elon musk trump twitter

PERCHÉ ELON MUSK HA COMPRATO TWITTER, CHE E’ POCO REDDITIZIO E A UN PREZZO (44 MILIARDI) SUPERIORE AL VALORE DI MERCATO? L’ACQUISIZIONE DEL SOCIAL GARANTIRÀ AL PATRON DI TESLA IL CONTROLLO DI UNO STRUMENTO DI INFLUENZA POLITICA FONDAMENTALE PER I SUOI BUSINESS, A PARTIRE DA SPACEX A NEURALINK (CHE STA SVILUPPANDO UN CHIP PER METTERE IN COMUNICAZIONE LE FUNZIONI CEREBRALI DEGLI ESSERI UMANI CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE) - IL RAPPORTO DI AMORE-ODIO CON TRUMP (CHE DOPO DUE ANNI DI BAN POTREBBE TORNARE SU TWITTER)

LA COPERTINA DI TIME SULL ACQUISTO DI TWITTER DA PARTE DI ELON MUSK

Da https://www.tag43.it

 

Perché Elon Musk ha deciso di comprare per 44 miliardi di dollari Twitter? La domanda è più che lecita, visto che il social è a malapena redditizio e Musk è pronto a sborsare otto miliardi in più del suo prezzo di mercato. Secondo il giornalista francese Olivier Lascar, autore di Indagine su Elon Musk: l’uomo che sfida la scienza (Alisio Science, in uscita a giugno in Francia), l’uomo più ricco del mondo acquistando Twitter ha messo le mani su uno «strumento di influenza» fondamentale per i suoi business.

 

Una mossa che non stupisce. «Musk», spiega Lascar a France Info, «è un bambino digitale. Vent’anni fa creò la banca online X.com che si è fusa per trasformarsi in Paypal. Vendendo Paypal ha guadagnato i milioni necessari per fondare SpaceX. Con Twitter ritorna al suo primo amore». Oggi il patron di Tesla è alla guida di aziende tecnologiche che fanno discutere.

 

L OFFERTA DI ELON MUSK PER TWITTER

È il caso di Neuralink che sta sviluppando un chip per mettere in comunicazione le funzioni cerebrali degli esseri umani con l’intelligenza artificiale. Già nel mirino per maltrattamenti animali, al momento non può svolgere esperimenti su cervelli umani sani. «Elon Musk avrebbe quindi quasi bisogno di leggi ad hoc», sottolinea Lascar. «Uno strumento come Twitter può essere utile per influenzare la politica». E per trovare gli amici giusti.

 

CON MUSK TRUMP TORNERÀ SU TWITTER?

elon musk donald trump

Musk si è presentato come paladino della libertà di espressione, anche se la sua concezione di libertà va presa con le molle. In SpaceX per esempio solo lui o il suo vice hanno diritto di parola. E in passato ha bloccato utenti che su Twitter criticavano le sue imprese.

 

Più che libertà di espressione, quella che ha Musk ha in testa è la libertà di dire tutto ciò che si vuole senza regole o limitazioni, fa notare Lascar. Per questo si può ipotizzare con la nuova gestione un ritorno sul social, dopo due anni di ban, di Donald Trump. Al momento resta una ipotesi. Il Tycoon non si è detto interessato, anche se molto dipenderà da The Truth, il social dell’ex presidente che al momento si sta rivelando un fallimento. Senza contare il richiamo esercitato dalla guerra in Ucraina e soprattutto dall’avvicinarsi delle Midterm.

steve bannon elon musk donald trump

 

Una cosa è certa: Musk gli lascerà la porta aperta. Intanto a festeggiare l’acquisizione ci ha pensato il governatore della Florida Ron De Santis, repubblicano rampante che mira alle Presidenziali del 2024. Lo stesso che dopo aver varato la legge “don’t say gay” nelle scuole, ha dichiarato guerra alla Disney contraria al provvedimento ora saluta Musk come un liberatore.

 

Twitter per Trump e Musk è da sempre croce e delizia. Insieme i due hanno pubblicato oltre 72 mila post sebbene abbiano criticato a più riprese il social perché poco liberale. Se Trump è stato bandito nel gennaio 2020 per aver contribuito a scatenare con un tweet l’assalto del Campidoglio, a seguito di un tweet su Tesla nel 2018 Musk è finito nei guai con la Sec, l’autorità di Borsa americana, per turbativa di mercato. «Uso i miei tweet per esprimere la mia personalità. Alcune persone lo fanno con i capelli. Io uso Twitter», commentò lui dopo aver perso la causa.

PENCE E TRUMP A CAPE CANAVERAL PER IL LANCIO DI SPACE X DI ELON MUSK

 

Ma la passione per i cinguettii non è l’unico elemento in comune tra i due. Il patron di Tesla entrò a far parte del comitato consultivo strategico creato dal Tycoon. Un impegno che però si è rivelato mediaticamente un boomerang visto che il suo coinvolgimento a fianco dell’allora presidente è stato interpretato come professione di trumpismo. Nonostante Musk abbia sempre cercato di evitare le etichette.

 

Come ha riportato Newsweek è stato un donatore sia dei repubblicani sia dei democratici, definendosi sempre un moderato. L’unico candidato alla presidenza che ha apertamente appoggiato è stato Andrew Yang, imprenditore e filantropo fondatore dell’organizzazione non-profit Venture for America, che dopo il fallimento alle primarie dem del 2020 ha provato, ugualmente senza successo, a correre come sindaco di New York.

ELON MUSK TWITTER

 

IL RAPPORTO TRA MUSK E TRUMP

La verità è che Musk accettò di lavorare con Trump sperando di influenzarlo. «Più voci ragionevoli sente meglio è», spiegò. «Attaccarlo non porterà a nulla, meglio ci siano canali di comunicazione aperti».  La distanza tra i due però è cresciuta con la decisione di Trump di ritirare gli Usa dall’Accordo sul clima di Parigi. «Il cambiamento climatico è reale», twittò il patron di Tesla.

 

«Lasciare Parigi non fa bene all’America o al mondo». In un’intervista con Rolling Stone nel novembre 2017, Musk disse di considerare il Climate Change «la più grande minaccia che l’umanità dovrà affrontare in questo secolo». A riavvicinarli è stata la pandemia. O, meglio, la critica alla gestione del Covid. Quando a maggio 2020 la contea di Alameda in California entrò in lockdown, Musk sfidò l’ordine di chiusura nello stabilimento Tesla di Fremont. Un’alzata di testa che incassò il sostegno pubblico di Trump. Del resto entrambi lottano contro le ingerenze del governo nella vita dei cittadini.

 

TWITTER ELON MUSK

Poco importa che si tratti di vaccinazioni, chiusure, o dell’obbligo di utilizzare le mascherine. Trump dal canto suo non ha mai nascosto la sua simpatia per Musk definito in una intervista alla CNBC «uno dei nostri grandi geni». Non a caso da presidente ha sostenuto indirettamente Space X, snobbando il progetto Nasa di realizzare una stazione spaziale orbitante intorno alla Luna. The Donald si disse interessato solo a un ritorno degli astronauti sul satellite. E guarda caso Musk stava e sta lavorando alla costruzione di un veicolo in grado di portare l’uomo non solo sulla Luna ma pure su Marte.

 

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