alessandro profumo

FINE PENE MAI - C'È UN ALTRO PROCEDIMENTO PENALE APERTO SULLA PASSATA GESTIONE DI MPS CHE RIGUARDA PROFUMO: IL FONDO BLUEBELL DI BIVONA, CHE LO VUOLE FUORI DA LEONARDO, HA DEPOSITATO UN COMPROMETTENTE VERBALE DI ISPEZIONE DELLA BCE. A FINE 2015 LA BANCA SENESE AVREBBE AVUTO UN INDICE DI PATRIMONIALIZZAZIONE VICINO A ZERO, MA NON LO HA MAI COMUNICATO AL MERCATO - ENTRO STASERA, PROFUMO DECIDERA' SE LASCIARE IL VERTICE DI LEONARDO, ALLA VIGILIA DEL CDA DI DOMANI

Carlotta Scozzari per https://it.businessinsider.com/

 

C’è un altro procedimento penale aperto sulla passata gestione di Banca Monte dei Paschi che riguarda Alessandro Profumo, oggi alla guida di Leonardo come amministratore delegato e di recente già condannato in primo grado per aggiotaggio e false comunicazioni sociali ai tempi in cui era presidente dell’istituto senese. E, proprio nell’ambito di questo altro procedimento penale aperto, il fondo Bluebell guidato da Giuseppe Bivona ha da poco depositato, nell’incidente probatorio in corso, il verbale dell’ispezione della Banca Centrale Europea (Bce) sui crediti di Mps iniziata nel 2016 e terminata con il rapporto finale del 2 giugno 2017.

 

ALESSANDRO PROFUMO

Si tratta di un documento particolarmente importante perché, al punto 16 della sintesi delle conclusioni (executive summary), si legge che l’indice di patrimonializzazione Cet1 ratio (tecnicamente il rapporto tra il Common equity Tier 1 rappresentato principalmente dal capitale ordinario versato e le attività ponderate per il rischio), per il quale la Bce fissa una soglia minima all’8%, tenendo conto dei risultati dell’ispezione dell’autorità di vigilanza che si era concentrata sui crediti deteriorati (npl), sarebbe stato pari ad appena lo 0,58% alla fine del 2015. In altri termini, con l’applicazione dei criteri più rigidi richiesti dalla Bce sugli npl, e quindi con maggiori svalutazioni sui crediti, l’indice di patrimonializzazione sarebbe crollato quasi a zero. 

 

Non a caso, poco prima che l’ispezione in loco della Bce terminasse, la banca senese aveva effettuato rettifiche straordinarie sugli npl che avevano ridotto il Cet1 ratio proprio all’8%, ossia la soglia minima regolamentare richiesta. Ma si era trattato di una svalutazione insufficiente secondo la Vigilanza, tenendo conto dei cui rilievi, come detto, l’indicatore di patrimonio sarebbe stato dello 0,58% alla fine del 2015. Un simile dato, però, non è mai stato comunicato al mercato.

 

montepaschi viola profumo

Ed è proprio su questo che fa leva Bluebell in quest’altro procedimento penale che riguarda la contabilizzazione dei crediti di Mps, mentre quello per cui Profumo e l’ex amministratore delegato Fabrizio Viola sono stati condannati in primo grado era focalizzato piuttosto sulla contabilizzazione di alcuni derivati. A parlare della vicenda è lo stesso Bivona in una nuova lettera in cui torna a chiedere (come già fattole dimissioni di Profumo da Leonardo“Le Sue dimissioni – si legge nella missiva di Bluebell – sono un atto dovuto per elementari ragioni di opportunità, dignità e senso dello Stato, non solo a seguito della recente ineccepibile condanna per l’accertata falsificazione dei bilanci di Mps contabilizzando derivati come Titoli di Stato ma anche in previsione del prevedibile rinvio a giudizio coattivo (un fatto che personalmente ritengo certo al pari della sua avvenuta condanna) nel secondo procedimento penale che La riguarda per la falsa contabilizzazione dei crediti di Mps. 

 

Confido che i suoi avvocati – prosegue Bivona nella lettera – l’avranno informata della circostanza che il sottoscritto ha depositato nell’incidente probatorio in corso, inter alia, il verbale ispettivo della Banca Centrale Europea da cui risulta che Mps al 31 dicembre 2015 – ovvero dopo aver incassato otto miliardi dagli aumenti di capitale nel 2014 e 2015 quando Lei era presidente – disponeva di un capitale regolamentare (Cet1) effettivo pari a zero (0,58% per precisione), un dato nascosto ai soci ed al mercato grazie a omesse rettifiche per 7,6 miliardi di euro: lascio solo immaginare quale doveva essere il valore effettivo del capitale regolamentare prima dei due aumenti di capitale fatti nel 2014 e 2015 quando Lei era Presidente!”.

 

bivona

Nella nuova lettera di richiesta di dimissioni di Profumo dalla presidenza di Leonardo (di cui il Tesoro ha in portafoglio il 30,2%), auspicate per il consiglio di amministrazione del 5 novembre chiamato a esaminare i risultati dei primi nove mesi del 2020, Bluebell si sofferma anche sull’andamento delle azioni della ex Finmeccanica a Piazza Affari, di recente crollate al minimo degli ultimi cinque anni. Basti pensare che soltanto nell’ultimo mese i titoli del gruppo che opera nel settore dell’aerospazio e della difesa hanno fatto segnare una flessione di quasi il 13%, contro il -3,6% dell’indice Ftse Mib.

 

Proprio l’andamento delle azioni è di recente finito anche nel mirino del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, il cui presidente Raffaele Volpi (Lega) ha annunciato in una nota: “Il Copasir ha deciso di porre la sua attenzione sulle questioni inerenti la società Leonardo, considerata azienda di interesse strategico nazionale. Tale focus sarà indirizzato ad individuare se e quali azioni improprie o speculative interessino questo campione nazionale”.

 

Secondo Bluebell, oltre alla sentenza di primo grado nei confronti del presidente Profumo, “il valore di Borsa di Leonardo spa riflette il grave peggioramento dei risultati a causa della scarsa efficienza operativa, della struttura di capitale inadeguata a causa del forte indebitamento e soprattutto del debole posizionamento strategico dovuto a scelte a dir poco incomprensibili”. Il fondo con base a Londra cita per esempio la decisione annunciata un anno fa di lanciare l’Atr-42 nella versione Stol (short take off and landing, decollo e atterraggio su spazi brevi).

 

RAFFAELE VOLPI

Nella precedente lettera di richiesta di dimissioni di Profumo da Leonardo, Bluebell aveva anche prospettato la possibilità che la condanna in primo grado potesse in qualche modo limitare il business e gli affari della stessa Leonardo. Tuttavia, la società, in una nota del 20 ottobre, aveva fatto sapere che il consiglio di amministrazione riunitosi apposta per esaminare la questione non aveva ravvisato alcun tipo di problema. “Dall’esposizione dell’analisi – spiegava il comunicato di Leonardo – che ha tenuto in considerazione anche i diversi mercati di riferimento del gruppo, è emerso un quadro che non comporta specifiche limitazioni dell’operatività aziendale. Al comitato governance è stato affidato il compito di monitorare e approfondire ogni potenziale evoluzione della vicenda, tenendone informato il consiglio”.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…