mario draghi recessione bce

THE FINAL COUNTDOWN, THE FINAL BAZOOKA - DRAGHI VEDE NERO E VENTILA UN ABBASSAMENTO DEI TASSI (O COMUNQUE LI TERRÀ FERMI) E LA BCE STUDIA UNA SECONDA EDIZIONE DEL QUANTITATIVE EASING - A POCHI MESI DALLA FINE DEL SUO MANDATO, MARIONE SI TIRA FUORI DALLA CORSA PER IL FONDO MONETARIO: ''NON PER ME, NON SONO DISPONIBILE''

Da www.ilsole24ore.com

 

 

«Ci attendiamo che i tassi di interesse restino su livelli pari a quelli attuali o inferiori almeno fino a tutta la prima metà del 2020 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l'inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine». Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa a margine della riunione del Consiglio direttivo. Il numero uno della Bce ha precisato che «un ampio grado di accomodamento monetario è ancora necessario affinché l'inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine».

MARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIA

 

A Francoforte si studiando il progetto di una seconda edizione del quantitative easing, il programma di acquisto di titoli di Stato, anche se Draghi ha sottolineato che «non è avvenuta alcuna discussione sulla possibile entità del nuovo Qe». Draghi ha anche escluso la possibilità di una sua candidatura alla guida del Fondo monetario internazionale: «Non per me, non credo proprio, non sono disponibile - ha detto - Mi fa piacere ma il problema non si pone» .

 

Il numero uno dell’istituto di Francoforte ha manifestato preoccupazione per lo scenario internazionale e le sue ripercussioni sull’economia: «Le informazioni più recenti indicano che circostanze sfavorevoli a livello mondiale continuano a pesare sulle prospettive per l'area dell'euro - ha detto - La prolungata presenza di incertezze connesse a fattori geopolitici, alla crescente minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti lascia il segno sul clima di fiducia». In particolare,la crescita è minacciata dall’involuzione protezionistica che sta caratterizzando lo scenario geo-politico.

 

MARIO DRAGHI DONALD TRUMP

Draghi ha dichiarato che «l’outlook sta diventando sempre peggiore, specie nel manifatturiero» e che «non gli piace quello che sta vedendo sul fronte dell’inflazione». Draghi ha riservato un monito, indiretto, anche all’Italia: «I paesi che presentano un debito pubblico elevato devono procedere nella ricostituzione di margini di manovra nei conti pubblici - ha detto - tutti i paesi dovrebbero intensificare gli sforzi per conseguire una composizione delle finanze pubbliche più favorevole alla crescita». In ogn caso, le possibilità di recessione nell’Eurozona «sono ancora abbastanze basse».

 

MARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIA

Politica accomodante a lungo

La Bce ha deciso oggi di lasciare i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al 0,40%. Il Consiglio direttivo, come ribadito da Draghi, si attende ora che «i tassi di interesse di riferimento della Bce si mantengano su livelli pari a quelli attuali o inferiori almeno fino alla a tutta la prima metà del 2020 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l'inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine».

 

Una formula che segnala che l'istituto centrale sta preparando un taglio dei tassi per la prima volta dall'inizio del 2016. La Bce annuncia il bisogno «di una politica monetaria altamente accomodante a lungo dato che i tassi di inflazione restano sotto l'obiettivo di lungo periodo».

 

Mandato tecnico per studiare la ripresa del Qe

MARIO DRAGHI JENS WEIDMANN

Ora l’attesa si sposta sulla misura più attesa dagli investitori internazionali : una nuova sessione di Quantitative easing, il programma di acquisto di titoli di Stato già avviato tra 2016 e il gennaio di quest’anno. Il Consiglio direttivo ha dato mandato ai «competenti comitati dell'eurosistema di esaminare varie opzioni inclusi modi per rafforzare la forward guidance sui tassi, misure di attenuazione come ad esempio il progetto di un sistema a livelli per la remunerazione delle riserve e opzioni per l'entità e la composizione di nuovi acquisti netti di attivi».

 

È quanto si legge nel comunicato di vertice del consiglio direttivo Bce. A Sintra a giugno il presidente Mario Draghi aveva indicato che il consiglio direttivo già a Vilnius che i governatori avevano discusso di varie opzioni fra cui appunto il rilancio del Qe. Lo statement odierno segnala che l'istituto centrale si prepara ad annunciare un rilevante pacchetto di stimoli alla prossima riunione in calendario il 12 settembre». La versione «2.0» del Qe non è l'unica novità attesa da Francoforte. La Bce potrebbe abbandonare ilsuo storico target di inflazione «intorno» al 2%, aprendo alla possibilità di spingersi anche oltre la barriera fissata finora. Un'ipotesi tenuta in considerazione anche dalla Federal Reserve, interessata all'opzione di un 2% «flessibile» nel medio termine.

mario draghi

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....