TRAGEDIA GRECA – TSIPRAS TORNA SULLE BARRICATE: “LA GENTE HA SOFFERTO ABBASTANZA, NON ACCETTEREMO PROPOSTE ESTREME” – L’EUROPA PRETENDE ALTRI SACRIFICI, COME L’AUMENTO DELL’IVA E UN NUOVO TAGLIO DELLE PENSIONI

Ettore Livini per “la Repubblica

 

tsipras merkeltsipras merkel

Nessun compromesso in vista. Anzi. Ora che Grecia e creditori hanno messo le carte in tavola, le distanze — invece che accorciarsi — sembrano essersi improvvisamente allargate. E il premier Alexis Tsipras, visto lo stallo, ha deciso di alzare la posta: Atene non pagherà i 305 milioni che avrebbe dovuto restituire oggi al Fondo Monetario internazionale. «Ci hanno strozzato, non ci danno un euro da agosto 2014 e vogliono solo imporci nuova austerity. Ora basta!», spiega per tutti Vassilis Primikiris, membro del Comitato centrale di Syriza. Washington può attendere. I soldi, in attesa di una schiarita negoziale, resteranno in cassa per pagare pensioni e stipendi. E le quattro rate di prestiti Fmi in scadenza questo mese (valore totale 1,6 miliardi) saranno pagate — come consente il regolamento del Fondo — in un’unica soluzione a fine giugno.

 

GREXIT GRECIA EURO EURO CRAC ATENE TSIPRAS VAROUFAKISGREXIT GRECIA EURO EURO CRAC ATENE TSIPRAS VAROUFAKIS

«Fanno bene!» dice Zoe Mouzakis, nel suo coloratissimo baracchino di fiori a due passi dal Politecnico. Lei il suo prezzo alla crisi l’ha già pagato. Salatissimo. «Mio marito ha perso il lavoro due anni fa, io guadagno sì e no 450 euro al mese per mantenere pure due figli ». E quando ha letto le proposte della Troika per riaprire il rubinetto dei finanziamenti alla Grecia ha fatto un salto sul suo sgabello: «Ma siamo matti? Vogliono aumentare l’Iva sull’elettricità dal 13 al 23%. Io vado in rovina», dice guardando sconsolata il pulmino refrigerato (alimentato a corrente) in cui tiene in fresco rose e peonie per difenderle dal vento caldo dell’Egeo.

 

Tsipras ha fiutato l’aria e ha respinto senza se e senza ma la bozza di compromesso presentata da Jean Claude Juncker. «Non accetteremo proposte estreme — ha detto — . La gente ha sofferto abbastanza negli ultimi cinque anni. E l’unica base realistica su cui cercare un’intesa resta il documento che abbiamo presentato a Bruxelles ». Quarantasette pagine andate di traverso a Ue, Bce e Fmi in cui Atene ribadisce il suo no a interventi sulle pensioni, conferma la volontà di ripristinare la contrattazione collettiva e di alzare il salario minimo e chiede al Fondo salvaStati di rilevare (a sconto) i prestiti della Bce e all’Fmi di ristrutturare i suoi.

merkel tsipras merkel tsipras

 

Un tabù per i falchi del rigore che per sbloccare l’ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi pretendono dalla Grecia nuovi sacrifici: un aumento di 1,8 miliardi del gettito dell’Iva e risparmi pari almeno all’1% del pil l’anno (1,6 miliardi) alla voce pensioni. «La medicina perfetta per uccidere un Paese già moribondo per overdose di austerità!», ride (ma non troppo) lo studente Grigoris Papageorgiou uscendo dalla facoltà di Legge.

 

Le distanze tra le parti — come ha ammesso ieri anche il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem — «restano piuttosto ampie». E il tempo a disposizione per evitare il default è sempre meno visto che il 30 giugno scade definitivamente il programma di aiuti e di soldi in cassa ad Atene non ce ne sono.

 

MERKEL E DRAGHI MERKEL E DRAGHI

 Ieri sera a mezzanotte nuova conference call tra Atene, Parigi e Berlino. Varoufakis incalza: «La Grecia è pronta e vuole un accordo, ma Merkel dia una parola di speranza». La palla — dicono a Bruxelles — è nel campo della Grecia che a questo punto deve presentare una controproposta. Concetto esplicitato la cancelliera in un’intervista al Tg1: «La Germania desidera che la Grecia faccia parte dell’euro. Da parte nostra rispettiamo il principio di solidarietà ma ci vuole uno sforzo da parte di Atene».

 

Tsipras ha riunito d’urgenza il governo per fare il punto della situazione e oggi affronterà il direttivo di Syriza dove l’ala più radicale del partito tornerà a far sentire la sua voce arrivando a chiedere una rottura dei negoziati. «Se vogliono una nostra resa totale, non l’avranno», ha dichiarato ieri battagliero il ministro del lavoro Dimitris Stratoulis. In serata il premier farà il punto della situazione in Parlamento dove si preannuncia un dibattito al calor bianco con l’ex premier Antonis Samaras che ha già accusato il suo successore di aver portato a casa una “Waterloo negoziale”.

gli ispettori della troika ad atene gli ispettori della troika ad atene

 

«Ha ragione lui — commenta a Syntagma Katerina Georgiadis, pensionata 70enne da sempre fedele elettrice del centrodestra — . Cosa ha ottenuto Tsipras in cinque mesi di governo? Ha riportato il Paese in recessione e ha incassato solo un parziale allentamento degli obiettivi di bilancio. Assieme però a 3 miliardi di nuovi tagli. Altro che addio al memorandum!». Le colombe, in questo clima incandescente, faticano a far sentire la loro voce.

 

 «Arriveremo a un’intesa entro il 30 giugno — ha gettato acqua sul fuoco Varoufakis, un po’ sparito dai radar dei negoziati — . Il problema è che Ue e Fmi devono chiarirsi su come trattare il debito greco». Per lui chiaramente insostenibile. Il percorso per arrivare all’accordo resta però accidentato. Il referendum — davanti a un’ultima offerta prendere o lasciare dei creditori — resta una strada aperta. Anche se tutti sanno che non potrà essere fatto senza imporre rigidi controlli sui capitali.

tsipras vive in un quartiere operaio di atenetsipras vive in un quartiere operaio di atene

 

Qualcuno parla di elezioni anticipate in caso di impasse, sostenendo che le forzature di Ue, Bce e Fmi sono il mezzo per portare al potere un esecutivo più filo-euro. «La Grecia ha bisogno di un nuovo governo», ha candidamente ammesso in un suo studio quel campione di democrazia di Goldman Sachs.

 

tsipras varoufakis tsipras varoufakis

I prossimi giorni saranno decisivi per capire se le fibrillazioni di queste ore sono solo la drammatizzazione finale prima della firma di un compromesso (un passaggio necessario per far digerire l’intesa sotto il Partenone, dicono in molti) o il prologo di un salto nel buio. A osservare con preoccupazione la situazione è la Casa Bianca. Syriza ha giocato con intelligenza la carta dell’apertura alla Russia. E il Tesoro Usa in queste ore sta spingendo (come Christine Lagarde e Mario Draghi) per un «accordo forte» che affrontando alla radice il problema ellenico — debito compreso — allontani il rischio di uno smottamento geopolitico di Atene verso l’orbita di Mosca.

varoufakis e tsipras 3 41b3 a6e4 dc494826e81dvaroufakis e tsipras 3 41b3 a6e4 dc494826e81d

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”