CANTIAMO I SARMI AD AIRFRANCE - IL VIAGGIO DELL’AD DI “POSTE” A PARIGI È IL TENTATIVO DI CONVINCERE I FRANCESI A NON MOLLARE LA PRESA SULLA COMPAGNIA

Luigi Grassia per La Stampa

Alitalia supera l'ostacolo dell'aumento di capitale da cui dipendeva la sua sopravvivenza. Un'assemblea cominciata nel pomeriggio di lunedì e trascinatasi fino alle 4 della notte successiva ha dato via libera (all'unanimità) all'iniezione di 300 milioni di euro che scongiura il fallimento. Ma già si aprono nuovi fronti. Perché il socio Air France (che ha il 25%) ha sì approvato l'aumento, ma adesso bisogna vedere se sottoscriverà davvero la sua quota.

Intanto a Bruxelles resta in sospeso la protesta della British Airways contro la concessione ad Alitalia di presunti aiuti di Stato visto che la società Poste Italiane è pronta a entrare nel capitale con 75 milioni nell'eventualità (probabile) che una parte resti inoptata, cioè che qualche socio non sottoscriva tutta la sua quota.

Se questo intervento delle Poste sia lecito o no è controverso, ma la Commissione Ue in questi anni di crisi è stata di manica larga con gli aiuti di Stato - per esempio le banche del Paese della British sono state in gran parte salvate coi soldi pubblici e nessuno ha avuto niente da ridire. Comunque il verdetto non è scontato.

Il valore di Alitalia così com'è oggi è stato fissato dall'assemblea in 50 milioni di euro. Aggiungendo i 300 milioni dell'aumento di capitale e i 95 del prestito obbligazionario sottoscritto a febbraio, il valore complessivo dell'azienda salirebbe a 445 milioni.
I soci di Alitalia avranno ora 30 giorni, a partire dal 16 ottobre, per sottoscrivere le azioni di nuova emissione.

Intesa Sanpaolo e Unicredit dovrebbero garantire la sottoscrizione dell'inoptato fino a 100 milioni di euro. Intesa Sanpaolo ha specificato che la sua disponibilità è fino a 76 milioni, di cui 26 milioni per la sottoscrizione delle sue quote di pertinenza e 50 per l'inoptato. La quota di Air France è di 75 milioni, per cui anche se il gruppo non se la sentisse l'operazione andrebbe in porto (in quel caso la quota di Air France-Klm risulterebbe diluita).

Per sondare le intenzioni ieri è volato a Parigi l'amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, che ha incontrato il numero uno francese Alexandre de Juniac. Air France in difficoltà finanziarie è disposta a mettere altri soldi solo se Alitalia si ristruttura, inoltre il gruppo franco-olandese è a disagio per l'entità del debito della compagnia italiana e vorrebbe veder ridotto il fardello.

Comunque secondo fonti bene informate Sarmi a Parigi avrebbe constatato «una profonda intesa sulle possibilità di sinergie industriali di gruppo».
Contro la minaccia di una ristrutturazione che significhi tagli di attività e perdita di posti di lavoro suona l'allarme dei sindacati. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ammonisce che «i francesi non vanno bene, non perché siamo anti-francesi, ma perché loro hanno detto di non volere per Alitalia nuove tratte e nuovi aerei»

Ieri è scesa in campo Atlantia per smentire le voci secondo cui il gruppo autostradale sottoscriverebbe una quota di 50 milioni dell'aumento di capitale Alitalia. Si è anche saputo che nelle scorse settimane Immsi, la holding della famiglia Colaninno (azionista di Alitalia), ha fatto cassa cedendo una quota del 3,37% di Piaggio. La Immsi ha incassato 22,057 milioni di euro. L'alleggerimento della quota potrebbe essere legato proprio all'aumento di capitale di Alitalia.

 

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