RENZI BATTE BERSANI IN FRANCIA - BALDUZZI PIAZZA L’UOMO DI ROSY BINDI, BUROCRATE SENZA REQUISITI - MONTECITORIO VIETA I SOCIAL NETWORK - RESPINTO IL RICORSO, RICUCCI RESTA FALLITO - DOPO FIORELLO, GIORGIA MELONI INCASSA L’ENDORSEMENT DI RAUL BOVA - GIANNINO A CORTO DI SOLDI - L’INUTILE ORNAGHI TRASCURA VERDI MA SI OCCUPA DELLE NOMINE - ITALIA RECORD DI INFRAZIONI UE - NAPOLITANO SI INSEDIA A PALAZZO GIUSTINIANI…

A cura di Gianluca Di Feo e Primo Di Nicola per "l'Espresso"

1 - BOCCIATI I RICORSI - RICUCCI FALLITO DOC
La battaglia legale di Stefano Ricucci sembra andare peggio dei suoi affari. Resta infatti confermato il fallimento della Magiste International, la capogruppo di Ricucci protagonista del tentativo di scalata a Rcs dell'estate 2005. Lo ha stabilito la Corte d'appello di Roma con una sentenza dello scorso 14 gennaio. La Corte ha respinto l'opposizione della Magiste International alla dichiarazione di fallimento pronunciata dal tribunale di Roma il 19 gennaio 2007 e poi confermata in primo grado nel 2008.

I legali di Ricucci avevano chiesto di disporre «la prosecuzione o la riapertura della procedura di concordato preventivo», contestando lo stato di insolvenza e denunciando «vizi di illogicità e contraddittorietà della motivazione, violazione di norme e principi di diritto». Questa volta i giudici non sono entrati nel merito della questione, limitandosi a dichiarare «inammissibile» il ricorso originario, come richiesto dal Fallimento Magiste International. D.L.

2 - RELAZIONI INTERNAZIONALI - RENZI BATTE BERSANI
Pier Luigi Bersani ha sconfitto Matteo Renzi alle primarie, ma i maligni rimarcano la sua modesta notorietà internazionale. Se serve, il segretario cita volentieri i suoi contatti personali con il presidente Hollande. Ma, a quanto pare, i francesi sono più curiosi del sindaco di Firenze. Anche i francesi vicini a Hollande, come "Le Nouvel Observateur". Al mega-convegno "Le chiavi per uscire dalla crisi", organizzato dallo storico newsmagazine parigino a Le Havre in Normandia l'8 e 9 febbraio, con un centinaio di relatori di prestigio, l'unico invitato dall'Italia sarà Renzi, che ha accettato con piacere.

Potrà incrociare idee sul futuro con ministri ed ex ministri, da Jean-Jacques Aillagon alla spagnola Ana Palacio, con l'esperto di Cina Jean-Luc Domenach, l'editorialista di "Time" Fareed Zakaria, Irina Bokova direttore generale Unesco. E magari conoscere, lui giovane, due eminenze grigie dell'europeismo: Valéry Giscard d'Estaing e il padrone di casa, Jean Daniel, lo Scalfari d'Oltralpe. E. A.

3 - DIVIETO AI DIPENDENTI - MONTECITORIO POCO SOCIAL
Niente Twitter, Facebook, Instagram e affini per i dipendenti della Camera. Vietato in generale persino «connettersi a Internet» per operazioni «che non siano inerenti all'attività lavorativa». Nell'anno di grazia 2013, alla faccia dell'iperconnessione, il segretario generale della Camera Ugo Zampetti ha appena emanato una circolare interna su norme di sicurezza e modalità d'uso di pc e portatili che nella parte sulla Rete appare fieramente restrittiva.

No all'utilizzo privato di «strumenti di social network e collaborazione», no a scaricare file dalla posta, no a registrarsi a siti Web: insomma in ufficio i dipendenti devono disconnettere il proprio lato personale, lavorare e basta. Principio in sé sacrosanto, ma ormai davvero di difficile applicazione, in un'epoca in cui reale e virtuale si confondono, si tende a condividere in Rete persino il piede col quale si è scesi dal letto, e on line si entra in banca e si pagano le bollette. Pare, l'insieme delle norme, quel famoso scoglio che aveva la pretesa di arginare il mare. L. Q.

