tim bernabe singer elliott bollore

PRONTI ALLA BATTAGLIA - TIM: AUMENTANO LE CHANCE DI GENISH, BERNABÈ PRENDERÀ LE DELEGHE DI RECCHI SU SPARKLE E SICUREZZA (È L’UNICO AD AVERE I REQUISITI) - IL FONDO ELLIOTT MENERÀ SOPRATTUTTO SUL CONFLITTO D’INTERESSI DEI FRANCESI, CHE COL 24% HANNO GOVERNATO COME FOSSERO PADRONI DI TUTTO, IN UN’AZIENDA DOVE I FONDI HANNO IL 58% DEL CAPITALE - BOLLORÉ VENDE UBISOFT: 1,2 MILIARDI DI PLUSVALENZA

 

 

1. TIM, FAVORITO BERNABÈ PER SPARKLE E SICUREZZA - ELLIOTT NON AGGIUNGE NUOVE RIVENDICAZIONI. VIVENDI VENDE UBISOFT: PLUSVALENZA DA 1,2 MILIARDI

Francesco Spini per la Stampa

 

Non solo le bordate di Elliott.

vincent bollore

Ci saranno anche temi come la sicurezza e i cavi internazionali di Sparkle al centro, domani, della riunione straordinaria del consiglio di amministrazione di Tim. L' incontro, in un primo momento, era stato convocato per fare il punto sulla richiesta di integrazione dell' ordine del giorno dell' assemblea giunta dal fondo americano che il 24 aprile propone agli azionisti di revocare 6 consiglieri sui 10 targati Vivendi e correggere la rotta gestionale. Poi, però, si è aggiunta la questione delle deleghe relative, appunto, alla sicurezza (anche della rete) e alla controllata Sparkle, al centro della vicenda del «golden power». Il vicepresidente Giuseppe Recchi - ora ad di Affidea - ha manifestato l' intenzione di lasciare tali deleghe, pur restando in cda.

 

Non si può far finta di niente: Vivendi rischierebbe la sterilizzazione della sua quota, e la vendita forzata in 12 mesi. Serve però una specie di patentino, il «nos» (nulla osta sicurezza). Per averlo bisogna avere una fedina penale presentabile (niente reati contro il patrimonio, per esempio) e essere cittadini italiani, nazionalità che scarseggia nelle posizioni esecutive del cda di Tim. C' è Recchi, e basta.

 

paul singer

Il più accreditato ad assumere tali deleghe, così, è allo stato il numero uno dei consiglieri indipendenti, Franco Bernabé. Aveva il nos ai tempi di quando era presidente esecutivo di Telecom e questo, fin dall' inizio, lo ha individuato come il sostituto ideale, non essendo nemmeno tra i consiglieri sfrattati da Elliott che, a sentire il ministro Calenda, non ha ancora nemmeno preso contatti col governo. Ieri, a margine di un convegno, Bernabè spargeva fiducia sull' esito di questo caos aziendale: «Si risolverà, si risolverà». Con l' assunzione delle deleghe, però, da «lead independent director» Bernabè si ritroverebbe tra gli esecutivi, che diverrebbero sei.

 

franco bernabe

Qualcuno - anche se venisse cooptato un esterno - si dovrà dimettere, altrimenti verrebbe meno l' equilibrio statutario che prevede 10 indipendenti contro 5 esecutivi. Si guarda a un' uscita di Frédéric Crepin o di Hervé Philippe, due manager Vivendi, assai poco probabile il passo indietro del presidente Arnaud de Puyfontaine: in questa fase sarebbe un segnale di debolezza estremo, in vista dell' assemblea. Non ci sarebbe però fretta per il rimpasto in cda. Difficile entrare oggi in consiglio, seppure da indipendente, con il rischio di ritrovarsi sotto accusa da Elliott.

 

L' obiettivo del fondo avvoltoio fondato da Paul Singer sono però i conflitti di interessi ingenerati dal socio francese che, col 23,9% ha agito come se fosse il padrone di tutto il cucuzzaro.

 

giuseppe recchi

All' assemblea dunque il dito sarà puntato soprattutto sui francesi, a cominciare proprio da de Puyfontaine, luogotenente di Vincent Bolloré. Più passa il tempo e meno la figura dell' ad Amos Genish viene messa in discussione. Anche la ricerca di un ad alternativo per Tim da parte di Elliott non sarebbe più un' urgenza. Né il fondo, assistito da Vitale&Co, ha presentato integrazioni alle sue richieste: il termine scadeva ieri.

