I MIRACOLI DEL SAN RAFFAELE (IL CERCHIO SI ALLARGA!) - INTERROGATORIO DI UN FIDUCIARIO DI DACCO: UNA FINTA CONSULENZA 500 MILA EURO SAREBBE FINITA SU UN CONTO ESTERO CHE FA RIFERIMENTO AD ANTONIO SIMONE, EX ASSESSORE REGIONALE LOMBARDO ALLA SANITA’, VICINO A COMUNIONE E FATTURAZIONE - ANCORA: SPUNTA DA BARI DEGENNARO - SECONDO UN INDAGATO DALLA PROCURA DI MILANO AVREBBE CONSEGNATO DENARO AL BRACCIO DESTRO DI DON VERZÉ….

1- FINTA CONSULENZA 500 MILA EURO FINITA AD EX ASSESSORE VICINO A CL
(Adnkronos) - La somma relativa a una finta consulenza pagata dal San Raffaele sarebbe finita su un conto estero che fa riferimento ad Antonio Simone, ex assessore regionale lombardo alla Sanita'. E' quanto emerge dall'interrogatorio di Giancarlo Grenci, fiduciario di Pierangelo Dacco' e indagato nell'ambito della prima tranche di inchiesta sul dissesto della Fondazione Monte Tabor ormai chiusa. E' lo stesso Grenci a spiegare che fu lo stesso 'Dacco'" ad indicare "di trasferire quella somma', cioe' '500 mila euro' su 'un conto nominativo di Antonio Simone'.

2- SAN RAFFAELE, SPUNTA LA DEC
"I SOLDI DI DEGENNARO PER CAL"
Repubblica.it

Spunta la Dec, società dei costruttori Daniele e Gerardo Degennaro, arrestati nell'inchiesta sugli appalti a Bari, nelle 'carte' appena depositate con la chiusura della prima 'tranche' dell'inchiesta sul San Raffaele. E c'è un indagato che dice di aver visto uno dei Degennaro portare soldi in una valigia a Mario Cal, vicepresidente del San raffaele, morto suicida nel luglio 2011. Un nuovo capitolo nella saga dei costruttori baresi, accusati di aver corrotto i funzionari di Comune e Regione, in una vicenda che ha travolto anche il sindaco Michele Emiliano.

Bari era la capitale dell'impero economico della Dec, l'impresa di famiglia. Ma non era l'unica città in cui fare affari. Il business dei Degennaro si estende anche fuori dalla Puglia e aveva in Lombardia una vera succursale. È proprio a Milano che la Dec ha realizzato il parcheggio interrato del San Raffaele, un'opera da 32 milioni di euro. Quel cantiere, a Milano, sostengono i pm della procura del capoluogo pugliese, era l'oggetto della corruzione a Bari: i Degennaro avrebbero offerto al presidente della commissione collaudo del parcheggio di piazza Giulio Cesare, Saverio Sabini, l'incarico di direttore tecnico di cantiere milanese. Un lavoro di

otto mesi, dal 20 giugno 2007 al 19 febbraio 2008 con compenso lordo mensile di 12.200 euro. L'incarico però, raccontano i pm, durò fino al 26 luglio 2007. Sempre a Milano l'impresa barese ha costruito l'opera simbolo dell'ospedale di don Verzè: il dipartimento di medicina molecolare sulla cui cupola è stata sistemata la statua dorata di San Raffaele. Si tratta di un appalto da 108 milioni di euro.

Ma gli affari della Dec non si limitano al capoluogo lombardo. Tra le commesse ricevute dagli imprenditori pugliesi ci sono anche grandi opere a Brescia, Pavia e a Bergamo. Nel 2001, la ditta dei Degennaro si aggiudicò l'appalto per realizzare il dipartimento materno-infantile degli ospedali civili di Brescia per circa 10 milioni di euro. A Pavia invece ha vinto un maxi appalto per la costruzione del Dipartimento di emergenza urgenza nel Policlinico San Matteo.

Nel computer di Gerardo Degennaro sarebbe stato trovato un file con la bozza del bando relativa a quest'opera con il sospetto, per ora solo tale, che qualcuno stesse lavorando per una gara su misura. Questo confermerebbe, spiegano ancora i pm, la capacità del gruppo Degennaro di attivare sistema collusivi anche al di fuori del Comune di Bari.

Infine in Lombardia c'è il nuovo ospedale di Bergamo Giovanni XXIII: 1200 posti letto e 36 sale operatorie. Realizzato ancora dalla Dec. Una curiosa coincidenza: anche a Bergamo così come a Bari i costi dell'opera sono aumentati a causa di infiltrazione d'acqua nei sotterranei dell'ospedale realizzato alle porte della città in una zona paludosa. Per questo è in corso un contenzioso tra l'azienda sanitaria e la ditta capofila dell'appalto.

L'altro colpo milionario dei Degennaro fuori Bari è stata la galleria Pavoncelli-bis, il cuore del Canale principale dell'acquedotto pugliese: un appalto da 106 milioni di euro aggiudicato alla romana Condotte (in Ati con le imprese Seli, Dec e Faver) e poi rescisso nel 2008, dopo una sentenza del Tribunale superiore delle acque pubbliche. Sul caso però indaga la procura di Roma.

 

DegennaroDON VERZE E CAL Don verzeSAN RAFFAELE

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO