angela merkel coronavirus

IL PROBLEMA DELL’EUROPA È LA GERMANIA – IL CORONAVIRUS SARÀ LA BOTTA DEFINITIVA PER L’ECONOMIA TEDESCA, CHE HA UN RAPPORTO CON LA CINA MOLTO FORTE: LE PRINCIPALI AZIENDE DEL PAESE ESPORTANO AL DRAGONE DAL 15 AL 35% DEL LORO FATTURATO – BERLINO HA SFRUTTATO PER ANNI LA SVALUTAZIONE GARANTITA DALL’EURO IMPOVERENDO LE FAMIGLIE E ABBATTENDO I CONSUMI INTERNI. MA IL GIOCHINO SI STA PER ROMPERE…

Fabio Dragoni per “la Verità”

angela merkel starnutisce 3

 

«Un' Italia fuori dall' euro, visto il nostro apparato industriale, poteva fare paura a molti, incluse Francia e Germania che temevano le nostre esportazioni prezzate in lire. Ma Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione: le serviva un euro deprezzato, così oggi è in surplus nei confronti di tutti i Paesi, tranne la Russia da cui compra l' energia. Era un disegno razionale, serviva l' Italia dentro la moneta unica proprio perché era debole. In cambio di questo vantaggio sull' export la Germania avrebbe dovuto pensare al bene della zona euro nel suo complesso». Ma non lo ha fatto.

VINCENZO VISCO

 

Queste ultime cinque parole sono nostre. Le ottantotto che le precedono no. Ma dell' ex ministro Vincenzo Visco, in un' intervista del 2012. Ancora più che attuali. Tutti oggi, Germania compresa, si preoccupano delle conseguenze economiche dovute alla diffusione del coronavirus, visto che in Italia le stime sulla decrescita del Pil sono già quantificate all' interno di una forbice che va dal -1% al -3% a trimestre da oggi fino a giugno. Ma alla base di tutto vi è un grosso punto interrogativo.

 

angela merkel xi jinping

DIFETTI STRUTTURALI

La Germania è un problema per l' intera eurozona. E quindi per il mondo intero.

E questo non tanto perché il suo sistema bancario non goda di buona salute. Cento euro investiti nelle grosse banche quotate nel 1989 dopo 30 anni valgono grosso modo 80. O per la caduta degli ordinativi industriali, che a febbraio 2020 sono arrivati a quasi un -9% annuo. Mai così male dal settembre 2009.

cinesi costruiscono volkswagen 2

 

O per le pesanti ricadute sull' export che Berlino sarà costretta a sopportare con l' esplosione del Covid-19. Le principali corporation teutoniche (da Bayer a Volkswagen; da Adidas a Bmw) esportano infatti in Cina fette rilevanti del loro fatturato (dal 15% al 35%). Mentre Pechino registra un crollo delle immatricolazioni superiori al 90% rispetto a un anno fa. No, non sono queste nubi all' orizzonte a preoccupare la Germania quanto i suoi successi. Tanto reali quanto insostenibili.

angela merkel stabilimento volkswagen

 

Con i suoi quasi 270 miliardi di dollari di avanzo nelle partite correnti stimati dal Fmi per il 2019, Berlino supererà di quasi due volte quello della Cina previsto a poco meno di 150 miliardi. Con la non trascurabile differenza che in Germania vi sono poco più di 80 milioni di anime rispetto ai quasi 1,4 miliardi della Cina.

 

angela merkel

Magia dell' euro. Un marco sottovalutato condividendo la Germania la stessa moneta con Paesi intrinsecamente più deboli (Grecia, Portogallo, Spagna ecc) che ne abbassano il valore. Quello che l' economista Marcello Minenna definisce «un formidabile sussidio implicito alla manifattura tedesca». Dal momento che «senza l' euro il marco sarebbe più forte di un buon 10%-20% e il suo export meno conveniente».

 

angela merkel starnutisce 1

E i numeri non riescono certo a dargli torto visto che dal 1991 al 1999 Berlino ha totalizzato un avanzo commerciale di 66 miliardi (contro i nostri 235), mentre dal 2000 al 2019 questa cifra cumulata è esplosa all' astronomico importo di 3.300 miliardi contro i nostri 420.

E la Germania continua a essere un grosso problema pure per Frau Angela Merkel, reduce da continue batoste elettorali nelle varie elezioni regionali nei singoli Länder.

