TELECOM ITALIA MA DI ITALIANO E’ RIMASTO POCO – IL DESTINO DEL GRUPPO SEMPRE PIU’ IN MANO AGLI INVESTITORI ESTERI CHE PREMONO PERCHE’ LA GOVERNANCE CAMBI

Francesco Spini per ‘La Stampa'

Non solo Telefonica, Telecom Italia si ritrova sempre più in mani straniere. L'assemblea di venerdì, che ha visto i consiglieri indicati da Telco - e dunque tutto il cda di Telecom Italia - salvarsi dalla scure invocata da Marco Fossati, patron della Findim, ha scattato una fotografia che lascia pochi dubbi: i destini di Telecom sono sempre più legati alla scelta degli investitori esteri, perché gli italiani latitano.

I soci storici di Telco sono in uscita (a prescindere da quel che farà Telefonica, Mediobanca e Generali - e forse anche Intesa - sfrutteranno la finestra che si aprirà in primavera per svincolarsi dal patto e vendere le azioni sul mercato), in mezzo ai pochi italiani, come (almeno d'origine) la Findim di Fossati.

E ci sono i fondi. Pochini però. In assemblea i portafogli - in gran parte rappresentati dallo Studio Trevisan - contavano per quasi il 26% del capitale. Quelli stranieri circa il 25% e gli italiani appena poco più dell'1%. Questi ultimi, almeno a sentire un gestore di un'importante Sgr milanese, avrebbero votato per lo più per la revoca «coerentemente con gli interessi degli azionisti di minoranza che abbiamo sempre sostenuto, fin da quando avevamo chiesto, attraverso la lettera del comitato dei gestori, un rafforzamento dei presidi di indipendenza».

Il destino del gruppo, dunque, è sempre più nelle mani degli investitori esteri. Non solo di Telefonica, che ha il 66% di Telco che a sua volta controlla il 22,4% di Telecom. In gran parte, la voce dei fondi è stata internazionale. E in maggioranza premono affinché la governance di Telecom cambi: il 65% di loro ha votato a favore della proposta Fossati (il 42% contrario, il resto dei fondi si è astenuto) che reputa l'attuale cda in conflitto di interessi e mira ora a trasformare il gruppo in una public company.

E ad aprire, entro aprile, a studiare modifiche statutarie che portino Telecom ad avere un sistema di governo «più trasparente» è stato lo stesso amministratore delegato Marco Patuano al termine della lunga riunione con i soci. Non perché lo abbia chiesto Fossati, ma perché è un'esigenza del mercato.

Il mercato chi? Ma i fondi esteri. A cominciare da BlackRock (in assemblea col 5,15% sparpagliandolo tra 40 veicoli, che hanno suddiviso i voti), passando per Dodge & Cox, fino al Governement of Norway (il fondo sovrano di Oslo), e ai due principali fondi pensioni canadesi (quello degli insegnanti dell'Ontario e il Canada Pension Plan Investment board).

Con l'1% (poco meno di quanto hanno tutti i fondi italiani, insomma) c'è pure un hedge fund con sede alle Cayman: il Jericho Capital Master. Sempre più potere hanno così i proxy advisor. Moltissimi hanno seguito le indicazioni di voto delle principali, Iss e Glass Lewis, che hanno consigliato la revoca. Invece proprio l'assenza di indicazioni dai proxy e lo scarso tempo a disposizione (Telco ha comunicato solo giovedì i propri candidati a sostituire Franco Bernabè e Elio Catania) ha causato la bocciatura di Angelo Tantazzi e di Stefania Bariatti. Per Telecom il cantiere è aperto e dopo una seduta in altalena, il titolo ha chiuso in ribasso dello 0,3%.

 

 

TELECOM ITALIA MEDIA MARCO FOSSATI jpegLOGO blackrockBlackRock ANGELO TANTAZZI

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…