delle entrate, Intesa faceva da broker di questi prodotti particolarmente vantaggiosi per le proprie controllate.

Nel senso che le operazioni ideate a livello di casa madre venivano poi proposte agli altri istituti del gruppo. Non è un caso allora che la procura di Biella abbia preso lo spunto per la sua inchiesta da un presunto illecito fiscale attribuito a Biverbanca, che all'epoca dei fatti contestati (tra il 2006 e il 2007) faceva capo al gruppo allora guidato da Passera. Da quel che si capisce dagli avvisi di accertamento su Cariparma e Friuladria, tutti documenti che il Fatto ha potuto consultare, Intesa ha proposto soluzioni fiscali a queste due banche e ha continuato a farlo anche quando questi due istituti hanno cambiato padrone, passando nell'orbita del Crédit Agricole.

L'operazione al vaglio di Cariparma, e finita nel mirino dell'Agenzia delle entrate, si basava su meccanismi che, grazie alla sponda di banche straniere, garantiscono crediti di imposta milionari. Negli anni scorsi molti istituti italiani hanno puntato alla grande su prodotti di questo tipo. Un modo, secondo l'Agenzia delle entrate, per aggirare il Fisco, tanto che l'ex numero uno di Unicredit, Alessandro Profumo, è stato rinviato a giudizio a Milano per reati fiscali. Mentre, come detto, l'attuale ministro dello Sviluppo economico Passera è indagato dai pm di Biella.

Per ora all'ex banchiere viene contestato solo di avere firmato la dichiarazione dei redditi della banca. "Io non faccio altri commenti a quelli che ha fatto la procura - ha ribadito proprio ieri Passera - certamente la procura ha chiarito la ragione per cui sono stato coinvolto". I magistrati piemontesi indagano su operazioni fatte nel 2006 da Biverbanca (allora legata a Intesa) analoghe a quelle che l'Agenzia delle entrate ha contestato anche ad altri istituti del gruppo.

Nell'avviso di accertamento del 13 dicembre 2011, solo per fare un esempio, gli ispettori della direzione regionale del Friuli Venezia Giulia si occupano di alcuni contratti di pronti contro termine siglati da Intesa con l'inglese Barclays per 300 milioni di euro, che poi sono stati girati pari pari a Friuladria e Banca di Trento e Bolzano, altro istituto targato Intesa. La banca milanese in seguito ha girato i ricavi dell'operazione all'istituto straniero, ma il flusso di interessi generato ha consentito la creazione di un credito di imposta.

In una mail del 31 gennaio 2008, quando ormai Friuladria era uscita dall'orbita di Intesa,, il solito responsabile dell'Ufficio Fiscale scrive: "Ci è stato chiesto di esprimere la nostra opinione su di una proposta di investimento costituita dalla conclusione di un contratto di pronti contro termine con Intesa Sanpaolo su certificates emessi da una società lussemburghese" . Il funzionario continua ad avere dubbi: "Il titolo sottostante - aggiunge - offre un rendimento del 33% su un titolo emesso in euro". Un tasso talmente alto che "lascia alcune perplessità e potrebbe far sorgere qualche dubbio anche a un verificatore".

E in effetti che qualcosa di illecito sia nascosto in questi investimenti è la tesi della Guardia di Finanza del Nucleo tributario di Milano, che a seguito di ispezioni in Intesa ha evidenziato l'abuso di tax product, ovvero - si legge nei verbali - prodotti "concepiti per il fine esclusivo di ottenere benefici fiscali abusivi o illeciti a favore di soggetti residenti in Italia". Lo scorso dicembre Intesa ha raggiunto un accordo col Fisco: 270 milioni di euro per chiudere il contenzioso. Ora però tocca ai magistrati accertare se ci siano dei rilievi penali nelle azioni di Passera.

 

CORRADO PASSERA PENSIEROSO Banca IntesaAGENZIA DELLE ENTRATE logo agenzia delle entrate logo cariparmaLogo "Barclays"alessandro-profumoUNICREDIT

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…