PIRATI ALL’ARREMBAGGIO DEL MONTE - IL BOND “FRESH”, OPERA DEL BANCHIERE MARCO MORELLI, NELLE MAIL DEI MANAGER MPS ERA UNO “STRANO PRODOTTO A RISCHIO CORONARIE” - JP MORGAN E I FONDI SPECULATIVI JABRE OBBLIGARONO LA BANCA A INCOLLARSI IL RISCHIO DEL BOND (PIÙ UNA GARANZIA SEGRETA FIRMATA DA MORELLI), TENENDOSI SOLO I GUADAGNI - SE CIÒ FOSSE EMERSO, IL “FRESH” NON SAREBBE PIÙ STATO COMPUTABILE NEL CAPITALE, E ADDIO REQUISITI PER L’AQUISTO DI ANTONVENETA…

Andrea Greco e Francesco Viviano per "la Repubblica"

monte paschi mps

Giocavano con la banca più antica del mondo e col fuoco della turbofinanza, aggirando i controlli sul Monte dei Paschi e la sua fondazione. Manager che, come testimoniano le e-mail che si scambiavano, pensavano di cavarsela. Con qualche cancellatura, bugia e patema fino al giorno in cui «questa banca non dovrà più ricorrere a costruzioni giuridico finanziarie così innovative ». Salvo finire travolti nella spirale giudiziaria e in quella dei banchieri d'affari veri, «pirati, che ci tengono in ostaggio».

E' la storia del bond Fresh, già emersa nelle cronache ma che impressiona nel rapporto del Nucleo valutario della Gdf per gli inquirenti. Quel prestito da un miliardo spacciato per capitale, è il monumento alle vanità finanziarie senesi, summa di ambizioni, disinvolture, dabbenaggini che hanno piegato una banca e una città.

JPMorgan Chase

L'acquisizione di Antonveneta imponeva, a fine 2007, una campagna di finanziamento di una decina di miliardi, di cui si occupò il direttore finanziario Marco Morelli, anch'egli indagato per false comunicazioni e ostacolo alla vigilanza. Di questi, 5 venivano da una ricapitalizzazione, 2 da prestiti subordinati, altri 2 da un prestito ponte e 1 da «un'emissione di nuove azioni al servizio di strumenti innovativi di capitale».

Un bond convertibile in azioni - il Fresh - riservato a Jp Morgan che metteva i soldi, e poi avrebbe potuto ricollocarlo. Solo che, come emerso dai rilievi degli investigatori, almeno metà di quei titoli furono «ricollocati» presso la Fondazione Mps, che in tal modo
«lega inscindibilmente le aspettative di breve, medio e lungo periodo » alla banca, e poi sprofonda nei debiti. Non solo.

RAFFAELE RIZZI

La fiduciaria di Jp Morgan (Bank of New York) e altri sottoscrittori di titoli Fresh come il fondo speculativo Jabre sono così astuti che riescono a trasferire per intero il rischio dell'investimento su Banca Mps, mettendola al muro nel marzo 2009 e costringendola, salvo far saltare l'assemblea e l'agenda prevista, a introdurre una garanzia aggiuntiva (un'indemnity side letter) firmata da Morelli.

E' un elemento importante, perché senza il trasferimento del rischio sia di capitale e sia di cedola in capo a terzi, nessuna emissione può considerarsi capitale. Il 9 marzo un avvocato dello studio Linklaters, per conto dei clienti Jp Morgan e la fiduciaria Bony, «allega una bozza di lettera di copertura». Massimo Molinari, capo del capital management Mps, cerca di tenere il punto: «Non erano questi i patti, state chiedendo garanzie molto più ampie».

ANTONIO VIGNI

I nuovi soci anglosassoni non mollano. Anche Raffaele Rizzi, capo legale dei senesi, è contrario. Ma si sa già chi ha il coltello dalla parte del manico. L'indomani Mps capitola, con dettagli così descritti in una email di Molinari a Rizzi: «So che non eri d'accordo, ma alle 13,57 Bony non cominciava l'assemblea (in agenda alle 14) se non si risolveva il punto. La loro richiesta di indemnity rappresentata solo dopo le lamentele di Jabre tenendo in ostaggio un'assemblea mi sembra un comportamento da pirati e non da professionisti».

Ma i senesi sono infilati in un imbuto ormai: «Ho valutato, con l'accordo di Morelli, che il male minore per Mps fosse questo, visto che non avrei potuto riottenere il consenso e tutto andava chiuso prima di approvare il bilancio. Del resto non peggiora troppo la situazione di un'operazione che già consideri (Rizzi, ndr) foriera di molti guai giuridici come l'altro Fresh».

CREDIT SUISSE

Il primo strumento "creativo", del 2003. «Ti assicuro - chiude Molinari - che non vedo l'ora che questa banca abbia una dotazione di capitale tale da non dover ricorrere a costruzioni giuridiche- finanziarie così innovative, le mie coronarie ne sarebbero felici. Forse dopo il Tremonti bond, nel frattempo porta pazienza e cerca di capire...».

mediobanca

La pazienza a un certo punto l'ha persa Bankitalia, che a metà 2011 ha passato a magistrati e Consob le risultanze della seconda ispezione in Mps. La Vigilanza aveva contestato la struttura iniziale del Fresh, ma l'ex direttore generale Vigni e il collegio sindacale (tutti indagati) avevano fatto gli gnorri: «Jp Morgan ha trasferito il rischio sui portatori dei bond Fresh, con un'operazione alla quale la banca è estranea», scriveva il capo azienda a Via Nazionale il 4 ottobre 2008. Tanto estranea che frattanto pagava le rate di quei bond. Anche la Fondazione Mps ha il naso lungo sul Fresh.

In una lettera alla Consob del marzo 2012 ammette che «Mps ha curato l'emissione del Fresh», ma nei due prospetti dell'acquisizione Antonveneta non aveva ritenuto di comunicare la sottoscrizione del 49% del prestito (più della quota in opzione pari al 43,5%, quindi «in deroga al codice civile »), e soprattutto taceva l'esistenza di derivati datati marzo 2008, dal nome arcano Tror e con i quali Credit Suisse e Mediobanca finanziavano per l'intera somma di 490 milioni l'acquisto di Fresh dell'ente. Titoli che hanno fatto saltare l'equilibrio finanziario della fondazione costringendola a perdere, per sempre, quota 51% nel Monte.

 

 

Ultimi Dagoreport

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...