TELCO SI FA IN 4 - LO SCRIGNO DI TELECOM ITALIA SI SCINDE IN DISTINTE SOCIETÀ, CONTROLLATE DA MEDIOBANCA, INTESA SANPAOLO, GENERALI E TELEFONICA - PRIMA PERO’ SARA’ RIMBORSATO IL DEBITO DA 2,5 MILIARDI

Marigia Mangano per “Il Sole 24 Ore

 

GIUSEPPE RECCHI GIUSEPPE RECCHI

La scissione di Telco, il veicolo a cui fa capo il 22,3% di Telecom Italia, potrà partire solo dopo l'integrale rimborso da parte dei soci dei 2,5 miliardi di debiti. L'azzeramento delle passività e la trasformazione delle stesse in un finanziamento soci rappresenta, al momento, la priorità.

 

Tant'è che il progetto di scissione, quasi 200 pagine depositate due giorni fa presso il registro delle imprese, lo ribadisce più volte, per poi delineare nel dettaglio il percorso che porterà lo storico scrigno di controllo del gruppo telefonico a dividersi in quattro società ben distinte controllate da Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Generali e Telefonica, ognuna con il proprio statuto e con un board che sarà formato da 3 a 5 membri. Nel frattempo, in Borsa, il titolo Telecom continua a perdere terreno, complice un report di Credit Suisse che torna a riflettere sulla cessione della controllata brasiliana.

MARCO PATUANOMARCO PATUANO

 

IL PRESTITO DA 660 MILIONI

Punto di partenza per capire come si trasformerà l'attuale Telco è la struttura dell'indebitamento. Il progetto di scissione fotografa infatti gli effetti pro forma dell'operazione ai nastri di partenza. Attualmente, infatti, Telco ha in essere un prestito obbligazionario di 1,750 miliardi e un finanziamento erogato da Mediobanca e Intesa Sanpaolo di 660 milioni. Prima di assegnare la quota parte di attivo e di passivo alle quattro società che saranno costituite (Telco Te, Telco Ag, Telco Is e Telco Mb), entrambe le linee (prestito obbligazionario e finanziamento) dovranno essere azzerate.

 

Nel concreto, però, l'esborso per i quattro azionisti sarà limitato al solo finanziamento erogato da Intesa e Mediobanca. Il bond da 1,750 miliardi era stato sottoscritto, infatti, dagli stessi soci che dunque saranno rimborsati. L'impegno immediato, dunque, sarà la linea di 660 milioni che per Telefonica si tradurrà in 435 milioni da versare nelle casse della vecchia Telco, per Generali in 127 milioni, mentre per le due banche in 48 milioni a testa (ma le stesse rappresentano anche i finanziatori).

Alberto Nagel article Alberto Nagel article

 

Risorse che saranno restituite secondo modalità ancora in fase di valutazione. Questo permetterà così di liberare i titoli Telecom Italia in pegno alle banche che, secondo quanto emerge dal bilancio appena depositato, oggi sono pari al 60% dell'intero pacchetto. Il controvalore delle garanzie è pari a 1,7 miliardi.

 

La nuova situazione patrimoniale di Telco, dunque, al termine di questo passaggio vedrà la società con un attivo di 2,7 miliardi rappresentato dalla partecipazione in Telecom Italia e un passivo rappresentato solo da un finanziamento soci. Numeri che cambieranno dopo il perfezionamento della scissione. Telco, infatti, secondo quanto emerge dal progetto, resterà comunque in vita con un attivo che sarà pari post scissione a 3,1 milioni (disponibilità liquide), mentre il passivo vedrà debiti verso fornitori per 643 mila euro e un capitale sociale di 2,2 milioni.

Cesar AliertaCesar Alierta

 

Sempre a Telco – aggiunge il documento – resteranno eventuali passività fiscali anteriori alla stessa scissione. Ai quattro soci invece saranno assegnati la quota parte dei titoli Telecom Italia in portafoglio e la rispettiva parte del finanziamento soci.

 

VENDITE SU TELECOM ITALIA

carlo messina e moglie carlo messina e moglie

Ieri intanto Telecom Italia è risultata tra le peggiori del listino con un calo che in chiusura si è attestato a -3,15% a 0,84 euro. Proprio ieri Credit Suisse ha reiterato la raccomandazione di neutral sui titoli del gruppo italiano di tlc, stimando un target di prezzo a 0,87 euro, livello a metà strada tra 0,75 euro, valore attribuito a Telecom senza la cessione di Tim Brasil, e 0,95 euro, valore delle azioni in caso della cessione della controllata con base a Rio de Janeiro.

 

«L'aumento di capitale di Oi innalza le probabilità che la società si faccia capofila di un consorzio che farà un'offerta per rilevare e fare il successivo spezzatino di Tim Brasil», spiegano gli analisti della banca svizzera, aggiungendo: «Allo stesso tempo l'aumentata liquidità di Telecom Italia (fino al 2017) ha aumentato la capacità del gruppo di respingere le offerte basse». Secondo Credit Suisse, comunque, il Brasile rappresenta al massimo 20 centesimi nella valutazione delle azioni di Telecom Italia. Secondo l'istituto elvetico le azioni potrebbero arrivare a valere 95 centesimi se fosse venduta Tim Brasil a 8 volte il valore ev-ebitda 2015. In caso contrario varrebbero 75 centesimi.

mario greco generali mario greco generali

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)