La domanda che vale la pena porsi è perché la cancelliera continui a essere punita dal proprio elettorato nonostante gli indubbi vantaggi assicurati alla Germania dall' appartenenza all' eurozona. Una sconfitta elettorale dietro l' altra, comunque tali da aver da tempo costretto la Merkel ad annunciare il proprio addio alla guida del suo partito, la Cdu.

cinesi costruiscono volkswagen 3

 

CONSUMI A PICCO

I numeri nella loro crudeltà una risposta la danno sempre. E osservando le fredde statistiche della Commissione Ue si scopre che i consumi delle famiglie nel 2001 ammontavano al 57% del Pil, contro l' attuale 53%.

 

CONTE MERKEL

Uno sviluppo economico, quello di Berlino, costruito su una patologica centralità dell' export a dispetto della più importante componente dei consumi interni. Il confronto con gli Stati Uniti è esemplare. Un Paese dove infatti i consumi delle famiglie arrivano a sfiorare il 70% del Pil. Un Paese, gli Usa, che di fatto è il cliente del mondo. Il disavanzo delle partite correnti arriva a quasi 540 miliardi. Una cifra che gli americani possono ma non vogliono più permettersi. Pur essendo la bilancia dei pagamenti così abnormemente e stabilmente in rosso, gli Usa hanno l' unico indubbio privilegio che nessun altro Stato al mondo ha.

la copertina del new yorker sul coronavirus

 

Creano i dollari con cui onorare gli acquisti senza timore di morire per l' incapacità di rimborsare il debito contratto con l' import, visto che è denominato nella loro valuta. E comunque Donald Trump non vuol più permettersi questo lusso perché il sistematico acquisto delle merci all' estero, che spesso si nasconde dietro la delocalizzazione, alla fine sfocia in deindustrializzazione. Anche qui il coronavirus non fa che dargli una mano.

donald trump a un comizio in south carolina 1

Tutt' altra strada quella della Germania, fornitore del mondo anziché cliente. La deflazione salariale ottenuta con le varie riforme Hartz ha reso le imprese tedesche più competitive all' estero, scaricandone però il prezzo sul tenore di vita delle famiglie, che quindi non stanno sicuramente meglio rispetto al 2001.

 

cinesi costruiscono volkswagen

A condire il tutto, le solite bugie profuse dai media tedeschi che continuano a dipingere l' Europa in generale - e l' Italia in particolare - come realtà sussidiate e sostenute dal contribuente tedesco, quando invece l' Italia dalla Germania non ha mai ricevuto un euro. Anzi, avendo noi versato un contributo capestro di oltre 60 miliardi ai vari fondi salva Stati, serviti a finanziare soprattutto la Grecia affinché rimborsasse le incaute banche francesi e tedesche che le avevano fatto fin troppo credito.

 

giuseppe conte roberto gualtieri mes

Alimentare il risentimento anti italiano sembra comunque essere una strategia perdente, dal momento che a guadagnare voti è sempre stata la destra di Afd, mentre la Merkel si trova di fatto intrappolata e costretta a dire no di fronte a qualsiasi progetto di riforma dell' eurozona, pur di non apparire troppo accondiscendente nei confronti di un elettorato sempre più in fuga.

 

Con ciò, condannando l' eurozona alla sua inesorabile implosione, con sommo dispiacere della Confindustria tedesca, che sul marco svalutato travestito da euro ha di fatto costruito il suo successo, senza però condividerlo con i consumatori. Che sono un po' di più, e prima e poi, votando, lo fanno sapere.

Ultimi Dagoreport

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin terre rare

FLASH! – L’EX COMICO ZELENSKY SI È RIVELATO MOLTO PIÙ ABILE DI TANTI DIPLOMATICI - LA POLIZZA SULLA VITA DELL’UCRAINA È STATA LA FIRMA DELL’ACCORDO SULLE TERRE RARE, CHE RAPPRESENTA UNA “GARANZIA DI SICUREZZA” DI AVERE TRUMP DALLA SUA PARTE - COME POTRANNO GLI AMERICANI PERMETTERE A PUTIN DI PRENDERSI IMPIANTI E MINIERE IN COMPROPRIETÀ USA-UCRAINA? L’INTESA SUI MINERALI HA SORPRESO "MAD VLAD": ERA CONVINTO CHE ZELENSKY NON AVREBBE MAI MESSO DA PARTE L’ORGOGLIO, FERITO CON L’UMILIAZIONE ALLA CASA BIANCA…

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...