4 - PIOGGIA DI MULTE UE ?PARLAMENTO IN CIFRE
A Cura Dell'associazione Openpolis - L'Italia è lo Stato membro dell'Unione che ha in corso il maggior numero di procedure di infrazione da parte della Commissione europea. Sono in totale 99 di cui 82 riguardano casi di violazione del diritto dell'Unione e 17 attengono alla mancata trasposizione di direttive nell'ordinamento italiano. Se l'Italia non risolverà le infrazioni potrebbe dover pagare una somma forfettaria e una penalità di mora, adeguate alla gravità e alla persistenza dell'inadempimento. Le cifre indicate dalla Commissione per l'Italia ammontano per ogni infrazione a minimo 9.920.000 euro per la somma forfettaria e oscillano da 22 mila a 700 mila euro al giorno per la penalità di mora. 408 milioni di euro è quanto il ministero dell 'Interno stima costeranno le prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio.

La maggioranza dei costi saranno gestiti dai Comuni che poi saranno rimborsati dallo Stato (scrutatori, segretari e presidenti di seggio, nonché i dipendenti comunali che seguiranno le operazioni elettorali). Lo Stato invece provvederà direttamente al rifornimento del materiale per ogni seggio (manifesti, libretti di istruzioni e schede elettorali) e ai costi per il personale militare e delle forze dell'ordine impiegato per motivi di sicurezza.

5 - ELEZIONI - GIANNINO TOCCA IL FONDO

Le donazioni non sono arrivate e i candidati emiliano-romagnoli di Fare, la lista guidata dal giornalista Oscar Giannino, scalpitano. Molti di loro avevano ricevuto la promessa di una copertura delle spese elettorali. Ma il primo, piccolo, tesoretto messo a disposizione, circa 600 mila euro, è già agli sgoccioli e, almeno per ora, nuovi benefattori non se ne vedono. Ad alimentare il malcontento sono anche le scelte fatte dai più stretti collaboratori di Giannino, accusati di aver preso decisioni sbagliate nella comunicazione, a partire da quella di concentrarsi sui mezzi tradizionali. N.R.

6 - SANITÀ / NOMINE CRITICATE - BUROCRATE SENZA SCIENZA
Bernard Kouchner, fondatore di Medici senza frontiere ed ex ministro degli Esteri in Francia, Elio Guzzanti, ex ministro della Sanità, Alberto Ascherio, professore alla Harvard School of Public Health, Bruno Dalla Piccola, direttore scientifico del Bambin Gesù di Roma e Loredana Musmeci, direttore del Dipartimento Ambiente dell'Istituto superiore di sanità. Cinque pezzi da novanta messi insieme dal ministro della Salute Renato Balduzzi per valutare 27 scienziati candidati al posto di presidente dell'Istituto superiore di sanità e fornire una rosa di cinque tra i quali scegliere.

Lo prevede la legge che però indica anche che il presidente dell'Iss sia selezionato all'interno della comunità scientifica e sia «dotato di alta e riconosciuta professionalità in materia di ricerca e sperimentazione». Per questo, a caccia di eccellenza e merito, il ministro ha indetto un bando internazionale e ha messo al lavoro la blasonatissima commissione.

Ma poi ha scelto Fabrizio Oleari. Direttore generale del ministero della Salute, portato a Roma dall'allora ministro Rosy Bindi dal Friuli dove aveva fatto molto bene, Oleari è un esperto di sanità, un burocrate di quelli che danno dignità alla professione. Una brava persona. Ma certamente non uno scienziato. Perché la misura del valore scientifico è misurabile. Indubitabilmente con due parametri: il numero di pubblicazioni e l'H-index che stima l'impatto dei suoi lavori. Ecco la rosa: Paolo Vineis, 300 pubblicazioni e 60 di H-Index; Stefano Vella, 250 e 45; Giuseppe Ippolito, 138 e 35; Ruggero de Maria, 70 e 30; e Fabrizio Oleari, nessuna pubblicazione e 4 di Index. D. M.

7 - MULTE E RICORSI - SALATISSIMA MEDIASET
Mediaset rischia di dovere pagare un conto salatissimo al ministero dello Sviluppo economico guidato da Corrado Passera. Con provvedimento del 30 ottobre 2012 il Dipartimento per le comunicazioni del dicastero ha chiesto a Elettronica industriale, società fondata nel 1975 da Adriano Galliani, poi incorporata in Fininvest e oggi controllata al 100 per cento da Rti, del gruppo Mediaset, «la determinazione e il versamento dei contributi dovuti», in qualità di operatore di rete, dal 2006 al 2011, «nonché l'intero importo corrispondente all'1 per cento del fatturato fino al giugno 2012».

Nei giorni scorsi la società ha depositato al Tar del Lazio due ricorsi con cui chiede l'annullamento del provvedimento. Che, si sostiene nei ricorsi, nascerebbe da una erronea interpretazione delle norme emanate dopo il passaggio dall'analogico al digitale. L'autorità per le telecomunicazioni aveva, infatti, già chiarito che a pagare i contributi deve essere il concessionario. In questo caso, Rti, che li ha già versati.