 

Nel frattempo il patron di Vivendi Bolloré sigla una pace in Francia. Dopo anni di guerriglia in Ubisoft, arriva l' armistizio con la famiglia Guillemot: Vivendi vende il suo 27,27% del gruppo di videogiochi, incassando 2 miliardi. Dal 2015 ha investito 794 milioni, la plusvalenza è quindi pari a 1,2 miliardi.

Segno che prima di dare dello sprovveduto a Bolloré bisogna sempre contare fino a dieci.

 

 

2. TIM: FONDI ESTERI PESANO PER 58% CAPITALE

 (ANSA) - I grandi fondi internazionali sono l'ago della bilancia nelle assemblee di Tim, come già dimostrato nel 2014 quando Telco, l'azionista di controllo venne messo in minoranza nella votazione sul rinnovo del cda. Storicamente alle assemblee partecipa tra il 50 e il 60% del capitale. Vivendi detiene il 23,94%, la società azioni proprie per l'1,08%, ai fondi italiani fa capo il 3,78% del capitale e a quelli esteri il 58,02% del capitale. Il restante 13,18% sono altri piccoli azionisti. - Cos'è successo il 4 maggio 2017 Partecipa il 58,39% delle azioni ordinarie.

paul singer fondo elliott

 

Vivendi ha il 23,94% e Blackrock il 3,10%. Esce allo scoperto, con una dichiarazione di voto a favore di Vivendi, la Cassa Forense (0,18%). Il bilancio e il dividendo sono approvati con il 57,16% del capitale ordinario favorevole; contro lo 0,8% e astenuto lo 0,42%. Viene approvata ma solo 'di misura' la relazione sulla remunerazione di Telecom. Solo il 32,72% del capitale ordinario è a favore; contrario il 25,39% e astenuto lo 0,26%. I proxy advisor avevano dato indicazione di votare contro e i fondi sembra abbiano seguito il consiglio. Per la nomina del cda la lista Vivendi riceve l'appoggio del 29% del capitale ordinario mentre la lista delle Sgr e degli investitori istituzionali il 29,78% del capitale. - cos'è successo il 25 maggio 2016: Era rappresentato il 60,48% del capitale.

 

Vivendi, dalla lettura del libro soci, risulta al 24,68%, Jp Morgan al 2,14% (2,69% senza diritto di voto), Bank of China al 2,07%, Blackrock al 4,78%. Il bilancio è approvato con il voto favorevole del 59,13% del capitale ordinario. Lo scontro si consuma sulla remunerazione (37,24% del capitale ordinario favorevole e 22,94% contrario) e sullo Special Award (37,20% del capitale ordinario favorevole e 23,23% contrario). - cos'è successo il 15 dicembre 2015 E' presente il 55,66% del totale delle azioni ordinarie. Dalla lettura del libro soci oltre a Vivendi con il 20,53%, tra gli azionisti rilevanti appaiono Jp Morgan (2,65% con diritto di voto e 1,87% senza diritto di voto) e Bank of China (2,07%). I fondi sono oltre il 34% del capitale.

DE PUYFONTAINE BOLLORE

 

Tra i 10 maggiori azionisti ci sono il fondo Thornburg (1,94%), Canada Pension Plan Investment Board (1,1783%), Government of Norway (1,076%), Caisse des depots et consignations (0,7933%), Slate Path Capital (0,7112%), Majedie Asset Uk Equity Fun (0,6693%) e Slate Path Master Fund (0,6682%). Vota a favore della conversione il 62,25% del capitale presente (ovvero il 34,78% del capitale ordinario) ma servivano i 2/3 dei voti favorevoli e la proposta non passa (lo 0,82% vota contro e il 20,07% del capitale ordinario si astiene).

 

La proposta di Vivendi di allargare il cda per far entrare i suoi 4 rappresentanti e' approvata con l'appoggio del 29,46% del capitale ordinario e con il 25,43% del capitale ordinario contro. -cos'è successo il 20 maggio 2015: E' presente il 57,13% del capitale (l'anno prima solo il 51%). Telco ha il 22,296% del capitale, Bank of China il 2,072%, Blackrock il 4,794%. Asati, l'associazione dei piccoli azionisti lo 0,6% del capitale. Da segnalare, anche la presenza della Caisse des depots et consignations con lo 0,6085%. I soci approvano il bilancio 2014 con il 98,35% del capitale presente e l'1,65% di astenuti.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?