piazza affari

PROFONDO ROSSO – PIAZZA AFFARI NEL 2018 HA PERSO 100 MILIARDI, IL 16,5% DEL SUO VALORE. PER FARLA SPROFONDARE SONO BASTATI SEI MESI DI GOVERNO DEL CAMBIAMENTO: FINO AL 7 MAGGIO LA BORSA ERA SPUMEGGIANTE (IL FTSE-MIB AVEVA RAGGIUNTO I 24.500 PUNTI DOPO 10 ANNI) E DOPO C’È STATO IL TRACOLLO – LE SOCIETÀ QUOTATE PERÒ VALGONO SOLO IL 33,5% DEL PIL ITALIANO, E MILANO CONTA SEMPRE MENO DEL MONDO: PER DIRE, TUTTA LA BORSA ITALIANA VALE MOLTO MENO DI UN BIG A CASO DELLA SILICON VALLEY – I DELISTING E I POCHI DEBUTTI (SOLO 38)

1 – MILANO PERDE 100 MILIARDI. FRANCOFORTE FA PEGGIO

Ugo Bertone per “Libero Quotidiano”

 

PIAZZA AFFARI

Negli ultimi dodici mesi in Piazza Affari sono evaporati 100 miliardi. A tanto equivale la perdita di valore delle società quotate sul listino italiano sceso a 543 miliardi (al 21 dicembre). Un bel salasso, pari al 16,5%, che contribuisce a ridimensionare ulteriormente il peso del mercato finanziario del Bel Paese: tutta la Borsa italiana vale largamente meno di uno dei Big della Silicon Valley: Microsoft, ad esempio, ha chiuso ieri ad un valore di 774 miliardi di dollari.

 

Conta di più però prender atto che l' intera Piazza Affari vale solo il 33,5% del pil italiano, contribuendo così a perpetuare uno dei vizi atavici della nostra economia: la scarsa presenza del capitale di rischio nelle imprese (in media solo il 15%), per il resto dipendenti da mezzi di terzi (vedi banche, soprattutto). Basti dire che il dato è largamente inferiore a quello della Germania, il 45% circa del pil così come della Spagna (attorno al 50%), della Francia (oltre il 70%). Un' ipoteca pesante sullo sviluppo che non è stata per rimossa dagli sforzi per attrarre nuovi titoli sui listini azionari.

DI MAIO SPREAD

 

DUE USCITE

Anzi, l' anno si chiude con l' annuncio di due uscite dal mercato, quella di Nice e di Damiani, piccole imprese che hanno deciso che i costi del listino sono superiori ai vantaggi della quotazione.

A parziale consolazione va detto che il 2018 si è rivelato un anno no per tutti i principali mercati mondiali. In Europa, peggio di Piazza Affari ha fatto la Borsa tedesca (-18,3%), azzoppata dalle difficoltà dell' auto, alle prese con le nuove regole sulle emissioni e i dazi di Trump, ma anche dal tracollo di ThyssenKrupp (-38%), Bayer (-40%) ma soprattutto di Deutsche Bank (-56%).

 

spread btp bund

La Borsa peggiore è Atene -25%, ma anche la migliore, cioè Lisbona chiude in rosso dell' 8%. Fuori d' Europa fa scalpore il calo di Shanghai che, a conferma dei problemi finanziari delle società cinesi, perde un quarto del valore rispetto a fine 2017.

 

Anche Wall Street, in forte rialzo nella prima parte dell' anno sotto la spinta dei benefici fiscali delle riforme di Donald Trump, ha battuto in ritirata: -9% a dicembre, nonostante i recuperi nel finale. Occorre risalire al 2008, l' anno nero di Lehman Brothers quando le borse mondiali lasciarono sul terreno il 43%, per ritrovare un bilancio così negativo a cui hanno contribuito vari fattori, dallo scontro sui dazi tra Cina e Stati Uniti alle incertezze che hanno segnato il cammino dell' Eurozona. Più di tutto, probabilmente, ha pesato l' atteggiamento meno morbido della Federal Reserve nei confronti del Toro, che tanto ha fatto imbestialire Donald Trump.

 

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE

A Piazza Affari pochi titoli sono scampati al ribasso: sono sette le azioni che, almeno al 21 dicembre potevano vantare una quotazione migliore di gennaio. La classifica è capitanata da Campari seguita da Poste Italiane, ovvero i due soli titoli che hanno messo a segno un rialzo superiore al 10%. La terza posizione è appannaggio di Moncler, seguono Terna, A2A ed Enel, a conferma delle qualità difensive nel settore utility nei momenti più deboli della congiuntura. Completa la classifica FinecoBank, unico titolo del comparto finanziario.

 

INTESA LA PIÙ SCAMBIATA

Ma l' azione più scambiata tra i recinti virtuali della Borsa italiana è stata Intesa Sanpaolo sia per il controvalore (71 miliardi) che per i volumi (4 milioni di contratti). Gli scambi complessivi, sostanzialmente stabili, hanno raggiunto una media giornaliera di 2,5 miliardi di euro con 282.761 contratti (+2,3% rispetto al 2017). Complessivamente, sono stati scambiati oltre 70 milioni di contratti per un controvalore di oltre 622 miliardi di euro (624,6 nel 2017).

