LA REPUBBLICA DELLA COCA: SANTO DOMINGO E’ IL NUOVO ELDORADO DEI NARCOS

Guido Olimpio e Gianni Santucci per "Il Corriere della Sera- La Lettura"

«Aquí, bombardean...». La mano dell'investigatore scorre sulla carta geografica appesa alla parete. Sfiora il colore turchese: acque basse. Passa sul verde vivo: coste rigogliose, poco popolate. A Santo Domingo i narcos bombardano. Piccoli aerei da turismo, tipo Cessna. Scaricano balle da cento chili di cocaina (dentro c'è un segnalatore Gps). I complici a terra vanno a recuperarle.

Ancora: «Aquí, bombardean...», penisola tra le città di Pedernales e Barahona. «Aquí, bombardean...»: altra penisola, tra La Romana e Punta Cana. Coste meridionali della Repubblica Dominicana, mete di turisti italiani ed europei, di fronte alla Colombia e al Venezuela.

Dal Centro e dal Sud America non partono però solo aerei. In questo braccio di mare si affollano anche gli scafisti. Il 27 marzo un narco-battello viene intercettato all'isola di Saona: quattro uomini, tre motori da 250 cavalli, un fucile d'assalto M-16. E un carico di 1.909 chili di cocaina. Per capire: un sequestro così, in Italia, sarebbe un record nella storia dell'antidroga.

Nel cuore dei Caraibi, nessuno si scompone. L'ultima indicazione dell'investigatore torna al paradiso dei narco-aerei. «Aquí bombardean mucho...»: costa Nord, tra Luperón e Monte Cristi. Il confine con Haiti è a due passi. L'isola di Tortuga a meno di cento chilometri. La base dei «pirati» però è la Isla Hispaniola: i narcos stanno trasformando Santo Domingo in una portaerei della cocaina affacciata sull'Atlantico. Hangar mondiale di stoccaggio. Supermarket della droga aperto a tutte le organizzazioni criminali: per traffici verso gli Stati Uniti, l'Europa, l'Italia.

Muli e yacht
«Aprono una pagina Facebook e ci danno le password. Le informazioni del "lavoro" si scambiano così. Quando la barca è partita chiudono la pagina. E non resta traccia». È la voce di un piccolo trafficante italiano che vive nella zona di Boca Chica. È inserito in un'organizzazione più ampia. Il gruppo usa Facebook per gestire i viaggi di grandi yacht carichi di coca. Barche che si confondono nei porti turistici.

Ma che sono in grado di attraversare l'oceano. Partono da cittadine note a chi ha passato le vacanze a Santo Domingo: Casa de Campo (zona de La Romana); Bavaro e Punta Cana (a Est); Puerto Plata (a Nord). «Approdano soprattutto sulle coste di Liguria e Toscana» racconta il trafficante a «la Lettura». «Molti altri gruppi fanno questi viaggi: spagnoli, francesi, olandesi, inglesi». Si racconta che in alcuni casi i trafficanti aggancino contenitori a tenuta stagna per la «merce» sotto gli yacht.

Il traffico è come una piramide. I grandi cartelli riforniscono la «portaerei»; gli altri comprano e trasportano per rivendere: 'ndrangheta e camorra; ma anche piccole e medie «imprese» slegate dalla criminalità organizzata; fino agli «improvvisati», gente che conosce l'isola per turismo, ha qualche frequentazione balorda in Italia e prova a fare l'affare caricandosi 3-4 chili di droga nel bagaglio per il ritorno.

«Spesso finiscono male - spiega il trafficante di Boca Chica -. Chiunque qui può comprare, ma servono comunque contatti affidabili. Molti dominicani vendono qualche chilo ai "cani sciolti". Incassano. E un minuto dopo girano l'informazione alla polizia, che va a prenderli in aeroporto». Perché rischiano? Un chilo di coca in Repubblica Dominicana costa 8-10 mila euro; in Italia, all'ingrosso, si rivende a 34-38 mila.

