TELE-COMMEDIA DEGLI EQUIVOCI – SCUSATE, ABBIAMO SBAGLIATO: IL PRESIDENTE RECCHI NON E’ PIU’ UN ‘’CONSIGLIERE INDIPENDENTE’’ - E A PIAZZA AFFARI IL TITOLO VA GIU’ DOPO CONTI TRIMESTRALI IN FLESSIONE E UN INDEBITAMENTO SUPERIORE ALLE ATTESE

Sara Bennewitz per "La Repubblica"

Telecom Italia è debole a Piazza Affari dopo aver diffuso conti trimestrali caratterizzati dal segno "meno", anche se non troppo lontani dalle aspettative degli analisti e sufficienti perché l'amministratore delegato Marco Patuano, dichiari: "Siamo complessivamente in linea con i nostri piani ed i nostri target, che vedono una progressiva accelerazione della ripresa anno su anno".

La compagnia Tlc chiude il primo trimestre con ricavi in calo dell'11,9% a 5,188 miliardi di euro e del 6,2% in termini di variazione organica (escludendo l'effetto della variazione dei tassi di cambio e del perimetro di consolidamento). Il margine operativo lordo (ebitda) scende dell'8,4% a 2,2 miliardi (-5,7% in termini organici) e l'utile netto si ferma a 222 milioni, dai 364 milioni dello stesso periodo dello scorso anno (-39%). Le attese erano per 5,234 miliardi di ricavi e 2,206 miliardi di ebitda.

L'indebitamento è peggiore delle attese: quello finanziario contabile, al 31 marzo scorso, è a 28,810 miliardi, in aumento rispetto al 31 dicembre (26,807 miliardi). Sul dato pesano i mancati incassi (per ora) della vendita della controllata in Argentina e gli investimenti realizzati.

Questi ultimi risultano comunque inferiori rispetto al primo trimestre del 2013, nonostante le promesse di accelerare sull'Agenda digitale: nel gennaio-marzo scorso gli investimenti industriali sono ammontati a 684 milioni, 82 in meno dell'anno scorso. Tra i singoli settori, quelli "domestic" scendono da 579 a 493 milioni.

I ricavi domestic, pari a 3,728 miliardi, si riducono dell'8,3% sia in termini reported sia in termini organici (le attese degli analisti erano per un -8,7%). In questa business unit, che dalla trimestrale chiusa al marzo scorso include anche il gruppo Olivetti, spicca l'andamento difficile del comparto consumer.

Nel segmento in questione, i ricavi trimestrali risultano di 1.749 milioni di euro, con una riduzione di 231 milioni rispetto al 2013 (-11,7%) sotto il peso della performance di Tim. "La diminuzione dei ricavi", spiega infatti Telecom nella nota, "è principalmente attribuibile ai ricavi da servizi Mobile (-152 milioni di euro, pari a -16,9%), in particolare su servizi tradizionali voce (-129 milioni di euro) e messaging (-38 milioni di euro), solo in parte compensata dalla costante crescita dell'internet mobile Browsing (+17 milioni di euro, pari a +11,4% rispetto ai primi tre mesi del 2013)".

La compagnia segnala comunque che la comparazione annua è sfavorevole perché nel 2013 la competizione dei prezzi è partita dall'estate, quindi questo trimestre si confronta con un periodo più caro ma ci sono segnali "positivi". Tengono meglio, piuttosto, i ricavi business che si attestano a 1.209 milioni, in calo del 7.9%.

Il board che ha validato i conti trimestrali ha modificato la qualifica formale del neo presidente, l'ex Eni Giuseppe Recchi, per il quale egli stesso "ha constatato il venir meno dei requisiti della qualifica di 'consigliere indipendente'", pur ribadendo - specifica la società - "l'assenza di relazioni con i soci rilevanti, con il revisore legale e con il management", nonché "di relazioni economiche e professionali con il gruppo" al di là della presidenza. Insomma, la ragione del cambio di status è da valutare solo "alla luce delle deleghe ricevute".

Eppure durante l'assemblea del 16 aprile scorso, con il successivo cda, proprio l'elezione del presidente e l'attribuzione di deleghe più ampie erano state presentate come un passo avanti della governance di Telecom, in una direzione più "moderna". A Recchi sono affidate non solo la tradizionale supervisione dei piani strategici e dell'andamento finanziario, insieme alla rappresentanza, ma soprattutto la responsabilità organizzativa per le funzioni degli Affari Legali, della Regolamentazione, della Comunicazione e della Csr. Ora, il passo indietro rispetto al requisito dell'indipendenza sembra una retromarcia anche rispetto alle indicazioni dell'assemblea.

 

Scaroni Giuseppe Recchi Patuano e Bernab RECCHI PATUANO Marco Patuano Telecom Italia

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…