SPEZZATINO DI TIM BRASIL IN SALSA SPAGNOLA - GLI ANALISTI DI BERNSTEIN DANNO AL 75% PER FATTA LA SPARTIZIONE DELLA CONTROLLATA DI TELECOM ITALIANA - E CHI AVREBBE PIU' DA GUADAGNARCI E' OVVIAMENTE TELEFONICA, CHE HA LA MAGGIORANZA SIA DI TELECOM SIA DI VIVO...

Carlotta Scozzari per Dagospia

Quante sono le probabilità che la spartizione della controllata di Telecom Italia, Tim Brasil, si chiuda in con successo tra i principali operatori del paese sudamericano (America Movil, Oi Telemar e Vivo)? A dispetto delle smentite e dell'atteggiamento da chi non sa nulla di quel che accade in Brasile ostentato dalla stessa società guidata dall'amministratore delegato Marco Patuano e dai primi soci, gli spagnoli di Telefonica, gli analisti di Bernestin attribuiscono una probabilità decisamente elevata allo "spezzatino" della controllata di Telecom: il 75 per cento.

A metterlo nero su bianco in un report sul consolidamento della telefonia mobile in Europa e Sudamerica è Robin Bienenstock, sempre molto attenta ai movimenti e alle tendenze del mercato, insieme con il suo team di analisti. "Ci aspettiamo - dice Bienenstock - che Tim Brasil venga suddivisa in tre parti più o meno uguali tra i tre principali operatori del paese", tra cui Vivo, che fa capo a Telefonica, a sua volta prima azionista di Telecom. L'operazione potrebbe essere condotta attraverso un veicolo "per le situazioni speciali" (in gergo finanziario special situation vehicle) allestito da Telefonica, Oi e America Movil con l'aiuto di una o più banche.

Sempre secondo i calcoli di Bernstein, l'offerta su Tim Brasil potrebbe aggirarsi sui 12 miliardi di euro, a 7,5 volte il margine operativo lordo (ebitda) della società sudamericana, e potrebbe giungere già in questo primo trimestre del 2014. "Il veicolo - afferma Bienenstock nel report - si prenderà la responsabilità di negoziare con Tim Brasil, i regolatori (tra cui il Cade, l'Antitrust brasiliano che di recente ha posto dei paletti a Telefonica per il suo conflitto di interesse nel paese, ndr) e i tre potenziali partner industriali e metterà in piedi il finanziamento, sia attraverso le risorse dirette dei tre operatori, sia supportandoli nella ricerca di denaro".

A livello regolatorio, il procedimento di spartizione di Tim Brasil, a detta di Bernstein, dovrebbe durare oltre 200 giorni e ha una probabilità che gli analisti stimano al 75% di chiudersi con successo. Quanto a Telecom Italia, a detta di Bienenstock, le azioni potrebbe valere 1,2-1,02 euro l'una (ora a Piazza Affari passano di mano intorno ai 77-78 centesimi) se si concretizzasse la cessione della controllata brasiliana e se la società guidata da Patuano reinvestisse parte delle risorse ricavate dall'operazione nella fibra ottica.

Se poi, come Bernstein ritiene sempre più probabile, il mercato italiano dovesse diventare palcoscenico di un consolidamento nella telefonia mobile, le azioni di Telecom potrebbero arrivare a valere anche 1,2-1,4 euro. E chi dalla vendita di Tim Brasil avrebbe tutto da guadagnare sono gli spagnoli di Telefonica, primi azionisti di Telecom attraverso la holding Telco, che ha in mano il 22,4% della società. A parere di Bernstein, "Telefonica beneficerebbe dal consolidamento del Brasile direttamente dal miglioramento del proprio business nel paese e indirettamente dall'aumento di valore della propria partecipazione in Telecom Italia".

 

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