Ultimi casi: Enrico G., 30 anni, in partenza per Milano-Malpensa, arrestato a La Romana con due chili nel bagaglio a mano. Bruno F., 34 anni, fermato allo scalo Las Americas: aveva ingoiato 163 ovuli. Si ritrovano a fare i corrieri anche i disperati. Santo Domingo è un approdo per migliaia di italiani che hanno avuto piccoli problemi con la giustizia o con il fisco. Arrivano con qualche decina di migliaia di euro; pensano alla bella vita - mare e donne; ma questo ha un costo e le truffe sono frequenti. Finiscono sul lastrico. È a quel punto che accettano di fare i muli della coca: guadagnano 2-3 mila euro a viaggio.

«Da qui - continua il trafficante - partono corrieri italiani anche per il Canada, la Florida, Aruba e le isole dei Caraibi dove i "clienti" americani vengono in vacanza». Piccole imprese e «cani sciolti» non potrebbero mai permettersi di fare affari in Colombia o in Messico. Troppo pericoloso. Il mercato a Santo Domingo invece è accessibile.

Gli italiani registrati come residenti in Repubblica Dominicana sono poco più di 10 mila. Ma si calcola che almeno altri 50 mila vivano sull'isola come fantasmi. La legge sull'immigrazione non prevede rimpatrio per gli irregolari (solo una multa). La corruzione per procurarsi documenti e licenze è pratica diffusa.

In questo ambiente si muoveva probabilmente anche Massimiliano Spelta, massacrato a colpi di pistola insieme alla moglie dominicana Carolina Ortiz Payano mentre camminavano in via Muratori, a Milano, la sera del 10 settembre 2012. Viaggiavano da qualche tempo tra Las Terrenas e l'Italia con un paio di chili di cocaina in valigia; alcune testimonianze raccolte da «la Lettura» sull'isola raccontano che fossero entrati «in un giro di calabresi della piana di Gioia Tauro».

Container e jet privati
Nel 2012 la Dirección nacional de control de drogas ha sequestrato 8.300 chili di cocaina (quattro volte più che nel 2008). Per avere una proporzione, nello stesso anno l'Italia ha intercettato poco meno di 6 mila chili: ma la Repubblica Dominicana ha un territorio esteso appena due volte la Lombardia e circa lo stesso numero di abitanti (10 milioni). Dato che i sequestri ammontano a un decimo della droga che passa, si può stimare un traffico medio di oltre 220 chili al giorno. Quantità enorme, dovuta al fatto che sull'isola operano le maggiori organizzazioni criminali internazionali.

Il network più famoso è il cartello messicano di Sinaloa (i «signori» mondiali della droga). A Santo Domingo, Joaquín «El Chapo» Guzman, il grande capo, ha i suoi proconsoli, i «soldati», i gestori del traffico. Qui hanno preso uno dei suoi piloti, poi estradato negli Stati Uniti. Un uomo non sconosciuto a figure politiche importanti. Relazioni pericolose, come minimo. Poi ci sono gli emissari del cartello colombiano Norte del Valle, grandi esportatori di cocaina.

Lavorano con i complici in Colombia e Venezuela, le basi di partenza dei carichi. Fino al 2012 si affidavano spesso agli aerei che volano a bassa quota e «bombardano». Il mese record rimane il giugno 2007: 19 incursioni di voli della droga in 22 giorni; oltre duemila chili di cocaina scaricati. In altre occasioni gli aerei da turismo atterrano nei molti aeroporti o su piste di terra. Centinaia i voli clandestini protagonisti di raid avventurosi, talvolta con triangolazioni con la confinante Haiti.

La rotta aerea è stata però contrastata con successo negli ultimi due anni. Le incursioni dei narco-plani sono diminuite grazie ai controlli e all'interdizione imposta da Washington. Gli americani agiscono al largo con le loro unità, assistono i locali e hanno aperto una postazione radar ad Aguadilla, Porto Rico. In questi giorni è in corso l'appalto per l'installazione di nuovi radar.