 

PIAZZA AFFARI BORSA MILANO

Tra tante note negative merita sottolineare due risvolti positivi. Dopo un anno di ribassi, i multipli delle blue chip quotate a Piazza Affari hanno raggiunto valutazioni fondamentali molto attraenti in termini relativi: il FtseMib registra un rapporto prezzo/utili medio pari a 10,4 volte, contro 11,8 del Dax, 14,5 di Parigi e 17,7x dell' S&P500.nAnche il ritorno atteso in termini di dividendo risulta tra i più attraenti: FtseMib 4,35% lordo, contro il 3,4% del Dax, 3,7% del Cac40, 2% dell' S&P1500.

 

2– IL GOVERNO È COSTATO ALLA BORSA 100 MILIARDI DI EURO IN 6 MESI

Rodolfo Parietti per “il Giornale”

 

merkel diesel volkswagen

A ciascuno il suo. Per piegare la Borsa di Francoforte nel 2018 (-18,3%) ci sono voluti gli scandali che hanno colpito Bayer e Volkswagen, la guerra a colpi di dazi tra Usa e Cina nefasta per le major dell' auto e lo stato comatoso di Deutsche Bank. Per mettere in ginocchio Piazza Affari, scesa del 15,8%, è stato sufficiente il governo targato Lega-M5s. Ovvero, quello del cambiamento.

 

Di sicuro, un cambiamento c' è stato, netto e radicale: l' umore della Borsa, essendo prevalente il peso specifico delle scelte dell' esecutivo (soprattutto in materia di legge di bilancio) sulle varie criticità sparse per il mondo (duello Trump-Fed sui tassi, Brexit, il tirare i remi in barca della Bce, la trade war e le difficoltà dei Paesi emergenti) e perfino sugli eventi negativi che hanno colpito la galassia Agnelli (morte di Sergio Marchionne) e il gruppo Atlantia (crollo del ponte di Genova).

Manifatture Sigaro Toscano

 

Soffiare sul fuoco dell' incertezza, come magistralmente fatto dalla compagine giallo-verde nell' infinito braccio di ferro con Bruxelles sulla manovra, non giova mai alla salute dei mercati. Anzi, c' è sempre un conto da pagare. In genere salato. Perdere oltre 100 miliardi di capitalizzazione, inchiodata ora a 543 miliardi (-15,7% la perdita sul 2017) suona infatti già male. Fa tanto Piazzetta Affari. Ma il punto è un altro, e sta nel valore complessivo della Borsa tricolore sceso al 33,5% del Pil (dal 37,8%). Il che si traduce in un impoverimento non solo degli azionisti (perdita di ricchezza indotta dal calo dei titoli e dai minori - o nulli - dividendi), ma dell' intero Paese.

 

spread

Ma nel consueto tirare le somme, a fine anno, di Borsa Italiana ciò che colpisce è la netta bipolarità del nostro mercato azionario: spumeggiante fino al 7 maggio, quando l' indice Ftse Mib tocca i massimi e riacciuffa i 24.500 punti dopo quasi 10 anni di faticosa risalita a causa della crisi, e da lì in poi in inarrestabile discesa. Il tesoretto accumulato in appena quattro mesi viene dilapidato dalle vendite innescate subito dalla laboriosa gestazione dell' esecutivo con il pasticcio sulla nomina di Paolo Savona all' Economia, poi dalla prima bozza del contratto di governo, mentre lo spread comincia a surriscaldarsi e le quotazioni delle banche vacillano.

 

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria

È un effetto domino che si estende all' intero listino e che ne accentua le debolezze. Su tutte, una: la crescente tendenza al nanismo. Sempre meno i grandi gruppi quotati (un fenomeno legato al passaggio in mani straniere di buona parte della nostra industria manifatturiera), sempre di più le new entry di realtà minori. Qualcuna addirittura lillipuziana, tipo Circle (portuale e logistica), approdata alle quotazioni con un capitale sociale di 7,68 milioni.

 

Ma, al di là delle dimensioni, il problema è anche che i debutti restano pochi: appena 38, di cui appena quattro sul mercato principale. Non solo. Se lo scorso anno le matricole avevano raccolto quattro miliardi, quest' anno l' incasso non ha superato i due miliardi. Un dimezzamento causato proprio dalle incerte condizioni del mercato che hanno costretto le imprese a quotarsi a condizioni meno favorevoli. Oppure, come ha fatto Manifatture Sigaro Toscano, a rinunciare alla quotazione.

 

SIGARO TOSCANO 3

Così, a fine dicembre Piazza Affari può contare su 357 società quotate contro le 339 di un anno fa, di cui 242 sull' Mta, il mercato principale.

 

Di queste, ben poche possono sorridere. Per buona parte del listino è stato un annus horribilis, con perdite per il settore bancario del 31,34%. Il 2019 si apre sotto il segno delle incognite legate ai primi spifferi di recessione che soffiano a livello globale.

 

Non sarà la manovra giallo-verde a preservare l' Italia da una possibile contrazione del Pil. Che a Piazza Affari risulterebbe ancora più indigesta di questo già pesante 2018.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)