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LA CADUTA DEI GIGANTI INTERNET - I NUOVI DIRIGENTI DI VERIZON AMMETTONO CHE PAGARE 10 MILIARDI PER AOL E YAHOO!, UN TEMPO LE DUE SOCIETA' PIU' RICCHE E IMPORTANTI NEI RISPETTIVI SETTORI, E' STATO UN ERRORE CLAMOROSO. E ARRIVA LA MEGA-SVALUTAZIONE DA 4,6 MILIARDI – ORA SI CONCENTRERA' SULLA RETE WIRELESS. LEZIONE ALLA SILICON VALLEY: PUNTARE SUI CONTENUTI MEDIA E' MOLTO, MOLTO RISCHIOSO

1 – VERIZON E QUELL’ERRORE DA 5 MILIARDI NELLA SCOMMESSA DI AOL E YAHOO

DAGONOTA

Dall’articolo di Peter Kafka per “Recode”

LOWELL MCADAM

 

Era facile prevedere che Verizon avrebbe finito per pentirsi dei 10 miliardi che ha “investito” (o meglio, buttato), in AOL e Yahoo. Le due compagnie, protagoniste mitiche dell’era pre-Google erano già marce e finite quando la compagnia telefonica americana aveva deciso di renderle delle sussidiarie comprandole e fondendole. E nel mondo fluido del web, si sa, una volta che una compagnia ha perso il suo smalto, è praticamente impossibile rilucidarla

 

Ora Verizon ha ufficialmente riconosciuto di non riuscire a far svoltare svolta Aol e Yahoo, che aveva fuso nella media Unit “Oath”, decidendo di svalutarla di 4,6 miliardi di dollari. Ci saranno tagli allo staff, agli asset e ulteriori svalutazioni: di fatto, la storia di Aol e Yahoo finisce qui, e diventa un esempio da non seguire per tutti gli altri. Un fallimento che sarà ricordato nella storia economica, tipo la Ford Edsel, per intendersi.

 

OATH IL NUOVO MARCHIO DI YAHOO E AOL SOTTO VERIZON

Una lezione in particolare per Facebook e Google, che sarebbero potute finire come i due ex giganti e che invece (per ora e nonostante tutto) mantengono un duopolio di fatto della Rete. Ma la storia di Aol e Yahoo ci insegna anche che le megafusioni non appartengono alle compagnie, ma ai manager che le portano avanti.

 

E se quei manager lasciano, anche gli accordi sfumano. Lowell McAdam, l’amministratore delegato di Verizon che ha spinto la compagnia a gettarsi tra le braccia dei media online, se n’è andato quest’estate. E il suo sostituto, Hans Vestberg, non è minimamente interessato a Aol, o a Yahoo, vuole piuttosto potenziare il business più redditizio della rete wireless. L’ascesa di Vestberg ha coinciso con la partenza di Tim Armstrong, l’uomo che aveva convinto McAdam della necessità degli affari Aol/Yahoo.

 

AOL E YAHOO

Riassumendo, l’uomo che ha voluto costruire “l’impero dei media” se n’è andato, l’uomo che quella costruzione l’ha sponsorizzata pure, e quell’impero si è ridotto a essere un piccolissimo pezzo della compagnia, che nel frattempo non ha più nessun interesse a lavorare in quell’ambito. Non si tratta solo di un discorso teorico, vista la decisione della compagnia di svalutare Oath.

 

HANS VESTBERG

Nei documenti consegnati alla Sec (la Consob americana), Verizon spiega la questione con le “pressioni competitive del mercato” che ha fatto in modo che Aol e Yahoo valgano ora meno di quanto si pensasse. Ma la reale ragioneè che la compagnia – e i suoi manager – ha fatto una clamorosa ma necessaria retromarcia.

 

“La nuova leadership ha deciso di stilare una revisione dei piani business di Oath”, che possiamo leggere come: “Siamo appena arrivati, non prendetevela con noi, ma con quelli che c’erano prima di noi e che non sono pià qui a prendersi le proprie responsabilità”. Con buona pace, anzi, con i brindisi degli investitori, che dell’affare meno redditizio della storia di Internet non ne potevano più.

 

 

2 – VERIZON SVALUTA OATH DI 4,6 MILIARDI DI DOLLARI

Teresa Nappi per www.engage.it

 

Verizon

Verizon ha annunciato una svalutazione di 4,6 miliardi di dollari per la sua media unit, Oath, nata nel 2017 dalla fusione di Aol e Yahoo.

 

Questo porterebbe il valore dell’azienda a 200 milioni di dollari, contro la valutazione di 4,8 miliardi di dollari che era stata dichiarata nel “goodwill balance” (misura contabile che riflette il valore intangibile di un’acquisizione) della company.

 

Ricordiamo che per le acquisizioni di AOL e Yahoo, Verizon ha speso in totale 9 miliardi di dollari.

 

SIMBOLO AOL

Verizon ha dichiarato oggi, 11 dicembre, di aspettarsi la svalutazione a causa delle pressioni concorrenziali che si sono determinate nell’ambito del mercato del digital advertising, così come ha ammesso che l’integrazione tra Yahoo e AOL non abbia mai raggiunto i risultati sperati.

 

Le scarse prestazioni della media unit di Verizon hanno portato la società anche a effettuare aggiustamenti sfavorevoli alle proiezioni finanziarie di Oath per i prossimi cinque anni.

 

Verizon prevede ora di concentrarsi maggiormente sulla tecnologia wireless e meno sulla produzione di contenuti e sulla loro distribuzione.

 

YAHOO MARISSA MEYER 1

Facendo un passo indietro, ricordiamo che quest’estate Verizon ha sostituito l’amministratore delegato Lowell McAdam con Hans Vestberg, ex Chief Technology Officer della compagnia di telecomunicazioni.

 

A settembre, poi, il Ceo di Oath, Tim Armstrong, ha lasciato il proprio incarico (leggi qui l’articolo dedicato). Armstrong è stato uno dei personaggi chiave dietro le media acquisition di Verizon ed è stato poi sostituito da K. Guru Gowrappan, oggi Presidente di Oath ed ex Chief Operating Officer.

 

La società ha annunciato che 10.400 dipendenti hanno accettato degli accordi di buona uscita e lasceranno l’azienda nel 2019. Tali incentivi fanno parte di un piano per tagliare i costi e spostare gli investimenti nelle attività per il wireless e per il lancio del 5G.

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