
TRUMP RISCHIA DI DARE IL COLPO DI GRAZIA AL MERCATO DELLE AUTO – NISSAN ANNUNCIA UNA PERDITA DI 4,5 MILIARDI DI DOLLARI NELL'ESERCIZIO FISCALE DI MARZO, PREVEDE 20MILA LICENZIAMENTI E LA CHIUSURA DI 7 DEI 17 STABILIMENTI SPARSI PER IL MONDO – PESANO I DAZI DEL 25% SUI VEICOLI STRANIERI IMPORTATI NEGLI STATI UNITI, OLTRE AL CALO DEL MERCATO CINESE – L’AD DEL COLOSSO GIAPPONESE, IVAN ESPINOSA, AMMETTE: “L'INCERTEZZA CHE CIRCONDA LE POLITICHE DOGANALI AMERICANE CI IMPEDISCE DI FARE UNA STIMA RAZIONALE...” – NUMERI IN ROSSO ANCHE PER HONDA...
Estratto dell’articolo di Lorenzo Lamperti per “La Stampa”
Dal sogno del rilancio all'incubo del crollo. Nissan è tra le vittime più illustri della crisi che sta colpendo il settore dell'auto, soprattutto dopo i dazi del 25% imposti da Donald Trump sui veicoli stranieri importati negli Stati Uniti. Già lo scorso novembre, il colosso giapponese aveva annunciato il taglio di 9mila posti di lavoro in tutto il mondo e la riduzione della capacità produttiva globale del 20%.
Ieri, Nissan ha annunciato una perdita netta di 4,5 miliardi di dollari nell'esercizio fiscale chiuso a marzo, poche ore dopo che la stampa giapponese aveva anticipato 11mila nuovi tagli al personale.
Più del doppio del numero previsto, col totale che sale a un esorbitante 20mila dipendenti mandati a casa, il 15% della forza lavoro globale. Di più: ben sette dei 17 impianti di produzione del marchio verranno chiusi entro il 2027.
«Non lo faremmo se non fosse necessario per sopravvivere», ha ammesso Ivan Espinosa, amministratore delegato della casa. A pesare è il rallentamento sui due mercati più importanti. In Cina, il ritardo accumulato sull'elettrico e l'ascesa dei rivali autoctoni ha abbattuto le vendite.
Negli Usa, Nissan possiede due stabilimenti di assemblaggio con una capacità annua combinata di circa un milione di veicoli, ma nel 2024 ha prodotto solo 525mila unità. Ne deriva che le previsioni sono state cancellate. «L'incertezza che circonda le politiche doganali degli Stati Uniti ci impedisce di fare una stima razionale», ha detto Espinosa.
Le agenzie di rating hanno declassato il debito di Nissan nella categoria "spazzatura", e Moody's indica l'obsolescenza dei modelli come una delle cause del calo delle vendite. L'azienda aveva intravisto la possibilità di rilancio pochi mesi fa, coi negoziati per la fusione con Honda, che ieri ha visto un pesante calo dei profitti su base annua.
DONALD TRUMP CON IL CARTELLONE DEI DAZI
Ma il mancato accordo sul piano di risanamento dei debiti ha portato alla rottura della trattativa. Lo storico rivale interno non se la passa molto meglio. L'utile operativo di Honda crollerà di quasi il 60% per l'anno fiscale iniziato ad aprile.
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Le case giapponesi, ma in generale l'intera economia nipponica, dipendono molto dall'America. Per Tokyo, le auto rappresentano oltre il 30% delle esportazioni negli Stati Uniti e il 7% dell'export totale. Compagnie come Subaru generano oltre il 70% delle vendite negli Usa. I dazi causeranno un calo del 15-20% delle spedizioni con un impatto dello 0,2% sul Pil.
donald trump e la guerra dei dazi
Anche Toyota stima un calo del 34,9% dell'utile netto per l'anno fiscale in corso. Ma il primo colosso automotive giapponese se la passa meglio degli altri, grazie all'aumento della produzione locale negli Usa e i buoni rapporti con la Cina, dove sta costruendo un impianto esclusivamente per veicoli elettrici.
Il governo giapponese ha definito le difficoltà dell'auto una «emergenza nazionale», col premier Shigeru Ishiba che ha garantito che continuerà a premere su Trump per una revoca dei dazi. A Tokyo si vive come un tradimento il fatto che la Casa Bianca abbia dato priorità alla de-escalation con la rivale Pechino, piuttosto che venire incontro alle impellenti esigenze del suo principale alleato asiatico.