PROVE TECNICHE DI EXPO – MILANO HA ACCOLTO LE 50 DELEGAZIONI DEL VERTICE ASEM E S’È VISTO DI TUTTO – SELFIE CON LA MERKEL, THAILANDESI CHE SI PORTANO IL DESSERT DA CASA, LA GINNASTICA SEDUTA DEI GIAPPONESI

1.“SELFIE DEI LEADER, SHOPPING CINESE - MILANO DIVENTA UN GRANDE RISIKO”

Alessandra Coppola per “il Corriere della Sera

 

milano duomomilano duomo

Nel dubbio, la delegazione thailandese s’è portata il dessert: riso e cocco avvolti in foglie di banano. Il resto del catering rigorosamente asiatico, poche distrazioni, niente shopping («perché è un viaggio di lavoro») e una Mercedes Classe S nera blindata per il generale Prayuth Chan-ocha, cha ha preso il potere a Bangkok. «Dittatore non sei il benvenuto»: in dieci compreso un neonato, il consigliere comunale radicale Marco Cappato con lo scotch sulla bocca, si son schierati davanti all’hotel, in piazza Fontana, con slogan e cartelli. Thailandesi in circolazione pochi, qualche curioso tra i funzionari che alloggiano nello stesso albergo: cechi e australiani. 


Nel Risiko che s’è giocato ieri a Milano, i movimenti delle cinquanta «truppe» euroasiatiche in città per il vertice Asem hanno prodotto interessanti combinazioni. Segui i soldi e arriverai al Principe di Savoia, dove hanno riservato cinquanta letti a testa le delegazioni di Cina e Brunei. Già ieri sera i fattorini registravano un significativo aumento nel volume dei bagagli, effetto delle numerose visite ai negozi del Quadrilatero della moda.

angela merkel 1angela merkel 1

Ai tavolini del bar, però, per i cinesi nessuna consumazione e bottigliette di thè freddo acquistate al supermercato, più una manciata di cartoline prese all’edicola. In quindici si sono fatti prenotare una visita al Cenacolo. 


Dalla parte opposta della piazza, al Westin Palace, si parla russo e giapponese. Un gruppo di inviati da Tokyo, cravatte allentate, fuma stremato all’ingresso: sono i responsabili della logistica, raccontano, hanno lavorato fino all’ultimo e oggi vanno via. Svaghi? «Nessuno, cena in albergo». Massimo dell’evasione, un funzionario è stato «in un ristorante di cucina ligure». Alle sue spalle, la sala al primo piano dell’hotel è stata trasformata in un ufficio nipponico, con le postazioni singole per i giornalisti al seguito del premier Abe, le telecamere ordinatamente allineate, e un televisore che trasmette stiramenti consigliati a chi passa molte ore alla scrivania. 

FRANCOIS HOLLANDE FRANCOIS HOLLANDE


Russi in giacca (i funzionari) o in pullover e catena d’oro (la security), in attesa del presidente Vladimir Putin. «Che cosa abbiamo visto di Milano? — sorride un delegato — Palazzo Reale», controllato dagli uomini del Cremlino prima della cena, ieri sera, organizzata dal Quirinale. Grande agitazione attorno al Park Hyatt, in pieno centro, il concierge nel panico per la presenza dei tedeschi, e la cancelliera Angela Merkel, invece, così tranquilla da attraversare la Galleria a piedi per raggiungere il Gala, prestandosi ai selfie con i passanti. Sereno e deambulante anche il presidente francese, François Hollande, che s’è fermato a scambiare battute in piazza del Duomo, camminando verso Palazzo Reale. Audace il leader ucraino, Petro Poroshenko, che all’Arco della Pace ha cantato l’inno in mezzo a un gruppo di connazionali. 

 

2. “ZUPPE, TEIERE E NIENTE NUMERO 4. COSÌ MILANO DIVENTA “ORIENTALE”

Egle Santolini per “la Stampa

 

vladimir putin 4vladimir putin 4

«Asiatici? Certo che ce ne sono tanti in questi giorni. Ma abbiamo imparato a ospitare tutti quelli che arrivano. Si va a ondate: due settimane fa è stata la volta delle signore arabe, in vacanza shopping per la Festa del sacrificio. Col Natale ortodosso tocca ai russi. E a febbraio ai cinesi che celebrano il loro Capodanno da Prada». Lo smagato maître del Savini in Galleria, accento napoletanissimo e obbligo professionale a stare sul vago, ha l’aria di averne viste tante, e chissà che cosa lo aspetta entro ottobre 2015 quando si metterà fine all’avventura dell’Expo.

