SU TELECOM, ORA IL PALLINO PASSA A RENZI – SI SMARCHERA’ DA LETTA CHE ‘’REGALA’’ LA TELECOM AGLI SPAGNOLI DI TELEFONICA OPPURE PUNTERA’ SULL’OPA? – PATUANO (OGGI A PALAZZO CHIGI) AGO DELLA BILANCIA SULLA GOVERNANCE

Carlotta Scozzari per Dagospia

Da quando, a dicembre, è diventato nuovo segretario del Pd, Matteo Renzie ha affrontato la questione Telecom Italia soltanto di striscio. Senza darsi troppa pena per il passaggio del controllo per quattro soldi in mano agli spagnoli di Telefonica (processo già in corso che deve essere perfezionato), né per la riforma sull'Opa messa a punto dal senatore del Pd Massimo Mucchetti, al momento affossata dal governo di Letta-nipote, né, tantomeno, per il nodo della separazione della rete in rame.

Ma da adesso il vento potrebbe cambiare. Renzie, infatti, dopo che nei giorni scorsi è stato infognato notte e giorno a preparare la bozza di riforma della legge elettorale, l'Italicum, avrebbe confidato ai suoi più stretti collaboratori l'intenzione, da oggi in poi, di dedicarsi con più attenzione alla questione Telecom. E la prima occasione per farlo dovrebbe essere la direzione del Pd di settimana prossima, incentrata sul tema dell'occupazione. Per l'appuntamento, il civatiano Andrea Ranieri è già pronto a sottoporre al segretario del Pd le questioni del controllo di Telecom, della separazione della rete e della riforma dell'Opa.

Come deciderà di muoversi Renzie è difficile da prevedere, ma se vuole una volta ancora smarcarsi dalla linea di Letta-nipote dovrà farsi sentire. L'attuale premier, infatti, dopo un lungo silenzio, ha fondamentalmente avallato l'operazione con cui Telefonica salirà al controllo di Telco, la cassaforte che ha in mano il 22,4% di Telecom. Ciò anche in virtù dei buoni rapporti che legano Letta-nipote a Gabriele Galateri, consigliere della società di telefonia espresso dalle Generali e considerato vicino ai soci spagnoli.

Se invece fosse entrata in vigore la riforma disegnata da Mucchetti, che sembra piacere anche al responsabile economico del Pd Filippo Taddei, Telefonica avrebbe dovuto lanciare una costosa Opa, dal momento che le soglie che la fanno scattare sarebbero state abbassate dal 30 al 15 per cento.

Che farà Renzi? Continuerà a mantenere un basso profilo sulla vicenda sostenendo indirettamente la linea di Letta-nipote, oppure darà retta a Mucchetti, Ranieri, Taddei e a quanti nel Pd spingono per un intervento a gamba tesa nella questione Telecom? Un'indicazione importante dovrebbe arrivare dalla direzione di settimana prossima.

Intanto, questa mattina, l'amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano, si è recato a Palazzo Chigi, dove si è trattenuto per circa un'ora. Alla fine dell'incontro, l'ad ha replicato con un laconico "no" a chi gli chiedeva se la ragione della sua visita fosse il tema dello scorporo della rete con un possibile ingresso nel capitale di Cassa depositi e prestiti (Cdp), dossier da poco riaperto dal governo di Letta-nipote. Sembra però che il manager non abbia incontrato il premier ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi.

Nel frattempo, la posizione di Patuano diventa fondamentale in vista del consiglio di amministrazione di Telecom che il 6 febbraio dovrebbe deliberare sulla modifica della governance. Nell'ultimo cda del 16 gennaio la questione ha fatto emergere una certa diversità di vedute tra lo stesso Patuano e Mediobanca, rappresentata dal suo presidente Renato Pagliaro.

Da una parte, infatti, l'ad, anche per riposizionarsi e difendere la propria poltrona, sta cercando di assecondare il più possibile le richieste dei piccoli soci Marco Fossati (5%) e Asati, così da modificare l'attuale assetto che vede Telco nominare ben quattro quinti del consiglio di Telecom, per muoversi in direzione di una governance dove siano rappresentati un po' tutti gli azionisti.

Dall'altra parte, Telco, e soprattutto Mediobanca (gli altri soci italiani avrebbero posizioni più sfumate), considererebbe non così urgente la questione della modifica della governance e, in ogni caso, preferirebbe che in consiglio chi ha la maggioranza delle azioni mantenesse un netto premio di controllo.

Fino a che punto Patuano avrà deciso di assecondare le istanze del mercato e dei soci più piccoli si capirà nel cda del 6 febbraio, visto che al momento in consiglio il mondo Telco è rappresentato da cinque consiglieri, così come sono cinque, in perfetto equilibrio, gli indipendenti. Se questi ultimi decidessero di sostenere il mercato e l'area Telco facesse quadrato intorno a Mediobanca, a rappresentare l'ago della bilancia sullo spinoso tema della governance potrebbe essere proprio Patuano.

 

letta RENZI E LETTARENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PDMARCO PATUANOcesar_aliertaTELECOM c c fa a ca dd

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....