La Dea ritiene che i trafficanti, che agiscono spesso in collaborazione con il cartello locale di Cibao, usino Santo Domingo come punto di passaggio per trasportare la coca nel territorio portoricano e poi negli Usa. Si parla anche di viaggi dei minisub della droga, scafi semisommergibili costruiti da gang colombiane. Di solito puntano sui Paesi del Centro America, però segnalazioni da Porto Rico dicono che sarebbero attivi nella zona. Una conferma di come i narcos - aggiungono fonti statunitensi - investano con maggior decisione sulla rotta marittima.

Gli americani temono questo scacchiere, danno la caccia ai go-fast - i fuoribordo che filano con contenitori pieni di droga - studiano le connessioni con i clan attivi nell'Apure (Venezuela) e intervengono costringendo i dominicani a rafforzare il contrasto. A gennaio un altro barcone clandestino è stato intercettato a sud di Barahona: 1.500 chili di coca a bordo.

I contrabbandieri adattano le tattiche, cercano nuovi sistemi, impiegano un alto numero di corrieri. Cercano di saturare le difese. Ne cadono dieci, ne passano venti. E non mancano di inventiva. L'operazione più strabiliante risale a marzo: sulla pista di Punta Cana viene bloccato un jet privato francese, un Falcon F-50, aereo da vip che era stato noleggiato. All'interno nessun passeggero, ma 27 valige zeppe di cocaina. Destinazione: aeroporto di Versailles. Arrestato l'equipaggio, quattro francesi. Le successive indagini hanno accertato strani voli (precedenti) verso Francia e Olanda.

Il canale principale per spedire la droga in Italia resta però il commercio marittimo. Snodo chiave, il porto di Caucedo, a mezz'ora dalla capitale. Sequestri (ma soprattutto spedizioni) continui: 2 aprile 2013, sei borsoni con 198 panetti nascosti in un carico di cacao, destinazione Genova; 3 aprile 2013, 174 chili di cocaina dentro un altro container, destinazione ancora Genova; agosto 2011, sequestrati mille chili di cocaina nascosti dietro un carico di mattonelle partito da Caucedo e scaricato a La Spezia.

Trame nere e mafiose
Appoggi logistici. Succursali. Presenza di latitanti. Su questo si appoggiano le reti di trafficanti italiani in Repubblica Dominicana. Già vecchie inchieste sulla mafia tra Italia e Stati Uniti negli anni 90 documentarono una base operativa delle famiglie Gambino, Inzerillo e Spatola. Percorso poi replicato da «fuggiaschi» di camorra e 'ndrangheta. Nel 2010 vengono intercettati a Milano gli importanti contatti con Santo Domingo di Bruno Pizzata, un broker della cocaina di spessore internazionale, rappresentante delle cosche di San Luca e dell'Aspromonte.

Le trame criminali si incrociano con la storia dell'eversione di estrema destra. Negli anni Ottanta, Santo Domingo è stata una meta ritenuta sicura per i terroristi «neri». Qui nel 1992 viene individuato Carlo Digilio, neofascista di Ordine nuovo; nel 1995 viene riconsegnato all'Italia anche Enrico Caruso, legato ai Nar, latitante dall'85 e ricercato per l'omicidio dello studente di sinistra Alberto Brasili. Fonti locali raccontano di un gruppo «nero» ancora presente sull'isola.

E forse non è un caso quel che accade a Genova nel marzo 2012: i carabinieri arrestano tre uomini che stanno ritirando 165 chili di coca appena arrivata da Santo Domingo. Tra loro c'è l'ex terrorista «Lele» Macchi di Cellere, già condannato a 16 anni per banda armata. È noto come l'«angelo custode» di Pierluigi Concutelli.

 

cocaina COCAINA POLIZIA jpegsommergibile dei Narcos da la Repubblicacocaina NARCOSorigini della cocaina Cocaine use SOTTOMARINO COLOMBIANO TRASPORTA COCAINA COCAINACOCAINA SEQUESTRATA SOTTOMARINO PER IL TRASPORTO DI COCAINA NARCOS-MESSICO

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO