renzi computer mac

LARGA LA BANDA, STRETTA LA VIA, LENTA L'ITALIA - FIBRA OTTICA? SI PARLA SOLO DI POLTRONE: CONSULENTI DI RENZI, NOMINE DI ENEL, AZIONISTI TELECOM, CHI SOSTITUISCE PATUANO, BASSANINI FUORI DA CDP MA DENTRO METROWEB (E PALAZZO CHIGI). E NAVIGAR CI È AMARO IN QUESTO MAGMA...

Giorgio Meletti per il “Fatto Quotidiano

 

Grande è la confusione sotto il cielo della banda larga all' italiana. Il Paese guarda con curiosità all' ambizioso programma di investimenti pubblico -privati con cui Matteo Renzi vorrebbe colmare un abissale ritardo infrastrutturale. E si interroga sul destino di Telecom Italia in mano ai francesi. Intanto accade una piccola cosa che suscita una domanda enorme.

il miliardario egiziano naguib saw irisil miliardario egiziano naguib saw iris

 

L' Enel costituisce una nuova società per posare la fibra ottica nei suoi cavidotti elettrici e chiama a guidarla Tommaso Pompei. Il manager 73 enne ha un curriculum di tutto rispetto: nel 1997 ha fondato Wind, costola telefonica dell' Enel. È proprio questo ritorno a casa che lascia perplessi. Nel 2005 Wind fu venduta per 11 miliardi all' egiziano Naguib Sawiris e Pompei se ne andò.

TOMMASO POMPEI TOMMASO POMPEI

 

Due anni dopo, intervistato da Paolo Mondani per Report, lanciò accuse feroci, lasciando intendere che i 96 milioni di mediazione incassati dal finanziere Alessandro Benedetti erano finiti in buona parte in tangenti. I pm romani Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli indagarono per corruzione Sawiris, l' allora amministratore delegato dell' Enel Fulvio Conti e il successore di Pompei alla Wind, Luigi Gubitosi, in seguito alla Rai. L' inchiesta è stata archiviata nel 2010: da nessuno dei Paesi a cui erano state inoltrate le rogatorie per ricostruire il percorso del denaro era arrivata risposta.

 

Fulvio Conti Fulvio Conti

Perché l' amministratore delegato Francesco Starace riprende il manager che ha tirato uno scherzo del genere all' Enel? Per fare dispetto al predecessore Conti, rottamato da Renzi? Difficile crederlo.

 

La nomina di Pompei sembra piuttosto frutto del clima incandescente che circonda il potere renziano. Nella stessa puntata di Report un dirigente Wind reso irriconoscibile diceva che Bisignani "è lo sponsor dell' ex amministratore delegato Pompei, dell' attuale amministratore Paolo Dal Pino, del direttore finanziario Gubitosi, del responsabile della sicurezza Cirafici e di tanti altri".

francesco starace (2)francesco starace (2)

 

Nessuno degli interessati ha mai smentito. Del dream team di Wind faceva parte anche Roberto Sambuco, di cui Bisignani, intercettato con l' allora ministro Stefania Prestigiacomo, diceva: "Quando sono lì, se vado lì, fa tutto quello che gli dico". Oggi è indicato da più parti come il consigliere numero uno di Renzi nel campo delle telecomunicazioni, anche se smentisce seccamente le voci secondo le quali starebbe per lasciare la Vitale & Associati per traslocare a Palazzo Chigi.

luigi bisignaniluigi bisignani

 

In Telecom Italia il quadro non è meno turbolento. Il primo azionista, Vincent Bolloré, non sembra tanto preoccupato dal rastrellamento di azioni organizzato dal suo rivale francese Xavier Niel, quanto dalla lite continua tra l' amministratore delegato Marco Patuano e il presidente Giuseppe Recchi.

IL PROFESSOR ROBERTO SAMBUCO jpegIL PROFESSOR ROBERTO SAMBUCO jpeg

 

Un dissidio personale di cui non si conoscono ragioni industriali e che ha convinto l' imprenditore bretone ad affidare all' amico Tarek Ben Ammar (da anni consigliere di Telecom Italia) la discreta ricerca di un nuovo amministratore delegato. Non ha avuto successo un primo tentativo con il numero uno delle Assicurazioni Generali Mario Greco, mentre il finanziere tunisino ha bocciato l' autocandidatura del Gubitosi di cui sopra.

xavier niel xavier niel

 

Facile intuire che a nessuno dei soggetti in campo rimane molto tempo per occuparsi della banda larga. A Palazzo Chigi promettevano per la scorsa primavera il varo di un piano da 12 miliardi per portare la fibra ottica a casa di almeno la metà degli italiani e vicino al portone per l' altra metà entro il 2020. Nel frattempo tra i consiglieri del premier c' è stato un avvicendamento vorticoso, le gare per assegnare gli incentivi non partiranno prima della primavera prossima.

giuseppe recchi saluta il pubblicogiuseppe recchi saluta il pubblico

 

Ma Renzi ha fretta di castigare Telecom Italia, che accusa, con qualche solida ragione, di frenare lo sviluppo digitale del Paese per difendere il valore della sua obsoleta rete in rame. Dopo mesi di pressing governativo, l' Enel di Starace ha lanciato in pompa magna una strategia interessante ma nebulosa: dovendo collegare tutti i suoi contatori con la fibra ottica, ne approfitterebbe per mettere giù, spendendo poco di più, anche una fibra per Internet da 100 e più mega di banda.

 

CLAUDIO COSTAMAGNA jpegCLAUDIO COSTAMAGNA jpeg

L' annuncio è stato tonante: "Avanti anche senza Telecom". Sullo sfondo una polemica che dura da anni. Telecom Italia, gravata da un debito pesantissimo e da fatturato e margini in contrazione, investe col contagocce. I vari progetti di supporto finanziario attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, o industriale attraverso la sua controllata Metroweb, sono falliti per il profumo di esproprio che emanavano.

 

franco bassaninifranco bassanini

Adesso c' è la sfida Enel, che però non fa una rete di telecomunicazioni ma solo segmenti di fibra "spenta", come si dice in gergo: cioè cavi che diventano vivi solo se attaccati alla rete di un gestore telefonico. Vodafone e Wind hanno già aderito al progetto si Starace, ma solo Telecom ha 24 milioni di clienti a cui vendere la fibra.

 

La posizione del' ex monopolista è "razionale", come dice Starace: utilizzeremo la fibra dell' Enel se e dove la affitterà a prezzi convenienti. Il problema è che normalmente queste verifiche, quando ballano investimenti per miliardi di euro, si fanno prima. "Impossibile", sibilano a Telecom, "non hanno ancora definito il modello di business".

Cioè chi vende che cosa e a che prezzo in un mercato rigidamente regolato da un' Authority. L' unica cosa su cui sono tutti molto impegnati sono incarichi e poltrone.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...