Insomma, se passasse l'interpretazione ministeriale, Mediaset rischierebbe di pagare due volte lo stesso importo. A togliere le castagne dal fuoco potrebbe essere proprio l'authority, con un nuovo chiarimento sull'interpretazione della normativa. Anche perché una richiesta di pagamento analoga, per gli anni dal 2006 al 2009, ha raggiunto anche Telecom Italia Media, che a sua volta si è rivolta al Tar. D.L.

8 - PALAZZO GIUSTINIANI - PER NAPOLITANO È OK

I 250 metri quadrati affacciano sulla Salita de' Crescenzi e si trovano al quarto piano di Palazzo Giustiniani. Da metà maggio ospiteranno l'attuale capo dello Stato e i suoi pochi e più stretti collaboratori. Sono le stesse stanze che hanno accolto Oscar Luigi Scalfaro, una volta cessato dalla carica di presidente della Repubblica. In verità, in quegli uffici Giorgio Napolitano ha già messo piede: lo ha fatto in una forma vicina alla visita privata. È giunto a Palazzo accompagnato da una sola persona per un'esplorazione del luogo che occuperà da senatore di diritto e a vita.

La missione ha avuto esito positivo. Gli spazi sono apparsi a Napolitano decorosi e adeguati al suo futuro status e non ha avanzato particolari richieste di modifiche o variazioni nella distribuzione degli spazi. Con somma soddisfazione del segretario generale del Senato, Elisabetta Serafin, che ha accolto il presidente della Repubblica, e soprattutto dei tecnici, che non saranno chiamati a fare gli straordinari per soddisfare le esigenze del nuovo inquilino. E.M.

9 - ORNAGHI 1 - NOMINE LAST MINUTE
Con il governo in scadenza fioccano le nomine al ministero dei Beni culturali. Con una circolare del 15 gennaio sono stati modificati i termini «per l'avvicendamento degli incarichi dirigenziali». Il cambio consentirà la conferma alle direzioni regionali di Lazio e Lombardia di Federica Galloni e di Caterina Bon Valsassina, protette da Salvo Nastasi, l'uomo forte del ministero. Con un altro colpo di mano è stato inserito nel cda della Biennale Adriano Rasi Caldogno, capogabinetto del ministro e per dieci anni segretario generale del Veneto con Giancarlo Galan.

10 - ORNAGHI 2 - VERDI SENZA FESTA
Lorenzo Ornaghi dice che è solo una questione di giorni. Ma lo ripete da tempo e ancora non c'è traccia del Comitato nazionale per il Bicentenario di Giuseppe Verdi, che cade quest'anno: presieduto dal sottosegretario Paolo Peluffo, non si è nemmeno insediato. Un ritardo inspiegabile per i parlamentari parmensi, che hanno portato a casa la legge per le celebrazioni con uno stanziamento di 6,5 milioni, ora bloccati. Critiche anche al sindaco grillino di Parma, Federico Pizzarotti, al quale l'assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti, non perdona l'assenza di coordinamento. N.R.

11 - BOVA A SORPRESA - FRATELLI PER GIORGIA

Dopo il sostegno offerto pubblicamente da Fiorello a Giorgia Meloni, che il popolare artista aveva conosciuto anni fa come "tata" della figlia Olivia, la giovane leader del movimento Fratelli d'Italia ha incassato anche l'endorsement di un altro vip, Raul Bova. Per il momento solo sulla propria mail privata, ma la Meloni non esclude di coinvolgere l'attore in qualche iniziativa politica prima del voto.

«Cara Giorgia, sono con te, ritienimi a tua disposizione», le ha scritto qualche giorno fa Bova. Il feeling tra i due non è nuovo: già nel luglio del 2011, quando l'allora ministro della Gioventù aveva lanciato la campagna per i "graffiti" legali, l'attore romano aveva accettato di fare da testimonial. V.D.

12 - CORSA ALL'AUTORITÀ
Novità in vista all'Autorità garante per le Comunicazioni, soprattutto per la figura del segretario generale. In pole per il ruolo c'è Antonio Scino, attuale capo Dipartimento all'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Scino ha collaborato con gli ex ministri Scajola e Romani, ma ha lavorato in passato al ministero delle Politiche comunitarie e dei Beni culturali con Rocco Buttiglione ed è ritenuto vicino a Paolo Gentiloni, di cui è stato capo dell'ufficio legislativo alle Comunicazioni. I.P.

 

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