“SE RICCO È CHI GUADAGNA 45MILA EURO LORDI…” – IL SEMPRE MITE GIANCARLO GIORGETTI ATTIVA LA MODALITÀ VITTIMISMO E SI LANCIA KAMIKAZE CONTRO ISTAT E BANKITALIA, CHE HANNO “OSATO” CRITICARE LA MANOVRA: “FORSE LORO HANNO UNA CONCEZIONE DELLA VITA UN PO’ DIVERSA” - DA GIORNI IL LEGHISTA MENA FENDENTI CONTRO I TECNICI: “IO HO IL DOVERE DI PRENDERE LE DECISIONI E NON FARE SOLTANTO IL PROFESSORE. SIAMO STATI MASSACRATI DA COLORO CHE HANNO LA POSSIBILITÀ DI MASSACRARE”
VIETATO CRITICARE LA MANOVRA, GIORGETTI CONTRO BANKITALIA&CO
Estratto dell'articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
I benefici del taglio delle tasse sono limitati, soprattutto per la fascia più alta dei destinatari, l’impatto da zerovirgola sul Pil e l’assenza di una visione sulla politica industriale.
La legittima serie di critiche che ha smontato la manovra, ha innervosito non poco Giancarlo Giorgetti. Il ministro dell’Economia ha infatti perso il suo tradizionale aplomb british, che gli ha consentito di sfangare già tre leggi di Bilancio tenendo tutto sommato a bada le tensioni.
E ha iniziato a menar fendenti a mezzo stampa contro i nuovi nemici del governo: Banca d’Italia, Upb, Istat oltre all’immancabile Corte dei Conti, che aveva bacchettato la rottamazione delle cartelle. Hanno osato non spargere miele sulla finanziaria.
[…] Già in settimana, intervenendo in parlamento, il ministro leghista aveva sminuito le analisi degli organismi indipendenti: «Ho il dovere di prendere le decisioni e non fare soltanto il professore rispetto a quello che fanno gli altri», ha detto Giorgetti.
[…] Nella giornata di sabato, il ministro è tornato a replicare […]: «Siamo stati massacrati da coloro che hanno la possibilità di massacrare. Ma non è un problema, perché riteniamo di essere nel giusto».
Giorgetti, sintonizzandosi sul mood di Palazzo Chigi, ha attivato la modalità vittimismo. Qualsiasi critica resta indigesta per la destra dell’era meloniana. […]
GIANCARLO GIORGETTI IN VERSIONE PAPA LEONE XIV
«Siamo intervenuti quest’anno sul ceto medio perché i ceti più svantaggiati sono stati negli anni scorsi attenzionati», ha detto Giorgetti contestando le critiche: «Se è ricco chi guadagna 45mila euro lordi all’anno, cioè poco più di 2mila euro netti al mese, Istat, Banca d’Italia e Ubp hanno una concezione della vita un po’…».
Così il concetto è stato lasciato in sospeso, proprio per essere più chiaro. Anche se gli organismi auditi nelle commissioni bilancio di Camera e Senato hanno solo riferito un dato oggettivo, mettendo nero su bianco quello che è ovvio: nella fascia di reddito (28mila-50mila) destinataria del taglio dell’Irpef, sarà la parte più alta a ottenere il beneficio (leggermente) più sostanzioso.
Per i più poveri, sempre all’interno di quella fascia di reddito, si tratterà di meno di una mancia: addirittura l’Upb stima 25-30 euro in un anno.
L’investimento sull’operazione di quasi 3 miliardi di euro, la misura portante e più costosa della manovra; che di fatto sarà impercettibile per il ceto medio.
[…]
giancarlo giorgetti - americas cup 2027
GIORGETTI: «MANOVRA PER LA COMPETITIVITÀ. SE RICCO È CHI GUADAGNA 45 MILA EURO LORDI ALL’ANNO… L’EUROPA FERMI L’AVANZATA CINESE»
Estratto dell'articolo di Daniele Manca per il “Corriere della Sera”
[…] Giancarlo Giorgetti. […] sulla manovra ci sono stati rilievi da parte dell’Istat, dell’Ufficio parlamentare di bilancio della Corte dei conti e anche della Banca d’Italia. Qualcuno ha sintetizzato: è una manovra per ricchi.
«Bisogna capirsi su che cosa si intende per ricco. E se ricco è colui che guadagna 45 mila euro lordi all’anno…. Forse l’Istat, la Banca d’Italia hanno una concezione della vita un po’ diversa.
manovra nel triennio 2026 2028
Noi siamo intervenuti quest’anno sul ceto medio perché eravamo già intervenuti negli anni scorsi sui ceti più svantaggiati. Abbiamo messo circa 18 miliardi l’anno scorso e li abbiamo rimessi quest’anno per i redditi inferiori a 35 mila euro. Abbiamo poi fatto uno sforzo ulteriore e abbiamo coperto quest’anno la fascia di redditi fino a 50 mila euro.
È una logica assolutamente sensata se si considera l’orizzonte pluriennale. Mi spiace che le analisi si siano concentrate invece sull’anno dimenticando che noi abbiamo reso stabili e definitivi i tagli del cuneo contributivo introdotti precedentemente.
l impatto delle misure in manovra 2025
Si fa presto a giudicare i comportamenti di chi si assume la responsabilità di far quadrare il cerchio con risorse limitate e in una situazione dove alle guerre armate si aggiungono anche quelle commerciali. Eppure, e anche questo è stato poco sottolineato, per incentivare i rinnovi dei contratti di lavoro siamo stati capaci di introdurre aliquote ridottissime per redditi fino a 28 mila euro».
Anche se resta l’incognita di una crescita ben poco entusiasmante…
«Uno degli interventi che mi auguro si possa migliorare durante la discussione in Parlamento è quello relativo agli ammortamenti e ai super ammortamenti perché sono quelli che danno un impulso quasi automatico alle imprese per rinnovare, investire, migliorare. Renderli pluriennali darebbe un bel segnale agli imprenditori perché fornirebbe loro un quadro di certezze nel tempo nel quale poter programmare gli investimenti che sono il motore della crescita. Se devo sbilanciarmi, su questo cercheremo di trovare una soluzione».