 

Eppure le vere prove tecniche di Milano metropoli globale, con grappoli di interpreti italo-cinesi davanti agli alberghi, torme di delegazioni planetarie da intrattenere, esercizio estremo di security fino all’appostamento di cecchini su piazza del Duomo, si sono verificate ieri per il vertice Asem: in una città dal caldo ancora opprimente, con in cielo rapide nuvole turneriane e la direttrice piazza della Repubblica-via Manzoni-Scala-Duomo ultrapresidiata da pubblica sicurezza e vigili urbani. 


Lo zar Putin dorme al Westin, e chissà se ha avuto il tempo di approfittare del bagno turco privato e della vascona «seaside», fiore all’occhiello della suite presidenziale: un suo fan, comunque, gli ha reso omaggio con le matrioske in vetrina, ed è il proprietario di una boutique storica di abbigliamento sotto gli archi di piazza Cavour. Il presidente Napolitano e la moglie hanno scelto il Grand Hotel et de Milan dalle cocenti reminiscenze verdiane, Frau Merkel è protetta dalle atmosfere rarefatte del Park Hyatt, che oltre alla vista sulla Galleria ha un ristorante stellato Michelin di nome Vun.

LA 
PERLA 
LA PERLA

 

Al Principe di Savoia stazionano il Sultano del Brunei, proprietario della catena alberghiera, e la delegazione cinese guidata da Li Keqiang. Strettissimo riserbo su chi sia sceso al Town House, sempre in Galleria, fastoso ma accogliente come una casa privata, ed è poi l’albergo che mette a disposizione di ciascun ospite un maggiordomo. Si sospetta un’abbondante delegazione orientale, la loro specialità. È qui e al Principe di Savoia che hanno inventato infatti il Chinese set-up, cioè le regole per la buona accoglienza di chi viene dall’Est: zuppe e noodles per la prima colazione, bollitori e varietà di tè assortiti in camera, orari elastici per adattarsi al jet lag, e attenti a non sistemare gli ospiti nelle camere che contengono il numero 4, considerato infausto dagli orientali. 


Ma i sudcoreani se ne infischiano e stanno al Four Seasons, il premier kazako all’Armani: chi più chi meno, si son tutti sfrenati negli acquisti tra Montenapo e via Spiga, con una particolare menzione per la first lady malese, moglie del ministro Najib Razak, che ha fatto incetta di stoffe da Emilio Pucci. Dai fratelli Rossetti hanno venduto bene le scarpe stringate e con la suola a carrarmato, da La Perla lingerie di seta a tonnellate. Molti gentiluomini esotici in blu e in fumo di Londra (i famosi sherpa?) si sono presentati da Hermès, Corneliani ed Ermenegildo Zegna, per poi bersi un cafferino da Cova.

leonardo ultima cenaleonardo ultima cena

 

 I cerimoniosi commessi di Gucci e Ferragamo minimizzano per proteggere la privacy dei clienti : «Non abbiamo registrato una punta di affluenza rispetto ai nostri standard», assicurano; ma alla fine ammettono che sì, insomma, di auto con scorta se ne sono viste. E siccome non di solo shopping vive il delegato, c’è chi ha cercato di prenotare all’ultimo momento una serata alla Scala, dov’è in scena «Romeo e Giulietta» con Roberto Bolle: peccato che fosse esauritissimo. 


Pochi si sono fatti scappare la liturgica visita al Cenacolo vinciano di Santa Maria delle Grazie, rinforzata per alcuni degli ospiti stranieri da cene ristrette a Palazzo Marino e al Museo della Scienza e della Tecnica. Non al Museo del Novecento, che a molti sarebbe interessato parecchio ma che essendo di fianco a Palazzo Reale è stato chiuso per ragioni di sicurezza. Ci si è consolati con la cena di gala di ieri sera, ed è già ora, oggi, di partire. Dalla pista protetta dell’Ata, debitamente isolata rispetto al centro di Linate.

 

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