IL RITORNO DELLO SPREAD: IN USA TASSI IN RISALITA E L’EUROPA RICOMINCIA A TREMARE

Tonia Mastrobuoni per "la Stampa"

Pier Carlo Padoan, il vertice G8 è cominciato sotto pessimi auspici, Hollande è arrivato infuriato per le critiche di Barroso all'indisponibilità francese a discutere le quote nazionali sugli audiovisivi...
«La posizione della Francia è antica, ma un accordo transatlantico sul commercio sarebbe un'opportunità eccezionale, una spinta alla crescita e alla produttività importantissime, per l'Europa».

Ma non è giusto proteggere alcuni mercati? Lo fa l'Islanda con quello ittico - candidata ad entrare nell'Ue - e lo fa la stessa Ue con il tentativo di introdurre dazi antidumping contro i pannelli solari cinesi.
«Sono discorsi diversi. Il dumping va combattuto, è concorrenza sleale e va frenata. Altro discorso è la protezione di determinati mercati; ritengo che ogni Paese si debba aprire al mercato esterno, debba mostrarsi disponibile a riconvertirsi, cioè ad aprirsi e riadattarsi verso l'efficienza».

Cameron punta molto su un'intesa internazionale contro l'evasione fiscale, ma Russia e Canada frenano.
«Siamo a un passaggio importante che può consentirci di chiudere su un'intesa internazionale che cancelli finalmente il segreto bancario. Il fatto è che a causa del ritardo dei legislatori nazionali a tenere il passo con la globalizzazione, ci sono imprese che con operazioni sempre più raffinate sono riuscite a riallocare le attività in modo tale da non pagare più un centesimo di tasse. Questo è grave».

L'Italia ha posto ad Obama il tema, molto europeo, del lavoro.
«L'Italia si sta muovendo con grande determinazione, anche se ha margini ristretti a causa dei vincoli europei di bilancio. L'idea mi pare quella di iniziative su più livelli, nazionali ed internazionali, che abbiano lo stesso principio ispiratore: quello di migliorare le misure di accesso al lavoro ma anche di disporre risorse sia per il primo impiego sia per il ricollocamento dei lavoratori.

In Europa la disoccupazione è in aumento ed è particolarmente grave, negli Usa sta cominciando a scendere. Tuttavia anche lì c'è un problema occupazionale e ritengo che l'amministrazione Obama, non vincolata a tetti ai disavanzi come i Paesi europei, dovrebbe investire maggiori risorse sulle politiche attive del lavoro».

Qualcuno comincia a guardare con preoccupazione invece alla prospettiva di un rialzo dei tassi di interesse negli Usa...l'Europa rischia di fare la fine del "vaso di coccio"?
«E' vero, i tassi di interesse negli Usa stanno ricominciando a salire. Nell'interpretazione più benigna, perché le aspettative di crescita si stanno rafforzando. Nell'interpretazione meno benigna, perché i mercati si stanno innervosendo ritenendo che la Fed stia uscendo troppo presto dalla fase emergenziale. Dunque è vero che ci sono rischi di ripercussioni sull'Europa. Gli spread hanno cominciato di nuovo ad aumentare e si sta materializzando un nuovo elemento di rischio sistemico».

Non l'avevamo superato con le parole famose di Draghi sulla Bce «disposta a fare di tutto» per salvare l'euro?
«Sì è vero Draghi ha scongiurato il rischio di una disgregazione dell'euro ma in questo caso non siamo dinanzi a un rischio interno ma esterno e dunque più difficile da fronteggiare, per l'Europa.

Non è un segnale di debolezza interna, ma di debolezza nei confronti degli Usa. Servirebbe, quindi, non lo scudo anti-spread, l'Omt, ma, nel momento in cui la Fed dovesse davvero cominciare a chiudere i rubinetti, la Bce dovrebbe avviare l'equivalente europeo di un quantitative easing, comprando titoli in modo illimitato».

I tedeschi non lo permetterebbero mai...
«Purtroppo il problema della liquidità c'è e apre una nuova fase nel continuo aggiustamento della - imperfetta - zona euro».

La spaventa il verdetto della Corte costituzionale tedesca sullo scudo antispread, attesa per l'autunno?
«Non è il problema. Il punto vero è a che punto è l'Unione bancaria. Mi preoccupa molto lo stallo sul fondo di risoluzione e sul fondo di garanzia. La supervisione non può andare avanti da sola».

 

SpreadSPREAD Spread e dimissioni di BerlusconiPIER CARLO PADOANmerkel-obamaBERNANKE jpegdavid cameron con i militari

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